5 motivi, veloci ma non troppo, che giustificheranno il mio entusiasmo per un viaggio in Caucaso. SEO a parte, che ne dite di vistare questa parte del mondo ancora relativamente poco conosciuta?
A mio parere dovete andare in Caucaso per:
- I paesaggi
- Prezzi (costa relativamente poco)
- Cibo
- Storia
- Varietà
Nella mia ormai ventennale carriera di viaggiatore raramente ho trovato una meta più “semplice” da raggiungere dall’Italia ma allo stesso tempo più sottovalutata. Confesso che mi piacerebbe rimanesse tale: adoro la sensazione che mi dà essere l’unico turista su un autobus e il piacevole spaesamento che si prova quando non c’è un cameriere che parli inglese. Ovviamente riconosco pienamente la contraddizione insita nel fare un articolo che promuove il viaggio in Caucaso e allo stesso tempo sperare che rimanga no ntroppo battuto. Forse però esagero, non sarà certo il mio articolo a cambiare le cose…
Perché proprio 5 motivi per cui dovete fare un viaggio in Caucaso?
SEO, risposta semplicissima. A parte gli scherzi, cerchiamo di definire la regione di cui stiamo parlando.
Il Caucaso è diviso tra Russia, Armenia, Azerbaijan e Georgia. La parte russa è in realtà formata da una serie di repubbliche che godono di un grado più o meno ampio di autonomia e che turisticamente non sono in cima alla lista della LP come paesi da visitare nel 2024.
Inguscezia, Cecenia, Daghestan, Cabardino-Balcaria, Circassia, Ossezia del nord, (senza citare le problematiche situazioni di Abkhazia e Ossezia del Sud, anche se nella prima si può entrare senza troppe difficoltà), sono forse più note per i problemi politici, guerriglieri e terroristi barbuti che non per l’appeal turistico. Ora le cose sembrano essersi calmate ma non mi sento in grado di fornirvi indicazioni su queste realtà che non ho per ora visitato. Inoltre, lo ripeto, fanno parte della Russia che, adesso, è quello che è.
Viaggio in Caucaso, Azerbaijan
Per quanto riguarda l’Azerbaijan posso dirvi che al momento richiede un visto (come la Russia), ottenibile attraverso una doppia procedura:
- standard, non eccessivamente complessa, ma che richiede la consegna del passaporto all’Ambasciata Azera di Roma.
- elettronica, tramite il sito https://evisa.gov.az/en , da me non testata ma che sembra essere piuttosto semplice.
Al momento non sono stato in Azerbaijan e dai racconti che mi sono giunti sembra che Baku meriti assolutamente la visita, ma oltre alla capitale ho davvero poche indicazioni utili. In compenso la Formula 1 ha appena fatto il suo annuale Gran Premio quindi che volete di più?
Viaggio in Caucaso, Armenia
L’Armenia è forse la più isolata delle nazioni caucasiche (trovate diversi post qui sul blog. In particolare qui parlo di cosa vedere a Yerevan e in un altro post racconto il mio viaggio nella gola del Debed e nei suoi monasteri).
Per evidenti ragioni storiche (il genocidio del 1915 e la scomparsa dell’Armenia storica, smembrata dagli imperi russo e turco) il confine con la Turchia è chiuso (anche se merci turche passano attraverso la Georgia), mentre la guerra con l’Azerbaijan per il controllo del Nagorno-Karabakh, ormai passato completamente in mano azera, segna ancora in maniera pesante i rapporti con gli azeri e fa si che anche questo confine risulti invalicabile.
Al momento la mia scelta sarebbe raggiungere Yerevan da terra, passando per la Georgia, anche se Austrian Airlines aveva qualche buona offerta sulla tratta Vienna-Yerevan. Inoltre sono notizia di questi giorni le imponenti proteste di piazza che hanno portato alle dimissioni del primo ministro Sargsyan. Fossi in voi monitorerei la situazione su viaggiare sicuri.
Viaggio in Caucaso, Georgia
Poi c’è la cara vecchia Georgia. Lo stato caucasico più vicino all’UE, dove il turismo si sta sviluppando abbastanza velocemente anche grazie ai collegamenti aerei a basso costo (viaggio in Georgia, da Kutaisi allo Svaneti)
Eccoci arrivati ai 5 motivi per cui dovete fare un viaggio in Caucaso.
