Viaggi, rimorsi, occasioni perse… insomma i rimpianti di un viaggiatore. Non solo miei intendiamoci. Perché ogni viaggiatore ha dei rimpianti e condividerli potrebbe aiutare in alcuni casi a sorridere e in altri a non commettere gli stessi errori.
Quante occasioni perdiamo? avete rimorsi per qualche decisione presa in viaggio?
Viaggi e rimorsi. I miei rimpianti da viaggiatore
Il termine “boutique hotel” mi mette in difficoltà.
Per come sono stato cresciuto, per i miei valori sinistreggianti, la parola boutique è associata a decadentismo borghese e lussodi cui ci si può solo vergognare. Boutique mi fa sentire in colpa perché rievoca i discorsi di mia nonna a proposito dei bambini che muoiono di fame mntre io…
Però a Damasco, prima della guerra civile, decidemmo di alloggiare in un boutique hotel.
Iniziamo con il viaggio a Damasco
Abbiamo chiarito che non sono un animale coerente. Il discorso sarebbe lungo e poi, insomma, chi può dirsi oggi veramente coerente?
La mattina, lo ammetto a denti stretti, nascondevo molto bene il mio senso di colpa. Il Beit Zafran era un posto davvero magico, una via di mezzo tra i giardini pensili di Babilonia e la corte di un sultano, ma con il wi-fi (sebbene limitato per via della censura governativa).
L’hotel si trova in un vicoletto nel quartiere di Bab Touma, a Damasco, la millenaria ed affascinante capitale di una Siria che allora non era certo il cumulo di macerie e morte che è oggi. La spirale d’orrore, bombardamenti e distruzione che abbiamo visto in tv era allora vicinissima eppure lontana.
Il mio viaggio in Libano e Siria, le tre settimane mediorientali che da tempo sognavo, erano venute a cadere in ottobre, ottobre del 2010. Parlare di Libano e Siria è in effetti un po’ fuorviante, dal momento che della Siria vedemmo solo Damasco. Il tempo era poco e io sono una persona pigra. E qui arriva il primo rimpianto.
Viaggi e rimorsi: Palmyra
Quella mattina, la mattina del terzo e ultimo giorno a Damasco, mi era passata per la mente una strana idea, provare a raggiungere Palmyra. La cosa difficile era fare tutto in giornata. La guida dava 4 ore di strada, ammesso di riuscire a trovare qualcuno che ci portasse per un prezzo non troppo esagerato. Partendo alle 10 saremmo arrivati nel primo pomeriggio e avremmo avuto forse tre ore per vedere tutto il sito. Poco. Alle 18 saremmo poi dovuti rientrare, altre 4 ore di auto. Un po’ pesante ma si sarebbe potuto fare.
Mentre facevamo colazione io e il mio compagno di viaggio soppesavamo i pro e i contro del piano. Passò del tempo e finimmo a gironzolare per la città, venendo irresistibilmente attirati in un centro commerciale non troppo lontano dalla città vecchia.
Perchè vi racconto questa storia?
Vi racconto questa storia per farvi capire quanto sia importante cogliere l’occasione.
Viaggi e occasioni perse. Gli errori del viaggiatore
Al momento in cui scrivo la Siria è allo stremo dopo quasi 6 anni di una guerra civile che rischia di tracimare oltreconfine quando non l’abbia già fatto. In mezzo allo strazio e ai morti ci si è messo anche lo sdegno per lo scempio compiuto dai soldati di Daesh nei confronti di alcuni siti archeologici millenari tra cui proprio Palmyra.
La distruzione dell’arco di trionfo, l’uccisione del sovraintendente Khaled Al-Asaad e il saccheggio sistematico del sito, hanno senza dubbio inferto un duro colpo alla città e quello che si potrà vedere dopo questa furiosa guerra sarà probabilmente una copia sbiadita della Palmyra che era.
Non mi considero un gran viaggiatore, riconosco di aver fatto diversi viaggi ma nonostante l’esperienza accumulata ho ripetuto uno stesso errore più volte, un errore che non vorrei voi faceste.
Ho rimandato. Errore che da viaggiatori farete spesso ma non di meno rimane un grave errore.
Mi sono detto, mi sono autoconvinto, che avrei potuto fare a meno di andare, che avrei potuto evitare di fare quel tour o quella deviazione, che se anche non compravo quel pezzo di artigianato tanto bello era lo stesso perché sarei potuto tornare. Invece spesso, quando non sempre, le cose non vanno così.
Perché alla fine non hai tempo per tornare in quel negozio o paese, non hai più la possibilità di andare a fare quel trekking, o contattare quella persona. Le possibilità sfumano e noi stiamo a guardare, quando abbiamo l’occasione di scendere in campo decidiamo di restare in panchina. I motivi possono essere innumerevoli e anche validi, ma con il passare del tempo mi rendo sempre più conto che bisogna evitare di rimandare le cose che si vogliono fare.
Viaggi e rimorsi. Concludiamo. Avventuroso? sì ma non troppo
Non fraintendetemi, non voglio correre rischi inutili o fare lo scavezzacollo. Non parlo di bungee – jumping o attarversare l’Antartide in inverno con le infradito. Non mi sentirete mai dire di voler “provare tutto”, però certe volte bisogna abbracciare una forma di “coraggio” e lasciare un porto sicuro per veleggiare verso qualcosa che sia anche solo semplicemente altro rispetto a dove siete adesso, rispetto a quello che state facendo. Che poi è il concetto alla base del viaggiare.
Esiste certo il pericolo di rimanere delusi e in questo caso specifico, la Siria oggi, il pericolo prenderebbe la forma un pelo più concreta di un uomo barbuto che mi rapisce, mi tiene chiuso in uno scantinato e mette in giro sulla rete video di me in tuta arancione con un coltello puntato alla gola. Al quel punto l’esito probabile, e forse nemmeno il peggiore, è quello per cui i miei parenti vedrebbero rotolare la mia testa nell’edizione della notte del telegiornale.
Ad ogni modo, for what is the actual of discovery if not leaving the safe foothold of the known to reach into the abyss?
Bene, questo post un po’ malinconico su viaggi e rimorsi è finito. Se avete ancora voglia di leggere non vi rimane cliccare su questi link:
Guida all’uso delle carte di credito in viaggio
Come prenotare un volo aereo…spendendo un po’ di più. Vedrete che vi farà bene 🙂
Autenticità e viaggi, mito e realtà