Seul cosa vedere. La risposta, mi ero immaginato, sarebbe stata relativamente semplice e invece dovrete aver pazienza perché questo si rivelerà uno degli articoli più lunghi che abbia mai scritto, il che non so se sarà cosa positiva per voi.
Siate magnanimi.
Seul cosa vedere, intro
Seul ha diversi profili. Il primo, senza dubbio, è quello storico. La guerra di Corea non ha lasciato molto intatto ma diverse importanti strutture, in particolare risalenti al periodo Joseon, sono state ricostruite e sono ammirabili in tutto la loro magnificenza. C’è poi, ovviamente, la storia recente. In particolare la Guerra di Corea che occupa un posto necessariamente importante nello sviluppo della moderna Repubblica. Infine abbiamo il presente, con i fratelli della Corea del Nord, Kim Jong Un, il pericolo nucleare e la zona demilitarizzata (DMZ).
Il secondo profilo è quello del cibo. Le specialità coreane come il bibimbap, bulgogi o kimchi hanno dei fan anche dalle nostre parti e in generale la cucina coreana si sta facendo conoscere come distinta da quella cinese o giapponese (come è giusto che sia). Per i ristoranti si va dai coreani classici a gestione familiare, a quelli di alto livello con servizio super attento, per finire con le osterie e i fast food, senza dimenticare il sempre crescente interesse verso il caffè e la rinascita del classico vino di riso coreano, il Makgeolli, accanto al Soju.
Il terzo punto di vista è quello legato alle tante attività che si possono fare nella capitale coreana. Dalle serate, rock o K-Pop, a Gangnam e Itaewon, alle visite alla DMZ, dalle passeggiate nei parchi alla scalata alla Namsan Tower, passando per lo shopping nei mercati di Namdaeum e nei grandi centri commerciali come Lotte, per arrivare infine ad un luna park abbandonato e alle gite in canoa lungo il fiume Han.
Il quarto profilo infine fa riferimento all’architettura, alla crescita e allo sviluppo di una città che è metropoli ma, come ho avuto modo di citare in questo articolo sulle idee di viaggio 2023, una metropoli vivibile, con un trasporto pubblico efficiente, una qualità dell’aria e dell’acqua buona e monitorata e infine poca, pochissima, violenza (tasso di omicidi riferito a tutta la Corea del Sud 1 ogni 100.000 abitanti, mentre negli USA, ad esempio, è di 7).
Rimbocchiamoci le maniche, indossiamo scarpe comode e cominciamo a camminare.
Seul, capitale della Corea del Sud, Storia
La posizione geografica della Corea del Sud ne ha disegnato l’arco storico. Due vicini hanno per lungo interferito nello sviluppo del regno coreano. Si tratta ovviamente della Cina e del Giappone, che in momenti alterni hanno cercato di cooptare nella propria sfera d’influenza, o anche di occupare militarmente, il regno coreano.
Dopo diversi secoli di lotte intestine fra piccoli regni coreani, la dinastia Joseon riuscì ad assumere il controllo di quella che grossomodo potrebbe essere considerata la Corea unita (nord e sud) intorno al 1300, controllo che rimase a questa dinastia fino alla nascita dell’impero coreano (1897). L’impero coreano avrà però vita breve, divenendo prima, 1905, un protettorato giapponese e poi, nel 1910, direttamente incorporato nell’impero del sol levante.
I segni della importante dinastia Joseon sono soprattutto nel nord della città e dove non sono sopravvissuti alle guerre, incendi e devastazioni, sono stati giustamente ricostruiti.
I palazzi di Deoksugung, Gyeongbokgung, Changedokgung, Changgyeonggung e il santuario di Jongmyo (nella parte nord della città), sono tutti risalenti alla dinastia Joseon e in un momento o nell’altro della storia sono serviti come palazzi imperiali (tranne ovviamente il santuario, che è il luogo dove risposano le ossa degli imperatori e dei suoi familiari).