1 – I paesaggi
I paesaggi. In Armenia vivono circa 3 milioni di persone, in Georgia 3,7 e in entrambi i casi le capitali hanno circa 1,2 milioni di abitanti. Capite quindi che vasti spazi sono semplicemente disabitati e la presenza umana è molto meno percepibile rispetto all’Italia.
Tutto questo dona ai monti, alle valli e ad alcune pianure un’aria affascinante e selvaggia. Monasteri in cima alle montagne, paesini scavati nella roccia, villaggi isolati e anche un’area desertica al confine fra Azerbaijan e Georgia, tutto si presterà a fotografie eccezionali e avrete molto tempo per contemplare pensosi il vostro futuro senza che anima viva sia visibile all’orizzonte.
I paesaggi montani dello Svaneti, del Kakheti e dell’Armenia sono poi quasi incontaminati rispetto all’andirivieni di turisti che piantano tende sulle Alpi e sui Pirenei. E qui sta la parte “bella”.
Poi ci sono altri paesaggi, specie in Armenia, ma occasionalmente anche in Georgia, che testimoniano il passato industriale della regione e che adesso rimangono come scheletri di dinosauri a testimonianza di un’epoca che non c’è e non ci sarà più. In alcuni casi gli impianti, come la miniera di Alaverdi (vedi foto sotto) rimangono parzialmente attivi e continuano da un lato ad essere fonte d’introiti per qualche migliaia di persone, dall’altra ad essere fonte d’inquinamento per una vasta area.
2 – I prezzi
I prezzi. Un viaggio in Caucaso fatto di spostamenti su mezzi pubblici, cibo locale, poca droga, e rare frequentazioni di locali equivoci, è in genere poco costoso. Non guardatemi male, sto scherzando. Il punto è che anche viaggiando da soli potreste riuscire a tenere le spese giornaliere intorno ai 30 euro (anche meno se cucinate e dormite in ostello).
Poi, ovviamente, i prezzi possono salire fino a dove volete e di certo non sarò io a dirvi che dovrete mangiare patate bollite per due settimane o rinunciare al brandy armeno. Gli ostelli sono molti diffusi, ma anche le guest-house non scherzano. Il cibo loacle è in genere ottimo e a buon mercato, i trasporti assolutamente vantaggiosi a patto di avere un po’ di tempo e un po’ di pazienza. In Georgia è anche presente una linea ferroviaria che attraversa il paese e collega Tbilisi a Batumi e sapete che il treno è sempre il treno.
3 – Cibo
Cibo. Non vi nascondo che con il tempo ho imparato ad apprezzare il buon cibo. Non vengo, per mia fortuna, da una famiglia che assegna un valore essenziale al mangiare: non passiamo ore a discutere di come e quanto cuocere la bistecca e poi il quasi veganesimo di mia madre ha ridotto in maniera sensibile le già prima scarse opzioni nei pranzi domenicali. Ad ogni modo, come dice il grande life_nomadic su Instagram, “sono passato dalle serate a base di alcool alle mattinate a base di caffè, la migliore decisione della mia vita”.
Sul fatto che sia la migliore decisione io ho ancora qualche dubbio in più di life_nomadic (se siete su IG seguitelo perché ne vale davvero la pena) ma in ogni caso è certo che oggi, quando viaggio, spendo molto più volentieri tempo e soldi alla ricerca di un buon ristorante che non di una buona discoteca o di un buon bar. In Caucaso, con una certa sorpresa lo ammetto, ho trovato ottime cose da mangiare.
Hai detto pane?
Per prima cosa hanno il pane e per pane intendo vero pane cotto in un forno, non fette quadrate di una cosa che ha più zucchero che cereali. Se viaggerete in Georgia imparerete ad apprezzare le varie versioni di Kachapuri, con formaggio, carne, uova o mix delle tre, e poi apprezzerete il fatto che pomodori e cetrioli siano sempre presenti nel menu di ogni ristorante. Gli amanti della pasta potranno apprezzare i khinkali (si legge inkali con la i aspirata), grandi ravioli con ripieno di patate, funghi o carne.
Non mancano fagioli, funghi, carne e formaggi di vario tipo. Come forse avrete intuito si tratta, in genere, di una cucina relativamente poco raffinata ma molto di sostanza (vi sfido a finire un Khachapuri con ripieno di formaggio e ad avere voglia di proseguire il pranzo). In Armenia vanno forte i dolma, involtini di foglia di vite ripieni di riso, spezie e carne.
Sia in Georgia che in Armenia potete poi trovare una sorta di lasagna di formaggio chiamata Achma, che può andare da accettabile a molto buona a seconda del ristorante in cui capitate.
