Ubon Ratchathani, Chong Mek e Mukdahan. Il confine Thailandia e Laos.

Ubon Ratchathani, thailandia, fine della ferrovia. Far west, far east o nessuno dei due?

Arrivo a Ubon Ratchathani thailandia

Quando arrivammo a Ubon era notte, il treno aveva fatto un modesto ritardo, più o meno 3 ore e mezzo, e una certa stanchezza aveva preso il sopravvento. Decidemmo di prendere un taxi (cosa strana per me e la mia compagna) e andare direttamente in hotel.

La mattina successiva ci svegliammo con l’intenzione di dare un’occhiata alla città, di tastarle il polso. Mi considero un animale cittadino ed essendo così lontano da Bangkok mi ero preparato ad amare sorprese…invece rimasi piacevolmente colpito, il polso batteva forte e la città era vivace.

Una delle strade di Ubon Ratchathani, Thailandia. Fonte Thaismile.jp
Una delle strade di Ubon Ratchathani, Thailandia. Fonte Thaismile.jp

Ubon Ratchathani, Thilandia, una sorpresa

Si perché Ubon Ratchathani è forse (eufemismo) un po’ fuori dagli itinerari turistici thailandesi ma non è certo una città morta o di frontiera (almeno non nel senso più…fuorilegge del termine).

Tagliata in due dal fiume Mun, sebbene tutte le località di interesse turistico si trovino sulla sponda nord del fiume, Ubon ha una serie di negozietti artigianali, templi e caffè che le donano un’aria molto più godibile di quanto non si direbbe.

Come spesso capita nelle città thailandesi i templi visitabili sono molti ma uno in particolare  ha attirato la nostra attenzione, specie per la ricchezza delle decorazioni (qualcuno ha detto kitsch? magari al limite).

Si tratta del tempio Wat Tai Phra Chao Yai Ong Tue, un tempio (in realtà erano due, da cui il lungo nome) della fine del 1700 che mischia diversi tipi di architettura, da quella Thai a quella Vietnamita e Khmer.

Wat Tai Phra Chao Yai Ong Tue. L'immagine è quella che è, l'ho presa dal mio Instagram.
Ubon Rathcathani, Thailandia, Wat Tai Phra Chao Yai Ong Tue. L’immagine è quella che è, l’ho presa dal mio Instagram.

Interessante anche il Wat Luang, con la sua struttura stretta e allungata verso il cielo, tipica dell’Isan thailandese. Il Museo Nazionale lo consiglio invece solo ai patiti dei musei, dato che purtroppo, come spesso accade, le molte informazioni non sono sempre tradotte e l’approccio  espositivo è un po’ anni ’70.

Al di là di tutti questi luoghi turistici Ubon rimane però una città da girare a piedi, armati di tempo e curiosità. Ad esempio nella strada davanti al parco principale della città, il Thung Si Muang, trovammo un piccolo negozio, Rawang Thang (qui il link FB, spero sia ancora aperto), che vende souvenir e oggetti d’arte contemporanea provenienti dai dintorni. Interessantissimo, specie per fare qualche regalo ai parenti e amici a casa.

Il Rawang Thang è solo un esempio ma ne troverete diversi di negozi simili in giro per la città (a memoria diversi erano nella parte più a est della città, tra il Wat Liab e Wat Phon Phaen).

E poi? Il confine Thailandia Laos!

Ecco perché mi sento di consigliare Ubon Ratchathani, specie a chi vuole entrare in Laos. La città è infatti un piacevole punto di sosta prima di entrare nel “selvaggio” Laos. Da Ubon si può procedere verso est al confine laotiano, passando al punto di confine Chong Mek – Pakse, oppure entrare in Laos più a nord, al punto di confine Mukhadan – Savannakhet.

Nel nostro caso, giusto per non fare le cose troppo semplici, decidemmo di passare il confine più lontano, quello Mukhadan – Savannakhet, per poi risalire il Laos verso Luang Prabang ma questa, come si dice, è un’altra storia*.

Ahhh il caro vecchio Laos, lì si che la rivoluzione è riuscita.
Ahhh il caro vecchio Laos, lì si che la rivoluzione è riuscita.

Fino a qualche anno fa il superamento del confine comportava il pagamento di un “obolo” ai soldati di guardia, 1 dollaro a testa. Posso confermarvi che le tradizioni sono dure a morire e l’obolo si paga ancora. Poi, nel caso foste gente di principio e vi venisse in mente di non pagarli, auguri. Come può testimoniare la mia compagna, sarà una lotta durissima che vi vedrà probabilmente soccombere.


Il post su Ubon Ratchathani è finito. Volete proseguire verso il Parco nazionale Khao Yai, andare ad Ayutthaya e scorpire cosa vedere oppure a Koh Phi Phi tra thai boxe e sbronze?

C’è poi, sempre disponibile, la regina del nord della Thailandia, sviscerata nel post Chiang Mai cosa vedere.

Oppure preferite un puinto di vista più rilassato sul passaggio di confine Thailandia – Laos nel triangolo d’oro?

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