Questa volta viaggiamo fino in Malesia e scopriamo cosa vedere a Melaka.
Sandokan è ancora lì, da qualche parte, in attesa di un sequel o di un reboot. La perla di Labuan e la tigre della Malesia sono però assai più lontani nella realtà che non sulla pagina dei famosi romanzi del veronese trapiantato a Torino, Emilio Salgari.
Cosa vedere a Melaka. Certamente il fascino dell’estremo oriente
In Italia la parola Malesia suona esotica tanto quanto gli atolli dei caraibi e le bianche spiagge delle Maldive. Eppure, così come queste ultime sono state toccate da recenti tumulti e da un colpo di stato che ne ha intaccato l’aura di paradiso lontano dalle umane vicende, la Malesia di oggi è anni luce lontana dallo stereotipo che con il tempo le si è addormentato addosso.
Parliamo infatti di uno stato moderno, che avanza a vele spiegate verso quel futuro che qui da noi spaventa e atterrisce. Forte delle sue risorse naturali, costituite soprattutto da petrolio, legname, caucciù e stagno, lo stato malese è in grado di offrire al turista una visione d’insieme moderna e antica, tradizionale e avanzata.
Malesia mia bella
Lo Stato, federale, è formato a sua volta da 13 stati, 3 territori federali e tre gruppi etnici: i cinesi, gli indiani e i malesi veri e propri (di cui fanno parte anche i gruppi indigeni che vivono nelle foreste o nelle campagne più remote e che vengono chiamati orang-asli).
A parte qualche occasionale problematica più o meno grave, finora i 3 gruppi sono riusciti a convivere in maniera pacifica e non sembrano esserci ragioni per non continuare a procedere a braccetto.
Cosa vedere a Melaka Malesia. Partiamo dal centro?
Melaka (italianizzato Malacca) è tra le due o tre città della Malesia che meglio fotografa la situazione nazionale che vi ho appena delineato. Un centro storico piccolo ma gradevolre, una zona cinese, una malese e una indiana, tutte sorte attorno al Melaka River, rendono la piccola città una meta interessante soprattutto per chi ama la storia e la cultura.
Nelle strade di Melaka si trovano infatti le tracce di quello che (grazie alla posizione che permetteva il controllo dell’omonimo stretto) fino al 1402 fu un regno indiano. Divenne poi un sultanato musulmano, nel 1511 venne conquistata dai portoghesi, passò agli olandesi nel 1641 e infine subì il dominio inglese dal 1825 al 1946 (con una breve presenza giapponese nel corso della seconda guerra mondiale).
Insomma, un ripassino di religioni, storia coloniale e geografia, tutto spalmato in una sola città .
Passeggiando nella Jonker Walker e dintorni si possono ammirare, a poca distanza l’una dall’altra, un tempio buddista, una moschea musulmana e un tempio indù, segno di rispetto e di convivenza che non dovremmo far altro che ammirare ed applicare anche da noi.
Fly me to Melaka?
La soluzione più comoda per raggiungere Melaka è arrivare a Kuala Lumpur e prendere un autobus dalla grande stazione Puduraya. Il tragitto è relativamente breve, da un’ora e mezza ad un paio d’ore. La stazione dei treni più vicina a Melaka è a 32 km e, per intuibili ragioni, non è molto comoda.
Il recentemente inaugurato nuovo terminal dell’aeroporto può servire fino al 1,5 milioni di passeggeri ma è assi sotto utilizzato e i voli sono molto pochi.
Per arrivare a Kuala Lumpur non dovreste avere problemi, le compagnie del golfo (in particolare Emirates, Qatar e Etihad ma anche Oman Air e Kuwait Air) si fanno una concorrenza spietata a base di promozioni e offerte piuttosto allettanti, per cui dovreste trovare un volo, con scalo, per 500-550 euro.
Cosa vedere a Melaka, Malesia. E magari anche cosa fare
Melaka, con i suoi quasi 800.000 abitanti può sembrare una grande città ma il centro storico e Chinatown, le parti più belle, si possono visitare in una giornata piena, tranquillamente camminando a piedi.
In particolare meritano il vostro tempo il Cheng Hoo Temple, un tempio buddista del 1624 (il più antico della Malesia) e la Porta De Santiago con la vicina collina, dove rimangono visibili le ultime tracce della dominazione portoghese.
Per la seconda giornata potreste essere attratti dai molti musei della città. Potrebbero essere migliorati dalla mia visita (nel 2012) ma allora io rimasi moooolto insoddisfatto.
In compenso io vi consiglierei semplicemente di passeggiare senza meta per le vie della città, sedersi in qualche bar all’aperto e assaporare quell’aria di mare che prima di voi hanno assaporato indiani, musulmani, portoghesi, olandesi e inglesi.
Dove mangiare
Le tradizioni culinarie indonesiana, cinese, indiana e malese si fondono e danno vita ad una serie di piatti deliziosi ed insoliti. Partiamo dalla fine con il dessert chiamato cendol, a base di latte di cocco, fagioli rossi, zucchero di canna, ghiaccio tritato e una gelatina verde fatta con farina di riso e pandano. Non sarà difficile trovare carne di tutti i tipi e frutti di mare fritti o cotti al vapore.
Inoltre per le strade di Melaka si possono trovare venditori ambulanti che per pochi spiccioli vi cucineranno gustosi spiedini e pao che è meglio non lasciarsi sfuggire.
La cucina indiana riserva sorprese interessanti. Particolarmente buoni i piatti del ristorante Selvam, un ristorante indiano/vegetariano a poche centinaia di metri dalla piazza principale di Malacca. Tutte le pietanze (dal roti al pollo tandoori fino al piatto speciale vegetariano del venerdì con 10 tipi di verdure a 1,5 euro) son servite su foglie di banano.
Dove dormire
La scelta ricade su alcuni anonimi hotel fuori dal centro storico, nella parte moderna della città, dovete potete tranquillamente trovare una camera doppia con aria condizionata per 60-100 ringgit (al cambio del 2018 tra i 15 e i 20 euro).
Nel centro storico e nella graziosa Chinatown le alternative sono due: ostelli a prezzi modici (5-10 euro a notte in camerata) oppure boutique hotel in vecchie shophouse restaurate, davvero incantevoli, dove il prezzo per una camera/notte si può aggirare intorno ai 100 euro. Solo in quest’ultimo caso è assai opportuna una prenotazione, visto i posti limitati.
Nel caso foste interessati ad un’altra città malese potreste cliccare qui e andare Georgetown, sempre in Malesia.
In alternativa vi spiego perché dovete andare in Caucaso.
E infine, un calssico, cosa vedere a Bangkok e poi cosa vedere Luang Prabang.L’articolo originale è apparso sul numero 11 di Sensi magazine.