Ko Phi Phi Don, thai boxe e il ritorno in un posto già visto. Due argomenti che non hanno apparentemente alcun elemento in comune ma che io vi schiaffo assieme. Continuate a leggere o passate a donnamoderna?
Che hai da guardare?
Non sono un esperto di arti marziali e nemmeno le pratico, però a Ko Phi Phi Don, l’isola più grande del gruppo Phi Phi, a circa 1h30min di traghetto da Phuket o Krabi, c’é un locale che mi è davvero rimasto nel cuore.
Al centro della sala, al posto della pista da ballo, c’è un ring. Un ring per la thai boxe, che ovviamente non ha nulla a che vedere con la vera arte del Muay Thai, ma semplicemente permette di regolare un paio di conti con i propri compagni di viaggio.
Quando ci passai, nel 2008, mi sembrava un’idea sensazionale. Non sono, diciamo, particolarmente portato per il ballo e il senso del ritmo è una di quelle qualità che non ho mai posseduto, per cui l’idea di sostituire la solita, banale, pista da ballo con un bel ring mi sembrava vincente.
Non oso nemmeno affrontare l’incubo burocratico che nascerebbe dal mettere in piedi un ring di thai boxe in un bar qui da noi, ma sono sicuro che quando le ore si fanno piccole e l’alcool scorre abbondante nelle vene, anche qui ci sarebbe da divertirsi.
Ko Phi Phi Don, la thai boxe e i pirati.
Qualche anno fa Ko Phi Phi Don sembrava una via di mezzo tra la piratesca Tortuga e l’isola del signore delle mosche di Golding. Recentemente mia sorella ci è stata (2015) e devo dire che me ne ha parlato in termini meno che lusinghieri, pur nel complesso avendo apprezzato il posto e le sue acque ancora limpide. Tra l’altro è notizia recente che Maya Bay resterà chiusa ancora per un bel po’. Fortuna che siamo riusciti a vederla in tempo.
Tra i viaggiatori di lungo corso c’è chi ritiene che ritornare nei luoghi già visti sia un errore madornale perché ci si rovinerebbe l’esperienza della prima volta. Non sono affatto d’accordo e torno spesso con piacere nei luoghi che ho già visto, per ora il Reggae Bar di Ko Phi Phi non l’ho rivisto, ma so che arriverà il suo turno e chissà chi verrà con me. Se la questione del ritorno vi interessa la approfondisco in questo post.
Chiang Mai e il ring
Altra luogo, altra scena. Chiang Mai, nord della Thailandia, novembre 2008. Incontro semiserio di thai boxe tra ragazzini, campioncini locali e qualche bellimbusto europeo. Ring piantato in un grande capannone con attorno una decina di bar. Pubblico per la maggior parte europeo, birra a go go e qualche ragazza scosciata.
L’ambiente sembra vagamente una bisca clandestina di un film di Tarantino. Minigonne, occhiatine, trans dal passo felpato, biliardi e poi si, c’è anche qualche incontro di Thai boxe. Non riuscivo a capire se quello a cui stavo assistendo fosse una sorta di elaborata messa in scena per far consumare birre e lavorare le ragazze o se ci fosse anche qualcosa di riconducibile allo sport. Non che fosse importante, perché il clima era comunque quello giusto.
Continuo a credere che ci sia un qualcosa in Asia che da noi non c’è più. Forse, prima o poi, troverò la forza di fermarmi più di qualche settimana e capire come stanno le cose. Forse.
Se volete proseguire il viaggio in Thailandia vi offro il parco nazionale Khao Yai, oppure la bella cittadina di Ubon.
Senza dimenticare il gioiello della Thailandia, la lussuriosa, tecnologica ed estremamente glam Bangkok!