A questi poi si aggiungono alcune parti della vecchia cinta muraria della città con le porte, molto belle e scenografiche, specie quando gli attori in costume inscenano il cambio della guardia (mi riferisco in particolare a Sungnyemun e Heunginjimun).
Le porte sono visitabili gratuitamente (non che ci sia molto in effetti da visitare, ma fa un bell’effetto trovarsi davanti a questa struttura medievale tipicamente coreana in mezzo la centro della città, fra grattacieli e moderni edfici che svettano a destra e sinistra), mentre i 4 palazzi e il santuario dove vengono conservate le ossa degli imperatori possono essere visitati con un biglietto unico al costo di 14.000 won (circa 10 euro, valido per 3 mesi).
I palazzi sono quasi sempre circondati da ampi giardini che valgono già di per se stessi la visita, inoltre uno, il Deoksugung, è aperto di sera fino alle 21 e se volete fare alcuni notevoli scatti serali vi consiglio di approfittare dell’apertura notturna.
Non si può parlare della storia di Seul senza citare una piccola zona nella parte nord della città: Bukchon Hanok village. Si tratta di un’area relativamente piccola che è stata mantenuta e restaurata cercando di conservare le apparenze di un villaggio coreano del XIV e XV secolo. La zona non è un parco divertimenti, è un’area abitata ma molto freqentata dai turisti, specie nei weekend. Ci sono stradine strette e case tipiche coreane Chosun, con i tetti spioventi in tegole. Carino e con molti bar/caffè davvero cool, consigliato.
Seul, storia atttraverso i musei e l’arte
Oltre ai palazzi e alle vestigia storiche della città ci sono alcuni musei molto interessanti. Il primo di questa lista è senza dubbio il National Museum of Korea, nella parte centrale della città, vicino al fiume Han. La collezione permamente, tre piani, innumervoli stanze e guide robot, rivisita la storia della Corea fino al 1900 ed è gratuita, mentre le esposizioni speciali sono a pagamento.
Sempre nella zona centrale della città c’è un altro classico che, credo soprattutto i maschietti aprezzeranno. Si tratta del War Museum of Korea che è un tributo a coloro che hanno preso parte ala guerra in Corea e allo stesso tempo un viaggio nella storia coreana, non solo relativa alla guerra del 1950-53, ma anche al periodo medievale, con le battaglie fra regni coreani e i tentativi cinesi e giapponesi di controllare la penisola. Il Museo ha molti veicoli militari esposti, carri armati e aerei, ma anche una nave a testuggine ricostruita in una delle sale. Molto ben fatto e apprezzabile, soprattutto considerando che è gratuito.
Tre chicche che vi lascio sul finire di questo paragrafo.
La prima è relativa al Korean Museum of Contemporary History, un museo interattivo molto recente dedicato alla storia recente della Corea, diciamo dagli anni ’50 in avanti e che s’incentra sulla società coreana, sui costumi, sul lavoro, sulla socialità e gli oggetti di tutti i giorni. Molto interessante e in zona centralissima, accanto all’ambasciata americana e al Gyeonbokgung palace.
La seconda è il Museum of Modern and Contemporary Art, un museo dedicato all’arte moderna, con installazioni di assoluto rilievo in spazi piuttosto grandi. Le sale non sono molte ma la qualità dell’arte esposta è davvero stimolante, e ve lo dice uno che, nonostante il podcast Artefatti, continua a capirci poco di arte moderna.
La terza, spero non vi siate addormentati, è il KYOBO bookstore, una libreria quasi accanto al Museo di Storia Contemporanea, che contiene una marea di libri, con una bella sezione in inglese (dando per scontato che non leggiate il coreano). Attenzione però, questa libreria non è la famossissima e superfotografata Starfield library, che si trova da tutta altra parte, nel quartiere di Gangnam
Seul, cibo coreano, caffè e fast food
La prima sera a Seul, dopo un viaggio di quasi 24 ore fra lo stopover a Istanbul e il sorvolo di tutta l’Asia, decido che per cena ci avrei dovuto dare dentro, un bel pranzo coreano. La scelta ricade su un piccolo ristorante a gestione familiare vicino al mio hotel chiamato Hangaram (nessuna sponsorizzazione ovviamente). Mi viene presentato un menu dove scegliere la portata principale, cosa che faccio optando per una sorta di stufato di manzo in bordo con varie erbe.
