Vi racconto i 3 migliori alloggi in cui abbia mai dormito

Causa pandemia negli ultimi due anni abbiamo viaggiato con i ricordi forse più che con le gambe. Io mi sono rifatto recentemente con il Perù ma il punto rimane. Ci siamo accorti di una improvvisa fragilità del nostro mondo e del nostro modello turistico.

Ci lamentavamo di quanto la nostra vita si fosse spostata troppo online e adesso ci rendiamo invece conto di quante interazioni umane e reali avevamo, e abbiamo, ogni giorno. Detto questo perché non andare a ripescare qualche vecchia memoria di quando per andare nel sud – est asiatico non si doveva fare la quarantena ad esempio? o di quando a Damasco si poteva andare senza essere scapicollati da terroristi barbuti?

Bene, allora partiamo.

I 3 migliori alloggi in cui abbia mai dormito. Il contesto

La prendo alla lontana, preparatevi.

Viaggiare è da molti considerato una cura, una specie di medicina che allevia e poi risolve, tutti i mali e malesseri. Un balsamo rivitalizzante, un rimedio sciamanico per le tribolazioni del nostro animo inquieto, sbattuto qua e là tra pandemie e social media, fake news e colpi di stato, inverni che passano, amori non corrisposti e il sempre incombente Apocalisse.

Atene Acropoli dal basso

Chi mi segue sa che sul viaggio come cura sono d’accordo, almeno in parte. In genere però, quando si parla di cura, si pensa al relax e ci si immagina alle Maldive a sguazzare nelle acque limpide, calde e azzurre, oppure a New York, sulla cima di qualche grattacielo.

In questo quadro l’hotel/alloggio dove ci si trova è parte integrante del trattamento rilassante. Bello, pulito, curato, un po’ moderno ma non troppo, ancora meglio se unisce il fascino aristocratico del passato con i gingilli tipici della modernità.

Vang Vieng, natale 2014. Sulla strada per lunag Prabang. Ognuno ha i suoi scheletri nell'armadio. Viaggiare cura? di certo rende più buoni.
Vang Vieng, natale 2014. Sulla strada per lunag Prabang. Ognuno ha i suoi scheletri nell’armadio. Viaggiare cura? di certo rende più buoni.

Questo modello luccicoso e chic mi attira davvero poco. Certo, un bell’hotel è sempre un bell’hotel ma in questa sorta di classifica solo uno dei tre può essere considerato chic. Infatti, almeno per quanto mi riguarda, sono molto spesso gli alloggi più arrangiati che mi lasciano qualcosa, che mi trasmettono un senso profondo.

Se poi vogliamo riallacciarci all’idea di viaggio e cura credo che sia di cardinale importanza non andare in un luogo chic, abbandonare molte delle comodità a cui siamo abituati, per far si che il viaggiare espleti una qualche funzione curativa.

Sebbene sia un clichè ripetuto da molti c’è qualcosa di vero nel fatto che il viaggio abbia inizio al di fuori della nostra comfort zone. Non voglio finire a discutere di self-help, autostima e tecniche di vendita per cui mi fermo qui, sto andando su un crinale scivoloso.

Passiamo alla classifica.

Quali alloggi scegliere?

Voi cosa scegliereste tra hotel, ostelli, resort o catapecchie fumose nella foresta? Badate bene, come vi ho già detto prima, e nonostante le patinate immagini che vanno per la maggiore su IG, spesso le soddisfazioni più grandi arrivano da luoghi piuttosto spartani, per usare un eufemismo. Per rimanere sul parallelo tra viaggio e cura si potrebbe dire che la medicina, per funzionare, deve essere amara.

A questo punto bando alle ciance e via con lista, in rigoroso disordine .

I 3 migliori alloggi:

Thailandia, Ayutthaya.

