Panama carnevale di Las Tablas, Chitré e Villa de Los Santos.

Panama carnevale di Las Tablas.

Chi mi conosce potrebbe dirsi sorpreso nel sapere che, nell’anno del Signore 2013, in viaggio nello stato di Panama, mi sia fatto ben 5 giorni di carnevale a Las Tablas, Villa de Los Santos e Chitré. Eppure, lo confesso, è stato così.

Adesso mi risulta difficile rintracciare i motivi che mi hanno spinto a deliziarmi di alcool, folla allucinata e allucinante, ritmi latini, pollo fritto e scippi a go go (non facevo io gli scippi, precisiamo). Forse perché nel 2013 ero ancora giovane ed essendo il carnevale l’evento principale di tutta lo stato, quello a cui accorrono centinaia di migliaia di persone, mi sembrava assurdo fare lo snob e rintanarsi in una caverna.

Col senno di poi potrei aggiungere che in buona parte di Panama, nella settimana di carnevale, non si può far altro che partecipare al carnevale, per cui, già che uno è obbligato, meglio fare le cose per bene.

Panama carnevale di Las Tablas

Dovete sapere che nello stato di Panama il carnevale di Las Tablas è una cosa seria. Le storie e i racconti che lo paragonano a quello di Barranquilla o Rio sono però senza dubbio esagerate. Considerate che in tutto lo stato di Panama ci sono circa 4 milioni di persone (credo che il 4milionesimo cittadino sia nato giusto mentre scrivo ), mentre solo a Rio ne vivono circa 7 milioni e a Barranquilla 1,2.

Panama carnevale di Las Tablas. In questo caso la foto ritrae un carro nella città di Villa de Los Santos
Panama carnevale di Las Tablas. In questo caso la foto ritrae un carro nella città di Villa de Los Santos

Dimensioni e pura forza numerica a parte, bisogna ammettere che l’anima di questo carnevale batte molto forte e ha una sua dimensione tutta particolare, fatta di aspetti estremamente professionali (e costosi) e di altri molto più amatoriali, vivi, veri e vivaci.

Il mix è disorientante. Si fanno certamente cose che da noi non si possono più fare (nulla di illegale, ma se anche solo guardate dove e come fanno partire i fuochi artificiali vi si rizzeranno i peli sulle braccia) e la passione, la voglia di divertirsi, che viene scaricata in città in questi 4/5 giorni, deve avere senza dubbio un che di taumaturgico.

Panama carnevale di Las Tablas. Ecco cosa parlo quando parlo di fuochi d’artificio. Non le belle coreografie di fine anno a Dubai ma una sorta di versione panamense di Black Hawk Down. Il video è di Trans American Journey. Qui il loro canale YouTube, fateci un salto perché, specie se siete appassionati di Sud America, merita!

Panama carnevale di Las Tablas. Piccola introduzione.

Nel carnevake ci sono due regine (Calle Arriba e Calle Abajo) che rappresentano due parti della città. Girano per il centro agghindate di tutto punto, su carri colorati da cui si “sfidano” a ritmo di balli e qualche insulto, con uno stile a metà tra il melò nostrano e la soap brasiliana. I sostenitori delle due regine supportano la propria parte sparando fuochi d’artificio, cantando, ballando e sfottendo allegramente gli avversari ( ogni tanto arrivano alla mani, ma che volete, il temperamento latino è quello che è e la birra non aiuta a placare gli animi).

Ora ripete per 4 giorni.

Alla fine qualcuno (non mi è ben chiaro chi ma credo non sia nemmeno troppo importante) decreterà la vincitrice tra le due regine, che sfilerà ancora e parteciperà al “funerale delle sardine” (Matteo Salvini docet). Fine del carnevale e tutti a digiuno.

Musica musica della…

In mezzo a tutto questo ci dovete mettere reggaeton sparato a tutto volume, culi che si dimenano (twerking credo lo chiamino i giovani), magliette bagnate, camion carichi d’acqua che spruzzano la gaudente popolazione accorsa, furti, palpatine e palpatone, birra, riso e pollo fritto, fuochi d’artificio e cuori spezzati come se non ci fosse un domani. Ah, dimenticavo, un sacco di gente che dorme dove capita o non dorme proprio.

