I risultati delle elezioni thailandesi sono arrivati

Si, avete letto bene, i risultati definitivi delle elezioni thailandesi sono arrivati. Con un po’ di ritardo ma almeno ora possiamo conoscere chi governerà il paese dopo 5 anni di giunta militare. So che ci tenete da morire e io come posso esimermi?

Dopo le elezioni thailandesi indovina un po’ chi va al governo?

Dopo queste elezioni thailandesi si confermano un po’ di cose e se ne scoprono delle nuove.

Per primo dobbiamo dire che molto di quello che avevo scritto in questo post si vede più o meno confermato. Il “partito dei militari”, Phalang Pracharat sembra essere arrivato secondo con 115 seggi.

Il partito Pheu Thai, vicino all’ex premier Shinawatra e inviso sia alla monarchia che ai militari, è arrivato primo con 136 seggi ma ben lontano dalla maggioranza necessaria di 250 seggi nella camera bassa. Per ovviare a questa mancanza il Pheu Thai ha cercato di formare un’alleanza democratica con altri partitini minori. L’obiettivo, che sembrava raggiunto, era quello di arrivare a 250 parlamentari.

La Sorpresa delle elezioni thailandesi

Il fatto nuovo è che con il riconteggio fatto dalla commissione elettorale (nominata dall’uscente giunta militare), la coalizione democratica guidata dal Pheu Thai arriva a 245 seggi. Accipicchia, cominciano i grattacapi.

Le accuse di parzialità e/o frodi si moltiplicano. Anche la semplice attesa per i risultati è stata secondo molti (Forces of renewal South East Asia) solo una scusa per prendere tempo e cercare di “sistemare” le cose.

Time Prayut Chan Ocha
La copertina di Time con la foto del primo ministro (e generale) thailandese Prayut Chan Ocha.

La strada sembra adesso essere libera per Phalang Pracharat per rovistare un po’, far leva sul patriottismo di un paio di centinaia di eletti, convincerli che il bene del Paese si trova da una certa parte e trovare così la maggioranza. Prayut Chan Ocha, il generale già primo ministro, potrebbe così tornare in sella al cavallo thailandese.

Future Forward

In mezzo a tutto questo Juan (informale per Thanathorn Juangroongruangkit ), leader del “Future forward party” ha detto che si schiererà con chiunque non supporti i militari e cercherà di far progredire la democrazia thailandese.

Nel frattempo dovrà difendersi in varie sedi contro le accuse di sedizione che gli vengono rivolte e contro vari tentativi di buttarlo fuori dalla scena politica.

Il miliardario Juan, che ha partecipato alle elezioni thailandesi del marzo 2019 con il partito  "Avanti nel futuro".
Il miliardario Juan, che ha partecipato alle elezioni thailandesi del marzo 2019 con il partito “Avanti nel futuro”.

Qualcuno vuole tirare le somme?

In questo bell’articolo dell’Asia Times si tirano un po’ le somme della vicenda e si cerca di delineare le strade che si pongono davanti alla società thailandese. Se avete tempo leggetevelo, io vi faccio li riassunto.

La democrazia guidata dai militari ha buone possibilità di ottenere il governo del paese, seppure con un margine di 6-7 voti sull’opposizione. Poco. Ci si aspetta sessioni parlamentari piuttosto complesse.

Al di là di possibili frodi è però evidente che il Phalang Pracharat ha fatto breccia in una certa parte della popolazione, anche per come la giunta militare è riuscita a gestire il periodo di transizione dopo la morte, 3 anni fa, del re Bhumibol. Periodo culminato la scorsa settimana con la coronazione del nuovo monarca Rama X Maha Vajiralongkorn*.

Possibili sorprese possono arrivare dal “Future forward party” che con la sua agenda liberal/progressista (e molto digitale), ha fatto presa sulla parte giovane della popolazione e potrebbe scendere in strada nel caso il leader fosse arrestato o estromesso dalla vita politica.

In una società molto complessa, tradizionalista e abbastanza difficile da penetrare, l’instabilità politica è forse temuta più di eventuali limitazioni della libertà. Certo l’influenza politica del modello cinese (dove i militari non sono al comando ma è forte la spinta verso un sistema stabile più che pluralista) è forte. Non rimane che aspettare. E magari andarci in Thailandia.


Se vi va di continuare a leggere una bella intervista ad una ragazza che ha deciso di trasferirsi dagli Stati Uniti al Sud Est Asiatico, Sarah Griffith, potete cliccare qui (versione inglese).

Chi invece è interessato ad approfondire le questioni alla base degli scontri ad Hong Kong.

In alternativa vi offro un classico, cosa vedere a Bangkok e ovviamente cosa vedere a Chiang Mai.

Se voleette invece fare rotta sull’Europa vi consiglio Budapest tra festival e terme.

*Avrete visto le tante immagini della cerimonia d’incoronazione e i 27 elefanti agghindati che hanno salutato il monarca. Senza dubbio uno spettacolo d’altri tempi.

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