A quel punto, tutto compreso nel pacchetto mi vengono portati una lunga serie di piccoli assaggi/antipasti che da soli sarebbero sufficienti. All’arrivo della portata principale rimango colpito. Senza dubbio avremmo potuto mangiare in 4 con la quantità di stufato arrivata. Tra l’altro il calderone fumante con la carne era tenuto caldo da un fornellino posto sotto alla pentola.
Tutto molto casalingo ma scenografico allo stesso tempo. Gli altri tavoli attorno a me erano tutti occupati da gruppi di coreani, 4-5 persone, ed io ero l’unico da solo, a cercare di finire una porzione di cibo che avrebbe sfamato una famiglia di buongustai. Il prezzo finale, 44.000 won (circa 32 eiuro) con una bottiglia di soju inclusa e dell’acqua offerta, era assolutamente abbordabile, specie considerando che due persone avrebbero potuto saziarsi abbondantemente.
Fu una partenza culinariamente notevole, capace di darmi più che un assaggio di quel complesso mondo che è la cucina coreana. Un mondo assai diverso dal nostro per tipologia di ingredienti, abitudini e anche ristoranti.
I ristoranti coreani come quello in cui sono stato non sono moltissimi e ho avuto fortuna ad averlo quasi sotto casa. Molti risotranti di livello a Seul hanno un servizio impeccabile, cibo di qualità, sia che scegliate cucina coreana che europea, ma hanno prezzi importanti, diciamo in genere a partire dai 50 euro a persona.
Esistono poi molti altri posti che servono cibo coreano ma sono più simili alle nostre osterie, con una sorta di menù a base di classici cibi coreani: zuppe a base di verdure e carne, bulgogi, bibimbap (riso, verdure e manzo o tofu mischiati) o kimchi (cavolo fermentato, spezie e salsa di pesce), con alcune variazioni legate ai contorni. Questi ristoranti non hanno in genere un menu inglese, sembrano più delle mense e servono un discreto numero di avventori, specie nella pausa pranzo.
Vi confesso che in queste “mense” non ci ho mai capito molto. Non sapendo il coreano non ho in pratica avuto idea di cosa abbia ordinato (in genere sui menù ci sono almeno delle foto) ed alcune volte le zuppe o i piatti che mi sono arrivati erano decisamente troppo piccanti per il delicato palato del sottoscritto.
Senza dubbio più semplice, ma meno interessante, è fare riferimento alle catene che offrono cibi di tutti i tipi, dalle salutari insalate ad hamburger gourmet, da birrifici artigianali che offrono tutti i tipi di spuntini immaginabili, fino alle classiche catene di fast food. In questo caso non esistono camerieri e vi verrà assegnato un segnaposto che suona quando il vostro ordine è pronto.
Seul cosa vedere, la scena dei caffè
La caffeina è arrivata in Corea e in che modo! Molti caffé coreani sono in piccoli piccoli stanzini dove c’è spazio a malapena per una sedia e una macchina del caffè, ergo solo take away, ma la macchina del caffè è una Cimbali italiana e il barista ha l’aria di chi sa davvero il fatto suo e il risultato è notevole.
Si, insomma, la qualità del prodotto è di assoluto livello e i locali, quelli un po’ più grandi almeno e che permettono di bere all’interno, hanno in genere un arredamento molto ricercato, indutrial – chic, e la clientela è molto hipster a parte il fatto che in Corea nessuno ha la barba. Uno dei miei posti preferiti è senza dubbio stato Cozy Villa coffee roasters a Itaewon e Coffee@sowol a Namdaemun, ma in pratica ogni quartiere ha una miriade di caffè di alto livello.
