Proseguiamo con l’intervista ad Alessandro Salvatori e le sue “avventure nel mondo”. Chi fosse interessato alla prima parte può trovarla qui.
5 – Il mio primo blog l’avevo aperto nel 2005, per raccontare un viaggio tra amici. Poi ho cominciato a pensare che i viaggi si fanno, non si raccontano. Alla fine invece mi ritrovo a collaborare con Momondo e a scrivere in un blog. Tu hai mai pensato che la tua passione per i viaggi potesse diventare un qualcosa di serio o magari anche un lavoro?
Sicuramente mi piacerebbe fondere la passione per i viaggi con il mio lavoro di albergatore e sto lavorando ad un progetto in questo senso in modo da raccontare le mie esperienze a chi interessano ed a far appassionare a questo tema nuove persone. Per il resto sono aperto a tutto, vediamo cosa ci riserverà il futuro…
6 – Andiamo sul classico. Tre cose che ti piace fare in viaggio e tre cose che odi.
La prima cosa è sicuramente la fotografia, non sono un professionista, ma torno sempre a casa con buoni risultati! Mi piace girare, perdermi tra le vie per vedere cosa succede veramente, provare cibi tipici e conoscere le usanze locali.
Odio con tutto il cuore i voli ed i lunghi trasporti perché non riesco a dormire seduto. Odio le zanzare e soprattutto odio la maledizione di Tutankagon.
7 – L’ho chiesto anche a Francesco e Federica, il fotografo e la blogger a cui ho fatto le interviste precedenti, e lo voglio richiedere anche te. Parto dal presupposto che viaggiare mi ha reso umile. Mi ha insegnato che il mio posto nel mondo è insignificante e che le cose importanti, quelle per cui preoccuparsi davvero, non sono poi molte. Quando si parte per un lungo viaggio, qualcuno, magari i tuoi genitori o i tuoi amici più stretti tengono i contatti per qualche settimana, ti scrivono su FB o Whatsapp o IG, ma poi, alla lunga la routine quotidiana prende il sopravvento e tendono a “dimenticarsi” per così dire. Quando siamo a casa nostra abbiamo questa idea di essere un po’ al centro del mondo, tutto quello che capita capita a noi e intorno a noi, ma invece il mondo continua a girare anche se non ci siamo. Tu che cosa hai imparato viaggiando?
Io solitamente prediligo viaggiare in paesi meno sviluppati ed il principale insegnamento che mi hanno sempre dato è che i poveri in realtà siamo noi; vedo molto più sorrisi nel terzo mondo che nei paesi del G8. Quando torno da un viaggio i primi giorni sono i peggiori, non tanto per jet-lag o acclimatamento, ma perché do un peso maggiore a tutto ciò che succede o che sento dire e penso che un viaggettino in quei paesi servirebbe a tutti.
8 – Anche questa domanda è già stata fatta a chi ti ha preceduto ma voglio farla anche a te. Si tratta di una piccola provocazione. Quando organizzo un viaggio e ne parlo con qualcuno, spesso mi dicono “beato te che puoi” oppure “ahhhh se potessi”, come se un viaggio fosse una cosa così difficile da fare o da programmare. Ebbene, io credo che in realtà a molti non interessi viaggiare. E lo posso capire, viaggiare può essere faticoso, stressante, costoso, spesso può succedere che ti trovi da qualche parte, stanco e solo, e ti chiedi “ma chi cazzo me l’ha fatto fare?” e allora stare a casa è molto più semplice. In fondo, fino a 100/120 anni fa viaggiare era una specie di lusso per rampolli aristocratici annoiati. Se poi ad un cittadino della Parigi del 1860 avessi detto che volevi spendere i soldi guadagnati negli ultimi sei mesi per andare nel regno del Siam, ti avrebbero preso per pazzo. Tu cosa ne pensi, non è che questo mito del viaggio sia una sorta di moda non condivisa da tutti?
Il tema del viaggiare si è evoluto negli anni, ora grazie a internet il mondo è alla portata di tutti e si viaggia più di una volta. Pensa per esempio allo Sri Lanka, 20 anni fa chi si sarebbe sognato di andarci? Tutt’ora nessuno sa dov’ è di preciso… E invece ho tanti amici che negli ultimi anni ci sono stati; ad alcuni ho anche dato il mio itinerario per aiutarli. La cosa simpatica è, al loro ritorno, chiedere se gli è piaciuto lo stupa di Anuradhapura, o se hanno avuto paura per salire sulla montagna di Sigiriya e sentirsi rispondere: “Ah, non ci sono andato!”. Come quelli che vanno in crociera dicendo “vedo un sacco di posti”. Per riassumere il concetto è che una volta viaggiavano in pochi, ma con consapevolezza, ora viaggiano in molti, ma non sanno neanche dove vanno.
9 – Siamo in un mondo dove i social media sono fondamentali e se non hai almeno tre profili social puoi essere, a torto o a ragione, essere considerato un luddista. Ammetto che io me la cavo molto male con i social e ancora peggio con i selfie o con i video. Inoltre non mi piace per nulla l’idea di farsi pagare o ricevere compensi, per attività di sponsorizzazione più o meno camuffata. Una volta si parlava di markette (con la k se ricordiamo Chiambretti), mentre adesso si parla di creazione di contenuti o blogtour o forme più o meno velate di ricompense per andare in questo o in quel posto. Per non parlare della question influencer. Non so se tu l’abbia fatto o lo voglia fare e in caso positivo non voglio mancarti di rispetto, ma l’idea per me stona un po’ con lo stesso presupposto di un serio blogger o youtuber o Instagrammer, che vuole rendere gli altri partecipi di esperienze autentiche. Tu cosa ne pensi del rapporto tra social e viaggi?
Intanto mi vien da ridere, perché ormai queste parole suonano come una barzelletta; oggi basta uscire da casa e fare un video e sei un travel blogger… per come intendo il viaggio io è quasi impossibile documentarlo in maniera maniacale come vedo fare ogni tanto sui social perché o sei concentrato sul viaggio o lo sei a filmare ecc… Certamente i social sono utili per farsi un’idea delle mete, delle esperienze che si potrebbero vivere, ma poi ognuno dovrebbe riflettere su come potrebbe essere la realtà!
10 – Domandona importantissima. Tre luoghi da vedere e perché.
La mia filosofia è che non c’è un viaggio migliore di un altro, c’è il miglior viaggio per te in quel determinato momento! Detto questo, un paese che porto nel cuore è l’Indonesia, il mio primo viaggio organizzato da solo, tra mare, vulcani, templi, incroci di religioni e culture, dove ho intenzione di tornare presto! Un luogo incredibile dove vi invito ad andare è l’India un posto unico al mondo, che ha nella città di Varanasi la sua perla. A distanza di anni non riesco ancora a spiegare la bellezza di questo paese e credo che l’unico modo per capirlo sia di andarci (consigliato a viaggiatori esperti). Il luogo più importante da vedere è quello dove ancora devo andare!
11 – E allora la domanda sorge spontanea, come si diceva una volta. Quale sarà il prossimo viaggio?
Facile, 9 giorni in Oman a fine aprile.
Bene giovani, se qualcuno è interessato a questo viaggio può andare a questo link.
Avventure nel Mondo
Se invece Avventure nel Mondo vi ha incuriosito e volete provare a vedere cosa salta fuori da un bel viaggio in gruppo potete fare un salto qui.
Anche per questo giro è tutto, se avete domande sapete dove trovarmi!