Nel video qui sotto, un corto molto bello di Don Usher, riuscirete a cogliere almeno in parte la passione e l’impegno che vanno dietro ad un evento di questo tipo.

Panama carnevale di Las Tablas, un bel video esplicativo

Indovina un po’ ?

Da quel poco che ho capito (perdonatemi ma non sono un fulmine in queste cose) la scelta della regina si basa si sulla bellezza ma anche sulla disponibilità di denaro sua/della sua famiglia, dato che dovrà contribuire a saldare il conto di tutto il circo (vestiti, carri, fuochi d’artificio, eventi vari, cibo). Conto che può facilmente aggirarsi intorno alle centinaia di migliaia di dollari (da 3 a 5 dicono i ben informati ma io ovviamente non ho la più pallida idea se stiano millantando cifre assurde).

La mia esperienza a Las Tablas

Dopo che abbiamo spiegato di cosa si parla quando si parla di carnevale, faccio un salto indietro e vi spiego il mio arrivo.

Dopo un tranquillo soggiorno nella ridente Boquete, il mio arrivo a Las Tablas fu sulla scia di un incontro interessante. Viaggiando solo mi ero aggregato ad una comitiva di personaggi che aveva in comune l’appartenenza al Commonwealth e la lingua inglese. C’era un ragazzo americano di origine italiana che viveva a Boston, una ragazza afro-cinese che viveva a Brooklyn, due ragazze sud africane e io.

La compagnia era eterogenea ma attraverso non so quale conoscenza eravamo riusciti a rimediare un letto in una bella casa a Las Tablas . La camera, dove dormivamo tutti e 5, veniva circa 150 dollari (uno sproposito lo so, ma era carnevale).

Panama, carnevale di Las Tablas, una delle due regine.
Panama carnevale di Las Tablas, una delle due regine. Scusate l’immagine mossa ma c’erano troppe cose in ballo all’epoca…

La notte fu piuttosto agitata e non per le ragioni che vi stanno passando per la testa. Il ragazzo italo americano era fuori di se dall’alcool, la ragazza afro – cinese di Brooklyn carica a molla (per motivi su cui è meglio sorvolare) e le due sud africane semplicemente sparirono per ritornare alle 6 di mattina e svegliare tutti.

E poi quella sera il casino per strada aveva una consistenza solida, masse di uomini e donne si trascinavano sculettando a ritmo di samba, reggaeton e salsa. Ognuno con una birra in mano e una coscetta di pollo nell’altra.

La massa ondeggiava e seguiva focosa il carro della propria regina e poi in base a qualche evento che non sono assolutamente riuscito ad individuare, esultava e si zittiva, sparava in aria mortaletti o acqua alle altre persone.

Da Las Tablas a Villa de Los Santos

La cosa interessante era che l’affitto della camera, per fortuna aggiungo, era di una sola notte. Il giorno dopo avevo prenotato un’alloggio in un ostello poco lontano, a Villa de Los Santos.

Gli animalisti mi odieranno e un po' mi vergogno anche io, ma il carnevale è anche questo. Combattimento di galli.
panama carnevale di las tablas, anche se qui siamo a Villa De Los Santos.Gli animalisti mi odieranno e un po’ mi vergogno anche io, ma il carnevale è anche questo.

Chiaramente anche a Villa de Los Santos si faceva sul serio per quanto riguarda il Carnevale.

Ora immaginatevi la scena. Io alto due metri e rotti, che arrivo con due zaini nella piazza centrale di Villa de Los Santos, dove si trova il mio ostello. Piazza principale (Parque Simon Bolivar) che è circondata per quattro lati dalla polizia che perquisisce tutti perché è IL luogo del carnevale. Casse enormi pompano il ritmo sincopato e lascivo del reggaeton e quattro camion cisterna ai lati della piazza sparano cannonante d’acqua.

Io sono lì, spilungone, bardato come un astronauta appena sceso dalla stazione spaziale, con due zaini enormi da far perquisire e poi mi devo far largo tra tutta la gente già ubriaca che si tira birra e cerca di farsi spruzzare dai cannoni. Ho seriamente pensato di non riuscire a fendere la folla, un vero muro umano sudaticcio, alticcio e abbronzaticcio.

