L’Arabia Saudita si apre al turismo

Arabia Saudita turismo! Due parole che non eravamo abituati a vedere nella stessa frase. Da adesso invece stanno arrivando i visti turistici. La notizia era troppo ghiotta per non farci un post veloce veloce.

Ad Aqaba, nel 2014, prendemmo un pulmino per arrivare al confine giordano – saudita. Non avevamo alcun appuntamento particolare e non dovevamo certo attraversare il confine. Eravamo solo curiosi di vedere almeno una piccola parte dell’Arabia Saudita.

Mada'In Saleh - foto del profilo IG Saudigate
Mada’In Saleh – foto del profilo IG Saudigate

Adesso sembra che questo non sia più necessario. Dal 28 settembre 52 nazioni dovrebbero usufruire di un nuovo sistema visti che permetterà un’ingresso più semplice nel territorio del Regno.

Basterà seguire le indicazioni del portale https://visa.visitsaudi.com/ e l’ottenimento dei visti per l’Arabia Saudita dovrebbe essere un gioco da ragazzi (come sono anni ’80).

Gli stranieri non potranno visitare Medina e Mecca e non potranno bere alcool, ma sembra che l’obbligo per le donne di vestire con l’abaya non verrà applicato alle turiste straniere, a cui sarà però richiesto un abbigliamento modesto. Pena la lapidazione. No scherzo, quella solo per stregoneria. Non ridete, continuate a leggere.

Arabia Saudita turismo? non capisco! Io pensavo a The Kingdom, ologrammi e Tom Hanks

L’Arabia è sempre stata una meta conosciuta, quasi obbligata, per i musulmani, che almeno una volta nella vita devono fare un pellegrinaggio alla Mecca. Per gli occidentali invece rimaneva un luogo misterioso ed impenetrabile, almeno senza un viaggio organizzato, una guida e/o precisi motivi di lavoro.

Non era semplice ottenere un visto e una volta ottenuto le possibilità di muoversi liberamente in “The Kingdom” (film d’azione che la dice sulla considerazione americana del Regno di MBS), specie per le donne, erano poche.

Divagazione che però merita

Sapete che divago, anche troppo, ma parlando di Arabia non posso non consigliarvi un bellissimo libro di Dave Eggers “A hologram for the king”. In questo romanzo il protagonista, Alan, si ritrova in Arabia Saudita, in una una città futuribile che per il momento esiste solo sulla carta, in attesa che si presenti il re saudita per presentargli un sistema per videoconferenze olografiche. Incontri, scontri e problematiche varie sono raccontate da Dave Eggers con una leggerezza, soavità e maestria che vi conquisteranno.

Il libro è diventato anche un film con Tom Hanks come protagonista.

In foto non rende, ma preso in mano il libro a copertina rigida è un bel libro. Nell’edizione americana ovviamente.

Torniamo a noi

Libri, e film a parte, l’Arabia Saudita rappresenta certo una meta estremamente interessante, anche perché non è stata toccata dalle orde di turisti che ormai hanno invaso tutto il mondo. Inoltre offre alcuni luoghi dal fascino unico: Al – Ula, Mada’ In Saleh, il cratere vulcanico di Al – Wahbah e ancora Jeddah, Riyadh e Dir’iyah…

Qui sotto vi metto un po’ di foto di mete “forti” per il turismo in Arabia Saudita.

Arabia Saudita turismo. Mada'in Saleh - foto di Richard.hargas
Arabia Saudita turismo. Mada’in Saleh – foto di Richard.hargas
Cratere vulcanico di Al – Wahbah – foto tratta da amusingplanet.com
Riyadh, capitale dell'Arabia Saudita
Arabia Saudita turismo. Riyadh, capitale dell’Arabia Saudita

I trascorsi, poco belli, del Regno

So che in questi ultimi anni il governo saudita non ha brillato (eufemismo) per rispetto dei diritti umani, sia all’interno del Regno che all’esterno. L’omicidio, nel consolato saudita di Istanbul, del giornalista Kashoggi è stato un evento inquietante e orribile e la guerra in Yemen è forse la più grave catastrofe umanitaria tuttora in corso.

Eppure il mondo è un posto poco coerente, spesso contraddittorio e allora si deve dire che MBS e la monarchia saudita segnano anche qualche passo avanti. Le donne ora possono guidare (si, fino a poco tempo fa le donne non potevano guidare in Arabia) e l’apertura al turismo non legato al lavoro o alla religione, segna senza dubbio un punto nella direzione di un progressivo svecchiamento di un sistema wahabita che a noi appare come…a dir poco antiquato.

Il video promozionale dell’Ambasciata per promuovere il turismo in Arabia Saudita

Il dubbio

Sono combattuto. Da un lato parliamo di uno Stato che pratica la pena di morte con notevole zelo per stregoneria, adulterio, omosessualità, blasfemia. I condannati possono essere decapitati, crocifissi o lapidati. Di bene in meglio direi, direttamente dalla Passione di Cristo di Mel Gibson, solo che questo non è un film.

Uno stato in cui non esiste una vera e propria separazione di poteri e si può finire dalle stelle alle stalle in pochissimo tempo (vedi il caso di Alwaleed bin Talal).

Dall’altra parte la storia millenaria dell’Arabia è anche la nostra storia. I Nabatei, i romani e le rotte carovaniere, l’Islam e le crociate, la prima guerra mondiale, Lawrence D’Arabia e la catastrofica politica mediorientale dei grandi imperi. Per arrivare fino ad oggi: MBS, Trump, l’Iran, il petrolio e Vision 2030. Inoltre raramente l’isolamento ha fatto bene e l’arrivo di turisti non potrà che insinuare un dubbio, stimolare un confronto, a mio parere necessariamente positivo.

Come al solito, qualche domanda e molte poche certezze.


Il post sull’Arabia Saudita turismo, visti e i problemi del Regno Hashemita è terminato.

Se volete leggere qualcosa sul Medioriente potete cliccare qui e scoprire cosa potete vedere di bello in Giordania.

Oppure un’altra proposta con la mia guida per un viaggio di 7 giorni in Libano.

Oppure cambiare continente e scoprire cosa vedere a Bangkok e la “piccola” Oslo, quartiere per quartiere.

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