Georgetown cosa vedere. Lo specchio della Malesia tra la storia coloniale e il futuro cinese?

Georgetown cosa vedere. Se c’è un altro luogo della Malesia che più di Georgetown è, allo stesso tempo, sia legato al passato che proiettato verso il futuro, dovete dirmelo.

Certo, abbiamo la tecnologica e svettante Kuala Lumpur, poi c’è la storica Melaka, ma una città capace di combinare il passato e il presente in un formato turisticamente appagante è soprattutto la qui presente Georgetown.

Georgetown cosa vedere. Una vista dall'alto della capitale dello stato del Penang, Georgetown Malesia
Georgetown cosa vedere. Una vista dall’alto della capitale dello stato del Penang, Georgetown Malesia

Forse il turisticamente appagante non vi è piaciuto, ma direi che dovreste guardarvi intorno. Quasi ogni luogo, non solo della Malesia, è stato “turisticamente ristrutturato”: gli angoli smussati, i parchi curati, le strade ripulite (almeno quelle di passaggio), le guest house/piccoli alberghi ristrutturati e attrezzati alla occidentale. Il segreto è non perdere l’anima nel processo. Georgetown ci sarà riuscita?

Georgetown cosa vedere. Siamo in Malesia, stato del Penang.

Georgetown è, insieme a Kuala Lumpur, una delle mete classiche per i turisti che viaggiano nella parte continentale della Malesia.

Capitale dello stato del Penang, Georgetown possiede una doppia anima: grande e moderna città che si estende su una vasta parte dell’isola di Penang e piccolo avamposto coloniale inglese di cui conserva ancora diversi edifici edificati tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.

La bellezza di Georgetown è data proprio dalla con-fusione difficoltosa, fragile, a tratti opportunistica e in parte frammentaria, di un passato coloniale, che richiama il momento dell’espansionismo colonizzatore europeo, e di un presente che parla soprattutto, inutile negarlo, cinese. 

Georgetown cosa vedere. Vista dal basso del Kek Lok Si temple.
Georgetown cosa vedere. Vista dal basso del Kek Lok Si temple.

Non che Georgetown non conservi tracce (a dire la verità interi quartieri) dell’immigrazione indiana o degli “indigeni” malesi, ma certo il ruolo da protagonista è stato conquistato dai cinesi. Sono loro infatti che tengono tra le mani il potere economico, le redini della città e dello stato di Penang.

Da questa bicentenaria stratificazione anglo/cinese, emerge una città a tratti un po’ trasandata ma dal sicuro fascino. Georgetown è infatti una delle poche città in Malesia dove, nelle notti di luna piena, tra il vento caldo e le urla dei venditori di cibi fritti, potete ancora vedere le lanterne rosse accese lungo le strade e avere la sensazione di essere finiti in uno dei romanzi di Joseph Konrad (preferibilmente Lord Jim o Victoria).

Il presente e il passato continuano ad inseguirsi

Ovviamente Georgetown non è solo lanterne rosse, shophouse cinesi, templi buddisti e un municipio in stile coloniale inglese.

I centri commerciali cominciano a spuntare un po’ ovunque. I vecchi ostelli vengono convertiti in boutique hotel (prendete ad esempio il Banana hostel, leggendario primo ostello di Georgetown e tappa obbligata di quel tour “zaino in spalla” che prendeva il nome di “banana pancake trail”. Oggi si chiama Banana Boutique hotel ) e qua e là, tra le traverse di Love Lane, sarà più semplice trovare prezzi europei che stamberghe anni ’70.

Indubbiamente i gusti turistici sono assai cambiati negli ultimi venti anni. Oggi anche i famosi “turisti zaino in spalla” tendono a preferire strutture dotate di quei comfort basilari che una volta sarebbero stati considerati lussi borghesi. Ne discende che l’offerta di sistemazioni locali si sia adeguata alle esigenze dei turisti.

georgetown vista del tempio di Kek Lok Si
Georgetown Malesia. Altra vista del tempio di Kek Lok Si

Purtroppo però il tempo non ha solo portato ad un miglioramento qualitativo degli alberghi, ma anche un’intensa febbre edificatrice che, oltre ai soliti complessi residenziali cresciuti un po’ casualmente, ha completamente snaturato la linea costiera a nord della città.

