Viaggio in Armenia: Vanadzor, Dilijan, Sevan e arrivo a Yerevan

Armenia Dilijan. Mai sentita nominare questa città?

Nel 2016 io e la mia compagna abbiamo deciso di fare una leggera deviazione sulla strada tra Tbilisi (capitale della Georgia) e Yerevan (capitale dell’Armenia) e fermarci una notte a Dilijan prima e al lago di Sevan poi.

Armenia Dilijan, anzi no, prima passiamo a Vanadzor

La deviazione ci ha però portato prima a Vanadzor, una cittadina a 120 km a nord di Yerevan, con una delle più incredibili e decadenti architetture post-industriali che abbia mai visto. Essendo stata uno dei centri della produzione chimica armena ai tempi dell’Unone Sovietica, Vanadzor ha chilometri e chilometri di architettura industriale sovietica dismessa.

Chi è affascinato dai mondi post- apocalittici potrebbe anche immaginare di prendere una guida e scattare qualche foto (la speranza è che i residui chimici delle varie lavorazioni non siano stati totalmente abbandonati a se stessi… in città girano voci strane e discordanti in merito alla vecchia industria chimica). In ogni caso Vanadzor non era il nostro punto di arrivo ma il luogo in cui prendere un’altra marshrutka che ci ha poi lasciato nella graziosa cittadina di Dilijan.

Lo so, non serve che me lo ricordiate. Ho fatto un errore a non fare foto. A mia scusante posso dire che allora non viaggiavo pensando al blog e mi basta vedere con gli occhi. Scusa molto analogica in un mondo digitale ma tant’è…

Armenia Dilijan, la città più “alpina” del piccolo stato cacucasico

Dilijan ricorda un po’ una delle nostre località montane. È frequentata da turisti armeni e stranieri, offre un panorama molto bello e qualche sentiero per trekking. Dormiamo alla Art Guesthouse (su booking.com, consigliata anche se un po’ “arroccata”) e ceniamo al Kuchu, prezzi medio alti ma cibo buono.

Armenia, vista della città di Dilijan - foto tratta da travel.domink.net
Armenia Dilijan – foto tratta da travel.domink.net

Così come per la Gola del Debed, anche l’idea di allungare il tragitto passando per Dilijan e il lago di Sevan è venuta più dalla mia compagna che da me.

Anche qui ci ha visto giusto, d’altronde per quale altro motivo si dovrebbe viaggiare in coppia se non per farsi suggestionare (nel senso buono) dalle idee altrui? Insomma, sapete che sono un fan del viaggio in solitaria ma non per questo mi sentirete mentire. Insomma, ogni scelta ha i suoi pro e contro.

Come perdersi Dilijan mentre sei seduto sulla Marshrutka

Torniamo a noi. Vorrei dilettare i vostri occhi con qualche immagine sapientemente catturata e un paio di tramonti montani da urlo ma purtroppo, preso dalla musica che ascoltavo, non ho notato che l’autista di marshrutka stava superando il paese di Dilijan e quando la mia compagna si è resa conto che stavamo uscendo dal comune (come ha fatto? avete presente il cartello con il nome della città e una barra rossa trasversale sopra?) ha fatto fermare il furgone e abbiamo cominciato ad incamminarci per la strada da cui eravamo venuti.

La camminata che ci ha riportato indietro, a Dilijan centro, ci ha fatto perdere più di un’ora. Considerando anche il tempo speso per arrivare in cima alla collina dove si trovava la guesthouse…è sceso il buio, accompagnato da una leggera e fastidiosa pioggerellina. Ho quindi deciso di lasciare tutto l’armamentario fotografico in camera. Le foto che trovate servono giusto a darvi un’idea più precisa di quello che ho visto, tutti i crediti vanno ai rispettivi autori.

Una parabola edificante

La mattina seguente abbiamo fatto una buona colazione in un locale di nome “caffè n°2“, di cui vorrei dirvi qualcosa. Il posto nasce come una sorta di luogo d’incontro per i giovani di Dilijan e dintorni, una specie di “community project” con l’obiettivo d’inserire giovani nel mondo del lavoro e aumentare le occasioni di contatto con i turisti.

Armenia dilijan. il lago Sevan. Foto di Nasser Ansari da Pexels

Nel “caffè n°2″ ragazzi e ragazze lavorano, vengono pagati  e hanno modo di praticare l’inglese, in maniera tale da prendere confidenza da un lato con il mondo del lavoro e dall’altro con quelle strane bestie danarose che siamo noi turisti. L’idea di base è acquisire capacità d’interazione in inglese e, stando in un ambiente movimentato, sviluppare quella creatività fondamentale in tutte le attività odierne. I ragazzi usciti dal caffè avranno certo qualche esperienza e qualche idea in più di qualcuno che ha visto solo i banchi di scuola.

Scusate se mi sono dilungato un po’ sulla cosa ma questi progetti di sviluppo comunitario sono proprio quelle cose che fanno la felicità di un viaggiatore sinistroide poco coerente e un po’ paraculo come il sottoscritto. Insomma lasci due soldi per una buona causa e ti sembra che il mondo sia un posto migliore.

Armenia: il lago di Sevan

Proseguendo il viaggio da Dilijan (partenza della marshrutka davanti al café n°2) si arriva a Sevan in circa 35 min. Sulla piccola penisola che si tuffa nel lago c’è un piccolo monastero, Sevanavank che, se non siete di fretta, vale la pena visitare.

Tenete presente che, a seconda dell’ora e del periodo dell’anno, potrebbe non essere facile fermare un autobus sulla strada e farvi portare dal lago di Sevan a Yerevan. In questo caso le opzioni possibili sono due. Andare a vedere se qualcosa si muove a Sevan città (6-7 km da Sevanavank) oppure fare l’autostop. Non che ricorra frequentemente all’autostop ma ammetto che con la seconda opzione andrete quasi a colpo sicuro (siamo in Armenia, e pur essendo il lago di Sevan una zona turistica, le donne/ragazze sole dovranno pensarci due volte prima di lanciarsi in autostop. Be careful!)

Armenia, Lago di Sevan - foto di Shaun Dunphy - Lindfield United Kingdom
Armenia, Lago di Sevan – foto di Shaun Dunphy – Lindfield United Kingdom

E alla fine fummo a Yerevan

La marshrutka ci ha lasciato alla periferia est di Yerevan, non alla stazione degli autobus o a quella dei treni. Poco male, 3.000 dram (5 euro circa) di taxi e siamo arrivati vicino a Republic Square.

Il panorama degli hotel di Yerevan è piuttosto ampio e variegato. Hotel di lusso e guesthouse da pochi soldi fanno però da padrone. Se volete qualcosa che si inserisca nel mezzo l’Envoy Hostel offre alcune soluzioni interessanti (anche tour organizzati) ma il mio preferito, sia nel 2014 che nel 2016, è il Kantar (perché? tutto è molto nuovo e offre camere per tutte le esigenze: dormitori, camere doppie con e senza bagno e appartamenti; i ragazzi/e che ci lavorano sono fantastici e la colazione è notevole; altro? posizione centrale centrale e sala comune con playstation).

Detto questo Yerevan necessita di un post tutto per se, se vi interessa andate pure qui.


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