Roma quartiere Coppedè. Il post di questa settimana sarà dedicato ad un quartiere di Roma molto particolare, chiamato, appunto, Coppedè. Se non ne avete mai sentito parlare non siete i soli.
Roma, Quartiere Coppedè. Di cosa stiamo parlando?
Per prima cosa diciamo subito che quando parliamo di quartiere Coppedè dovremmo precisare che si tratta di un insieme di 4-5 strade che hanno il loro centro nella Pizza Mincio e nella Fontana delle Rane. Da questa piazza partono una serie di vie: Brenta, Dora, Tanaro, Aterno, lungo le quali è possibile ammirare alcuni notevoli edifici.
Per dare un precisa individuazione geografica “romana” possiamo dire che il quartiere Coppedè si trova tra i Parioli e il Salario, e venne costruito tra la fine degli anni ’10 e la fine degli anni ’20 del novecento, soprattutto sfruttando le idee e le intuizioni dell’architetto Luigi “Gino” Coppedè e poi, alla sua morte nel 1927, di Paolo Emilio Andrè.
Lo stile è certamente vario ed eclettico. Nelle costruzioni più interessanti sono stati mischiati liberty e Art Decò, ma anche un po’ di riferimenti all’arte medievale e all’architettura classica romana e greca (e qualcuno dice alla massoneria o ad un non precisato percorso iniziatico, ma bne parleremo più avanti).
Si, avete intuito, c’è un po’ di tutto. Questo mix però risulta particolarmente sorprendente in una città come Roma, non certo conosciuta per gli eccessi o le stravaganze architettoniche. Così, ritrovarsi in questo quartiere dopo una passeggiata nella classica Villa Borghese, che dista dieci minuti a piedi, non può che lasciarci stupiti e incuriositi.
Quartiere Coppedè, gli edifici principali
Sono almeno una ventina gli edifici caratteristici che poterete trovare andando in giro per il quartiere. Senza dubbio però se ne possono indicare alcuni tra i più interessanti:
- i due Palazzi degli Ambasciatori, imponenti, riccamente decorati ed entrambi con delle torrette ben visibili accanto alla struttura a forma di arco. I due palazzi sono infatti collegati da un imponente arco costruito tra il 1913 e il 1926. Al di sotto di questo si può ammirare un pregevole soffitto e un importante lampadario in ottone. Inoltre, sulla torretta che nella foto sotto è coperta dalla pianta, si può notare una bellissima Nike alata.
- Intorno a piazza Mincio e alla Fontana delle Rane si trova il Palazzo del Ragno, così chiamato così per il grosso ragno disegnato sopra il portone d’ingresso
- sempre in piazza MIncio si il Palazzo Arabo che presenta una decorazione circolare gialla e blu sopra il portone d’ingresso e ripetuti motivi a scacchiera.
- Sono poi parte integrante del progetto anche i Villini delle Fate. In realtà si tratta di 4 edifici dedicati alle città di Milano, Roma, Firenze e Venezia
Credo sia necessario precisare che la fontana delle rane, a oggi settembre 2020, è in restauro, ma sembra che i lavori siano quasi al termine.
Sacro? massone? un oercorso iniziatico?
Inevitabile che non si vedesse nelle tante decorazioni dei palazzi richiami ai percorsi d’illuminazione di origine massonica. Qualcuno afferma con certezza che i Coppedè, e in particolare Luigi, fossero massoni. Per questo l’architetto avrebbe lasciato diversi simboli riferiti a percorsi iniziatici e conoscenze più o meno segrete.
In particolare il lampadario sotto l’arco che collega i due palazzi degli ambasciatori sarebbe un richiamo alla luce che deve illuminare la via dell’iniziato (si trova all’inizio di Via Dora). Inoltre, all’ingresso di via Dora, sempre poco prima dell’arco, è visibile la statua di una donna (presumibilmente Madonna, non la cantante sessantenne ora con spiccate tendenze cospirazioniste ma la madre di Gesù) che porge un bambino al visitatore. Un gesto che starebbe a rappresentare la fiducia verso il nuovo arrivato che sta cominciando un viaggio iniziatico.
Questi sono soli due piccoli indizi che ho indicato. La cosa mi interessa relativamente, lo ammeto, se invece voi siete più interessati potreste andare a questa pagina.
Alla fine, per precisione, vi posso dire che in questa stessa zona si trovano poi una scuola, in un altro pregevole edificio in via Brenta, e anche tre ambaciate (Marocco, Sud Africa e Bolivia).
Gli interni delle case e conclusione
Peccato che non sia possibile vedere gli interni delle case, dato che da quello che si legge sembrano essere pregevoli, decorati con marmi, affreschi e mosaici in stile pompeiano.
Insomma, devo dire che Roma non finisce di meravigliarmi. Chi avrebbe mai detto che nella città classica per eccellenza si nascondesse un quartiere, che non è un quartiere, e sembra essere disegnato da un architetto massone fan di Harry Potter? Insomma, non solo Storia, la capitale ha anche una fiaba fantastica da raccontare.
Quindi il post sul quartiere Coppedè a Roma sembra davvero essere finito. Se volete proseguire nella lettura, come mio solito, mi permetto di darvi qualche suggerimento:
Cosa vedere ad Atene, un’ altra città classica.