La sorellastra Butterworth

Scelte politiche forse poco lungimiranti hanno poi portato alla costruzione di uno dei più importanti poli industriali malesi proprio sul tratto di costa di fronte all’isola che ospita la vecchia colonia inglese. La nuova città si chiama Butterworth e mai il contrasto sarebbe potuto apparire più evidente e sgradevole (forse solo un caso lo supera e noi italiani lo conosciamo bene, mai sentito nominare Marghera?).

Il risultato ambientale è stato disastroso, al punto che oggi viene sconsigliata la balneazione su tutte le spiagge dell’isola e quasi tutta la fauna locale, un tempo assai numerosa, è oggi rinchiusa nel piccolo parco all’estremità nord occidentale dell’isola.

georgetoen tempio di kek lok si
Georgetown cosa vedere, tempio di Kek Lok Si

In ogni caso, non fraintendetemi, Georgetown dovete visitarla se siete di passaggio in Malesia. Forse non per il suo mare turchese e le spiagge dorate, ma certamente per la sua cucina raffinata e il suo melting pot socio-antropologico-culturale. Quello stesso melting pot che è la materia alla base dell’esistenza dello stato malese.

Georgetown, come arrivare

Dall’aeroporto di Georgetown partono diverse compagnie che effettuano sia voli nazionali che internazionali. Purtroppo nessun volo è diretto verso l’Europa (Qatar opera un volo verso Doha dove da lì si possono prendere coincidenze per l’Europa).

In linea di massima, se desiderate arrivare in aereo, è necessario fare scalo a Kuala Lumpur, Singapore o Bangkok. In tutti e tre i casi vale la pena, se il tempo ve lo consente, di fermarvi in una di queste città. Da quasi tutte le città malesi esiste poi la possibilità di raggiungere Butterworth in autobus a prezzi veramente modici. Il terminal autobus di Butterworth è a pochi passi dal traghetto che vi porterà a Georgetown.

Georgetown cosa vedere, un tentativo di foto artistica

Infine esiste il treno. Butterworth è collegata con Kuala Lumpur e Bangkok da una ferrovia non certo veloce ma economica e affidabile (sono in corso, o forse sono adesso ultimati, lavori per un nuovo collegamento veloce tra KL e B’worth).

Georgetown cosa vedere e fare. Distretto coloniale

Il distretto coloniale di Georgetown, affacciato sul mare delle Andamane, rimane sicuramente una delle attrattive principali della città. Qui troverete i resti di Fort Cornwallis, sorto nel luogo dove per la prima volta piedi inglesi hanno toccato suolo malese nel lontano 1786.  

Vicino a Fort Cornwallis troverete la town hall e la city hall, due edifici bianchi con porticati, entrambi abbastanza imponenti, che insieme all’edificio della corte suprema e dell’assemblea di stato, completano la zona coloniale di Georgetown. Non lontano si trovano anche due chiese cristiane, la chiesa di San Giorgio (1818) e la Chiesa dell’Assunzione.

GEORGETOWN MALESIA, LE STRADE DELLA CHINATOWN AL TRAMONTO.
Georgetown cosa vedere, le strade della chinatown al tramonto.

Georgetown cosa vedere e fare. Chinatown, Little India e Street art

Chinatown si estende alle spalle della zona coloniale, tra le vie Lebuh Pantai e Jalan Penang. E’ piuttosto vasta e, a seconda della zona in cui capiterete, potreste trovare dei magazzini fatiscenti, shophouse restaurate, hotel e musei piú o meno interessanti (uno di antiche macchine fotografiche e un altro di una restaurata shop house peranakan). L’atmosefra in ogni caso è fantastica.

Specie di sera sembra di fare un salto indietro nel tempo e poi, se siete interessati e fortunati, potreste anche trovare qualche buon affare, siano vestiti, gingilli tecnologici oppure oppio (sto scherzando, meglio la coca oggiogiorno).

Poco lontano da Chinatown e a sud di Fort Cornwallis si trova la Little India di Georgetown, un paio di vie dedicate allo shopping e al cibo indiano.

Negli ultimi anni poi il centro di Georgetown sta diventando interessante dal punto di vista artistico per i tanti graffiti d’autore (oggi si chiama street art). Quasi tutti hanno un’aria piuttosto nostalgica e alcuni sono super instagrammabili.