Quando si dice avere una festa sull'uscio di casa. Ahhh il carnevale di Las Tablas....
Panama carnevale di las tablas. anche se qui siamo a chitrè. Quando si dice avere una festa sull’uscio di casa.

Eppure, piano piano, completamente inzuppato per via dei cannoni ad acqua che avevano gioco facile a prendere di mira il più alto di tutta la piazza, riuscii ad arrivare alla porta del mio ostello.

My dear hostel

Ora, due cose le dobbiamo dire. L’ostello era in un’antica casa coloniale del 1600, la posizione era fantastica, la proprietaria una signora incantevole e colta sui 70, il prezzo spettacolare, specie per essere carnevale.

Però l’unico bagno che avevamo non andava e la posizione notevole, proprio sulla piazza principale, faceva si che in ogni momento le porte d’ingresso della mia camera da letto, condivisa con altre sette persone in condizioni non propriamente da sogno, tremassero come foglie ad ogni colpo di basso. Dopo le 3 di notte il rumore era così forte che il letto si muoveva e io non ho mai ringraziato così tanto me stesso per aver deciso di portare in viaggio i tappi per le orecchie.

Alcune foto da Villa de Los Santos. Camion, acqua che arriva dall'alto e tanta birra
Alcune foto da Villa de Los Santos. Camion, acqua che arriva dall’alto e tanta birra

La storia del carnevale di Villa De Los Santos

La storia del carnevale di Villa de Los Santos è più o meno simile a quella di Las Tablas, ma non per questo meno interessante.

Due regine/reginette di bellezza, carri a gogo, musica latino americana, divertimento e tanto cibo di strada.

La prima serata a Villa non mi persi d’animo e partecipai all’allegra baldoria insieme ad una paio di ragazzi dell’ostello. Il secondo e il terzo giorno cominciavo ad essere stanco di essere lavato da cannoni ad acqua ogni mattina, senza avere un bagno funzionante e in una camera dove il casino regnava totale, con vestiti bagnati appesi da tutte le parti, e gente sconosciuta che entrava ed usciva come se fossimo in una stazione ferroviaria.

È il carnevale bellezza

Ogni mattina mi svegliavo alle 3 di pomeriggio e raggiungevo a piedi una panaderia di Chitré (a 3km dall’ostello) dove facevo colazione ma soprattutto potevo usare il bagno. La seconda occasione di usare il bagno era un McDonald sempre sulla strada che collegava Villa a Chitré.

Dopo il terzo giorno mi riconnettei con il gruppo Commonwealth di Las Tablas, che nel frattempo aveva trovato dove dormire sul tetto di un ostello gestito da un expat americano a Chitré. Così partecipai alla serata/carnevale di Chitre, dove, sempre per via della mia altezza che non mi faceva passare inosservato, finii per essere intervistato anche dalla TV panamense.

Vi confesso che al 4° giorno di carnevale ero piuttosto devastato e avrei pagato oro per un po’ di musica rock, un centro commerciale con aria condizionata e un buon ristorante dove non servissero riso e pollo fritto. Non lo trovai e le cose peggiorarono quando il carnevale finì.

Dovevo infatti lasciare Villa e muovermi verso Panama City ma chiaramente non ero il solo a doverlo fare e gli autobus non erano semplicemente abbastanza, tanto che dovetti prenderne 4-5 per brevi tratti cittadini invece di uno unico che mi portasse diretto a Panama City. Per un tragitto di 250 km impiegai circa 10 ore.

Però, alla fine, quella del carnevale di Chitré/Villa/Las Tablas rimane una grandissima e bellissima avventura. Il premio finale fu poi l’arrivo a Panama City, una città di cui m’innamorai. Ma, come si dice in certi casi, questa è tutta un’altra storia.


Il post su Panama carnevale di Las Tablas e Villa de Los Santos e Chitrè è a questo punto finito.

Ora, se volete leggere qualcosa sul centro America potremmo continuare il viaggio in Costa Rica, magari nella penisola di Nicoya oppure nella capitale San Jose.

Chi invece è rimasto affascinato da Panama e vuole saperne qualcosa di più, magari della capitale, Panama city, oppure della ridente località montana di Boquete può seguire i link.

E poi ci sono sempre le altre opzioni:

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