4 – Storia
Storia. Tbilisi, almeno la città vecchia, è dominata da una fortezza che di notte, tutta illuminata, fa ancora la sua bella impressione. Monasteri, chiese e piccoli villaggi rupestri si trovano un po’ in tutto il territorio della Georgia (vi cito solo le due più famose, Vardzia e Davit Gareja ).
Dalle chiese di Gelati e Bagrati (patrimonio dell’umanità UNESCO), passando per la gola di Debed (vedi articolo qui) e arrivando fino al tempio Garni (forse questo un po’ posticcio se visto dal vero, ma in foto fa un gran effetto) e al monastero di Geghard, la vostra sete di storia e spiritualità potrà essere certamente placata.
Sia Tbilisi che Yerevan hanno poi alcuni musei di assoluto interesse (i Musei di Storia Nazionale ad esempio, ma gli amanti dei libri e della storia non si possono perdere il Mantenadaran a Yerevan). Molto dipende poi dalla vostra volontà di “sbattervi” e organizzare escursioni. Non sempre si riesce infatti a capire con certezza da dove parte l’autobus che va nel tal posto o a quale ora lo fa.
La barriera linguistica in questo caso complica le cose, senza russo le cose tendono a complicarsi, specie se avete bevuto. Eppure la gente è più disposta ad aiutare un turista di quanto possiate pensare e anche l’autostop ha molte possibilità di andare a buon fine (fermo restando i rischi che come sempre si corrono utilizzando questa modalità di spostamento, specie se si è donne sole).
5 – Varietà
Varietà. No, non mi riferisco all’avanspettacolo o a Raffaella Carrà. Quello a cui mi riferisco è la differenza di ambienti e di possibilità di vacanze in una stessa vacanza. Provo a spiegarmi meglio.
Siete alla ricerca di una località di mare piena di casinò, allegra vita notturna e belle donne russe in bikini? Allora Batumi potrebbe fare al caso vostro, con in più la possibilità di raggiungere facilmente la Turchia. Il mare forse non sarà eccezionale ma gli scorci di natura offerti dal Parco Botanico vicino Batumi e le montagne del piccolo Caucaso, al confine con la Turchia, potrebbero comunque tenervi impegnati per più di qualche giorno.
Se siete invece alla ricerca di voi stessi e credete che camminare sul costone di una montagna possa portare a qualche risultato, allora avete l’imbarazzo della scelta; i monasteri e le montagne dell’Armenia o del nord della Georgia (Kakheti, Svaneti, Kazbegi, Debed e sud dell’Armenia) faranno certamente al caso vostro.
Ancora, siete per caso alla ricerca di un qualche evento mondano di livello (musica classica, F1 o tennis?) o vi piace l’architettura moderna e ardita? Ecco che Baku potrebbe rivelarsi perfetta o, in mancanza di un visto azero, potreste sempre ripiegare sull’eccentrica architettura moderna della già citata Batumi, che nel centro storico si affianca e lotta per la supremazia visuale con gli edifici belle epoque di fine ottocento e primo novecento.
Molte opportunità ma cerchiamo di concludere
Insomma, il succo del discorso è che le opportunità sono molte e varie. Io amo le città e le interazioni umane e sono rimasto piacevolmente sorpreso da Yerevan e Tbilisi. Altri potrebbero preferire il fascino isolato e montanaro di Ushguli o le spiagge affollate del Mar Nero.
La cosa bella, e qui concludo perché altrimenti vado avanti fino a che non mi dovete far fuori a mazzate, è che le distanze sono quasi sempre umane. Anche con mezzi pubblici (marshrutka o treno), raramente ci si impiega più di 6/8 ore per raggiungere qualche luogo. Con la piacevole eccezione delle località montane più isolate che altrimenti sarebbero prese d’assalto.
Per adesso il viaggio in Caucaso è finito, ma se volete potete andare a Dilijan, in Armenia oppure scoprire cosa vedere a Yerevan, capitale dell’Armenia.
A questo link potete fare un viaggio in Georgia.
Se invece volete cambiare completamente scenario vi suggerisco il Laos e in particolare il Wat Phu Champasak!
Ciao, volevo chiederti con quale compagnia sei andato in Caucaso e dove sei atterrato. Grazie!
Ciao Paolo, nel 2014 ho volato con la turkish, da Bologna a Tbilisi e ritorno. Nel 2016 invece ho preso il volo della Wizz da Bergamo a Kutaisi e mi è costato una nquarantina di euro.