Ovviamente abbondano le catene come Starbucks (sempre costosa e con qualità altalenante a mio parere) e Twosome coffee.
Quello he ho particolarmente notato però è la mancanza di dolci. Le caffetterie offrono si caffè ma in genere non c’è nulla, o c’è molto poco, da mangiare. Potrete ordinare un vanilla latte da 8 euro, ma potreste fare fatica a trovare un biscotto e men che meno un qualcosa di salato appena decente. Peccato, ma basta abituarsi.
Se per caso volette unire souvenir e caffè vi consiglio caldamente una bella strada pedonale nel nord della città, Insadong Gil, vicino al Museo di Arte Contemporanea e Moderna e al Gyeonbokgung palace.
Seul cosa vedere… passiamo alle attività. Luna park abbandonati, serate sesso droga e rock’n’roll a Itaewon e lunghe passeggiate nel verde
Mi ha sorpreso molto scoprire che a Seul si può visitare un luna park abbandonato. Si tratta di un luogo tenuto bene, che oggi fa da sfondo a servizi fotografici, video musicali e influencer fighetti. Non pensate ad una cosa lugubre ma un luogo comunque molto particolare. Si chiama Yongma land, e pur essendo piuttosto lontano dal centro potreste raggiungerlo dalla zona di Dongdaemun Design Plaza grazie ad un unico autobus, il 271 se non erro.
Se volete una serata allegra le possibilità sono diverse. I locali che offrono soprattutto birra artigianali e makgeolli sono quasi ovunque ma di certo la folla turistica e straniera si muove soprattutto in due zone, Itaewon e Gangnam.
Itaewon l’avrete forse sentita nominare per via del terribile incidente nella notte del 29 0ttobre. Durante i festeggiamenti precedenti Halloween tanti ragazzi coreani e stranieri si sonno ritrovati in questa zona, specialmente attorno all’Hamilton Hotel, e le viuzze strette si sono riempite all’inverosimile. Il risultato finale è stato di 156 morti, per soffocamento, arresto cardiaco o semplicemente schiacciati dall’impressionanate numero di persone.
Non sono una persona sensibile al paranormale o alle “energie negative” ma giuro che vi mentirei se non dicessi che passando per quella zona (ci sono passato il 18 novembre, quindi quasi 3 settimane dopo gli eventi in questione. La zona rimaneva piena di televisioni, fiori e persone che piangevano) ho davvero sentito qualcosa di negativo. Difficile immaginare cosa si possa provare in una situazione del genere.
Al di là di questa tragedia Itaewon rimane un luogo fatto di piccole viuzze in salita e in discesa, in qualche modo tipicamente coreane, pur essendo il quartiere con più stranieri. Le serate sono all’insegna della birra a buon mercato e della musica a tutto volume. Ovviamente esistono anche luoghi un po’ più racolti. Andate e scoprite la zona, non ve ne pentirete.
Gangnam style?
Psy ha lanciato il Ganganm Style in tutto il mondo e, pur essendo ricco, l’ha pagata cara. Gangnam è un po’ Beverly Hills (con un tono però meno solare e più tecnologico, meno palme e più neon) e un po’ i Parioli. Si tratta di un quartiere ricco, con centri commerciali pieni di grandi marchi (non H&M ma Gucci e Prada), negozi sfavillanti e molti, moltissimi chirurghi estetici (i ritocchini a naso e occhi in Corea vanno davvero per la maggiore).
Oltre a tutto questo caravanserraglio di ricchezza ci sono anche diversi locali e le discoteche più cool della Corea come Octagon e Club Avenue 535.
Seul cosa vedere: il fiume Han, la Namsan tower e la DMZ
Se siete più interessati a calme passeggiate che a bervi la notte allora direi che avete molte scelte. Senza dubbio l’area attorno al fiume Han offre lunghe passeggiate e anche attività come la canoa nella bella stagione.