Novembre 2014, Thailandia, Ayutthaya. L’hotel prenotato, quasi per caso, senza pensarci su e con un preavviso di sole 24 ore (perché sapete, non è che pianifichi molto i viaggi...) è il Luang Chumni Village. Tutto in legno, circondato da un piccolo fossato, sembra davvero di fare un salto indietro nel tempo.

I 3 migliori alloggi. Luang Chumni village, Ayutthaya.
I 3 migliori alloggi. Luang Chumni village, Ayutthaya.

Certo, il centro della città di Ayutthaya, con i suoi mille templi, i cani scatenati e i monaci buddisti, aiuta. Occhio ai morsi dei randagi però. La rabbia, se non curata, dà piuttosto fastidio. E non basta un viaggio per curarvi, dovete andare in ospedale.

Kota Baru, Malesia

I 3 MIGLIORI ALLOGGI. AHHH, L'OSTELLO DI KOTA BARU. L'EDIFICIO FORSE NON ERA ESATTAMENTE QUESTO MA QUELLO ACCANTO CHE S'INTRAVVEDE APPENA. LA FOTO SERVE SOLO A DARE L'IDEA DICIAMO.
I 3 migliori alloggi. Ahhh, l’ostello di Kota Baru. L’edificio forse non era esattamente questo ma quello accanto che s’intravvede appena. La foto serve solo a dare l’idea diciamo.

Dicembre 2011, ostello senza nome di Kota Baru, Malesia. Mi spiace non essere più preciso ma non credo che questo ostello esista più. Il posto era davvero mal tenuto, per usare un eufemismo. I tappeti in bagno erano inquietanti, lo sporco e gli scarafaggi regnavano incontrastati, la mia camera era 3x3m, non aveva la finestra, l’interruttore per il ventilatore e la luce erano fuori dalla porta, il wifi non andava e la notte la chiave d’ingresso veniva messa sotto lo zerbino, alla faccia della sicurezza. Eppure, per 4 notti, mi sono sentito a casa.

Forse penserete male della pulizia della mia casa adesso. A parte questo, a conquistarmi era stata la simpatia di Jerry (il receptionist/animatore, un ragazzo più grande e molto più allegro di me), le 4 ragazze malesi che lavoravano alla libreria sotto l’ostello e venivano a fare due chiacchiere la sera, e un tipo americano un po’ troppo spavaldo ma con un migliaio di storie interessanti da raccontare (e che non aveva mai fatto un’assicurazione di viaggio). Per farvi capire che le cose non erano mai così terribili, lui continuava a ripetere “pensaci Andrea, qual è la cosa peggiore che ti può capitare?”. Una bellezza.

Damasco, Siria. Beit Zafran

Beit Zafran, cortile interno. Damasco, 2010
i 3 migliori alloggi. Beit Zafran, cortile interno. Damasco, 2010

Beit Zafran, Damasco ott. 2010. Di questo ultimo punto ne ho già parlato. Nessuna avventura particolare in questo caso, si tratta solo di quello che, come atmosfera, è senza dubbio il più bel albergo in cui abbia mai dormito. Si chiamava (e si chiama ancora, nonostante le mille difficoltà e la guerra civile, l’hotel è nuovamente in attività) Beit Zafran e si trova in una piccola viuzza nel cuore del centro storico di Damasco, in quella che è considerata la parte cristiana del centro storico. La colazione sul tetto, il cortile interno e la gentilezza dello staff sono ancora tra i più dolci ricordi del mio viaggio siriano.


Direi che il post sui 3 migliori alloggi in cui abbia mai dormito è finito. Ovviamente credo sia inutile precisare che non ho ricevuto, e non ricever, alcun compenso se prenotate in questi posti.

Adesso che ne dite di come pianificare un viaggio dopo una pandemia?

Oppure vi propongo un salto in questi posti :

Caucaso perché dovete andarci

Copenaghen tra New Nordic e calcio

Oslo cosa vedere

Un salto nella capitale greca, Atene

Bangkok, la capitale della Thailandia, è una città pericolosa?

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