Georgetown street art Bruce lee
Georgetown Malesia, street art. Bruce Lee e il gatto

Georgetown cosa vedere: i templi e lo shopping, scaro e profano

Un po’ fuori dal centro ma comunque raggiungibili a piedi con una ventina di minuti di passeggiata, ci sono due templi interessanti, Wat Chayamangkalaram e il Dhammikarama Temple (nel primo potrete osservare un Buddha disteso lungo 33m). 

Il tempio di Kek Lok Si (di cui trovate un sacco di foto in giro per l-alrticolo) è raggiungibile in autobus dal centro della città (numero 201/203) ed è forse uno dei templi più maestosi in tutta la Malesia. La statua della dea Kuan Yin, all’interno dell’ultimo padiglione, è alta ben 36,5 metri.

Se infine siete interessati allo shopping potreste frequentare la zona di Komtar, dove si trova l’omonimo centro commerciale più un altro paio di “paradisi” dello shopping occidentale (ovviamente molto apprezzati anche dai malesi).

A nanna. Dove dormire a Georgetown Malesia.

Ad oguno il suo: ostelli, hotel di media categoria e boutique hotel. Come già detto, il livello generale è migliorato ma non aspettatevi il tappeto rosso. Nel caso decidiate di prendere un letto in camerata se il tappeto rosso c’è preoccupatevi di quello che c’è sotto… Come ostelli certamente da menzionare SD guesthouse e Jim’s place.

Di livello medio potrei consigliarvi il fascinoso Old Penang Guest House oppure, il Le dream boutique hotel. Personalmente il Le dream rimane il mio favorito: accogliente, pulito, rinnovato, dall’aria moderna e soprattutto con prezzi assolutamente abbordabili.

Se scegliete la fascia alta non avrete che l’imbarazzo della scelta, mi sento di farvi il nome del Eastern&Oriental, o del già menzionato Banana boutique hotel*.

L'atmosfera di Georgetown è un po' diversa dalla Malesia peninsulare, specie quella del nord. Diversi bar servono alcolici e gli incontri interessanti,, anche a causa dell'alcool, potrebbero esser e diversi. Io vado a memoria e ricordo una lunghissima conversazione con un 60enne architetto tedesco.
Georgetown cosa vedere. L’atmosfera di Georgetown è un po’ diversa dalla Malesia peninsulare, specie quella del nord. Diversi bar servono alcolici e gli incontri interessanti,, anche a causa dell’alcool, potrebbero esser e diversi. Io vado a memoria e ricordo una lunghissima conversazione con un 60enne architetto tedesco.

Il food porn più porn della Malesia è a Georgetown

La tradizione culinaria del Penang è un nata dalla fusione delle tradizioni culinarie indiana, cinese e malese. In particolare le ultime due hanno raggiunto un livello d’integrazione e reciproca influenza tali da aver dato luogo ad un nuovo tipo di cucina, chiamata Baba-nonya (termine che, più in generale, raggruppa la cultura malese con radici cinesi).

Esempi fulgidi di questa concezione “fusion” sono: il calamaro al peperoncino (sambal sotong), l’otak otak (pesce avvolto in foglia di banano), il pollo malese al curry e maiale con sugo.

Lanterne rosse (a Georgetown) vi dice qualcosa?
Georgetown cosa vedere. Lanterne rosse vi dice qualcosa?

Ovviamente troverete ristoranti di ogni tipo, dalla cucina giapponese a quella occidentale (compreso un ristorante orientato sul pesce chiamato JUJU, in cui vale la pena di prenotare).

*notazione d’obbligo. Il mio viaggio risale al 2017, per cui molte cose potrebbero essere cambiate, si spera in meglio.


Il post su Georgetown cosa vedere è finito. Se ne avete ancora vi lascio qualche consiglio.

Volete qualche consiglio perché non sapete dove andare? io vi consiglio, olte ovviamente al sud-est asiatico, il Caucaso.

Oppure volete semplicemente leggere una storia un po’ misteriosa e in salsa compottista?

Che ne dite di un po’ di storia medievale con i viaggi di Ibn Battuta?

O magari un salto nel nord della Thailandia, cosa vedere a Chiang Mai.

L’articolo originale è apparso sul numero 19 di Sensi magazine.

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