La “scalata” alla Namsan Tower e una visita al giardino botanico possono essere una bella alternativa. Inoltre attorno alla città esistono diversi sentieri che si possosno percorre sulle montagne. Senza auto o senza un’agenzia che vi organizzi il tragitto potrebbe essere complesso organizzare l’escursione ma ho fiducia in voi. Alltrails.com vi offre una panoramica molto migliore di quella che potrei offrirvi io.
Infine le visite alla DMZ, la zona demilitarizzata che segna il confine tra Corea del Nord e Corea del Sud sono organizzate da diversi tour noperator, sebbene ci sia un treno che potete prendere anche da soli per vederne almeno una parte (le agenzie offrono in genere pacchetti più completi, con visita al confine, casa della pace e tunnel vari). I prezzi si aggirano intorno agli 80.000 won (circa 60 euro) e la partenza è da varie zone di Seul molto presto, verso le 5.30 della mattina (chi prima arriva meglio alloggia diciamo, dopo una certa ora i biglietti finiscono).
Non so cosa dire di questa escursione, la carne al fuoco è molto poca e della Corea del Nord non vedrete nulla. A me non ha impressionato. Certo è uno di quei posti dove si va anche solo per dire che ci siete stati.
Escursione da mezza giornata: il DDP
Farei un torto a pubblicare un post su Seul cosa vedere senza citare il DDP. Si tratta del Dongdaemun Design Plaza, un museo dedicato al design che ha vagamente la forma di una astronave atterrata nel mezzo di Seul. Il DDP è in se e per se un museo, gratuito, con un’infinità di angoli molto instagrammabili e un negozio di souvenir al primo piano.
Sotto il DDP c’è poi cun piccolo centro commerciale con una discreta food court.
Nel caso siate interessati in questa zona troverete anche una pasticceria che per me è stata una vera sorpresa, Bakery_Ten (304-247 Sindang-dong). Quando sono passato io era attivo solo il servizio take away.
Anche questa volta ecco la conclusione. O forse no?
Siamo arrivati, chi ha resistito, alla fine di questo lunghissimo articolo che ha come tema Seul cosa vedere. Avrei voluto dividerlo in due o tre parti ma alla fine è più comodo avere tutto qui credo.
Seul mi ha conquistato in una maniera che non credevo possibile per una città ordinata, moderna, tecnologica e pulita. Sono sempre stato affascinato dai contrasti tipici di città asiatiche come Bangkok o magari di quelle indiane e non avrei immaginato che Seul potesse rientrare nella top 5 e invece l’ha fatto.
Si tratta di una città che è risorta dalle ceneri della guerra di Corea e che è stata capace di creare aree verdi, rendere vivibile e pedonale un piccolo fiume che taglia la città da Est a Ovest portando il rumore dell’acqua e il movimento ipnotizzante delle fronde degli alberi, proprio nel centro tecnologico della città (Cheonggyecheon).
Oggi Seul è sicura, vivibile, interessante, piena di storia e di cultura. Non ci sono, o almeno non sono visibili al turista di passaggio, estremi contrasti ed estremi divari economici. Certo la complessità della vita e i problemi esistono sempre ma Seul è una bella città dove forse farete solo un po’ più fatica del solito a conoscere qualcuno, specie per la classica gentilezza e timidezza coreana. Se avete qualche giorno non pensateci nemmeno, andate a Seul a colpo sicuro.
L’unico dilemma potrebbe essere il quartiere in cui stare, ma essendoci un sistema di trasporto ben sviluppato non dovrebbe essere difficile muoversi verso i vostri punti di interesse.
Il post su Seul cosa vedere è finito. Parlerò ancora di questa città ma per adesso vi spingo, dolcemente, a dirmi la vostra e vi lascio qualche link:
Luang Prabang o il Wat Phu Champasak in Laos
Concordo pienamente, anche a me Seul mi è piaciuta moltissimo. Consiglio anche il tour nella zona demilitarizzata, almeno a chi piace queste cose