Fotografia e viaggio, Francesco Corsi si racconta – 2° parte

Ecco qui, a grande richiesta, la seconda parte dell’intervista con Francesco. Chi si fosse perso la prima può andare qui. E adesso di nuovo sotto con viaggi, fotografia e non solo.

7 – Spesso mi chiedono perché viaggio in un certo paese piuttosto che in un altro. Ad esempio ho viaggiato relativamente poco in Italia e mi mancano dei luoghi classici in Europa. Io rispondo sempre che il viaggio non ha logica. Non è che si parte dal giardino di casa, poi si gira nella propria regione e infine all’estero. Si va dove si viene attirati. Nel mio caso le idee arrivano dagli incontri, dalle letture e dai film. Nel tuo caso da dove trai ispirazione per viaggiare?

Mah… ti dirò, tante volte sono stati i racconti di altri viaggiatori a spingermi  verso una parte del mondo piuttosto che un’altra. Ti sarà capitato in viaggio di trovarti a cena con sconosciuti con i quali condividere qualche giorno di cammino, o persone con le quali parli solo da pochi minuti ed hai la sensazione di conoscerli da una vita e spesso ti danno la dritta che non riesci a levarti dalla testa! Altre volte l’idea arriva guardando i documentari in tv. Più difficile che l’idea mi arrivi da un libro, questo perché mi piace leggere di un luogo una volta che ho scelto la destinazione.

 Anche io come te non conosco molto l’Italia. Da quando sono babbo ho fatto un paio di viaggi verso mete più vicine, in Italia e in Europa. Per l’esattezza in Umbria, Provenza e  Slovenia e devo dire che ne sono rimasto affascinato ed entusiasta.

In the Age of Innocence
In the Age of Innocence, Caldana, Italy
8 – Andiamo un po’ più sullo sciocco perché altrimenti chi legge pensa che sono, siamo se non ti offendi, intellettuali. Cos’è che in genere ti piace fare in viaggio e cos’è invece che non faresti mai e poi mai.

Intellettuale…chi pensa questo forse non ha letto attentamente le mie risposte! Comunque, in viaggio, come nella vita di tutti i giorni, faccio ciò che mi passa per la testa, ovviamente senza nuocere a chi mi sta vicino. Ho viaggiato con amici, fidanzate e da solo e chiaramente nell’ultimo tipo di viaggio ho avuto più libertà nel decidere che fare. Ad esempio cambiare itinerario continuamente a seconda delle sensazioni e dei racconti sentiti per strada. O ancora infilarmi in tante situazioni dove mi sentivo circondato da un’energia positiva, perchè alla fine sono curioso come una scimmia. Poi se ti devo raccontare ciò che ho combinato in giro per il  mondo, inseriamolo in un’intervista a parte!

9 – Confesso che viaggiare mi ha reso umile. Mi ha insegnato che il mio posto nel mondo è insignificante e che le cose importanti non sono poi molte. Quando si parte per un lungo viaggio, qualcuno, magari i tuoi genitori o i tuoi amici più stretti, tengono i contatti per qualche settimana, ti scrivono su FB o Whatsapp o IG, ma poi, alla lunga, la routine quotidiana prende il sopravvento e tendono a “dimenticarsi” per così dire. Quando siamo a casa nostra abbiamo questa idea di essere un po’ al centro del mondo, tutto capita a noi e intorno a noi, ma invece il mondo continua a girare anche se non ci siamo. Tu che cosa hai imparato viaggiando?

Sicuramente ho imparato a conoscermi meglio, cavandomela in tante situazioni differenti, scoprendo una parte di me che se non fosse stato per il viaggiare forse non sarebbe mai uscita. Si perché il viaggio, il lungo viaggio, non è come le vacanze o le due settimane di ferie dove devi fare tutto dando il massimo prima di tornare alla realtà. Il viaggio, come lo intendo io e come mi sembra di capire lo intendi anche te, è un pezzo della tua vita, dove quando giri l’angolo succede sempre qualcosa e a questo qualcosa devi rispondere, sempre in maniera positiva, perché sei lontano da casa, dalle persone che ti amano e puoi contare solo su di te. Se ti butti giù è finita!

Takeaway Chicken
Takeaway Chicken, RN7 (Madagascar)
Concordo pienamente con quello che dici. Forse il lungo viaggio è, in qualche modo, vita nel senso più “vero” e “randagio”, senza i filtri e le protezioni che abbiamo quando siamo a casa.

Ricordi quando ci siamo conosciuti a Panama, mi avevano diagnosticato il Dengue. Ecco, quello è stato una delle tante volte in cui, pur non viaggiando da solo perché ero con la mia ex ragazza, ho dovuto rimboccarmi le maniche, pensare positivo ed andare avanti.

10 – Voglio lanciare una provocazione e vedere cosa ne pensi. Quando organizzo un viaggio e ne parlo con qualcuno, spesso mi dicono “beato te che puoi” oppure “ahhhh se potessi”, come se un viaggio fosse una cosa così difficile da fare o da programmare. Ebbene, io credo che in realtà a molti non interessi viaggiare e lo posso capire. Perché può essere faticoso, stressante, costoso, spesso può succedere che ti trovi  da qualche parte, stanco e solo, e ti chiedi “ma chi cazzo me l’ha fatto fare?” e allora stare a casa è molto più semplice. In fondo, fino a 100/120 anni fa viaggiare era una specie di lusso per rampolli aristocratici annoiati. Se poi ad un cittadino della Parigi del 1860 avessi detto che volevi spendere i soldi guadagnati negli ultimi sei mesi per andare nel regno del Siam, ti avrebbero preso per un avventuriero pazzo nel migliore dei casi. Tu cosa ne pensi, non è che questo mito odierno del viaggio sia una sorta di moda non condivisa da tutti?

Sicuramente viaggiare piacerebbe a tutti, salvo imprevisti, rotture di cazzo (se si può dire [confermo, si può dire N.d.R.]) e sbattimenti vari nel cercare la via giusta, le cose interessanti da fare. In più mettici le malattie, sicurezza ecc… Sicuramente viaggiare fa anche molto “alternativo”, è di certo una moda che, pur non condivisa da tutti, piace! Sai quante volte anche io mi son sentito dire “buon per te che lo puoi fare”? de bellino (come si dice a Livorno), non ho mica diviso l’atomo, ho messo qualche soldo da parte, evitato spese superflue, fatto due conti e calcolato quanto tempo potevo stare fuori con un certo tipo di budget. Precedenza assoluta al viaggio è quello che penso io. Alla fine ti ritagli la vita intorno a quello che ti piace fare, nel mio caso viaggiare…con tanti sacrifici lo sai!

Daily life on the Ganges river, Varanasi, India
Daily life on the Ganges river, Varanasi, India
11 – Siamo in un mondo dove i social media sono fondamentali e se non hai almeno tre profili social puoi essere, a torto o a ragione, essere considerato un luddista. Inoltre non mi piace per nulla l’idea di farsi pagare per attività di sponsorizzazione più o meno camuffata. Una volta si parlava di markette (con la k se ricordiamo Chiambretti), mentre adesso si parla di creazione di contenuti o blogtour o altro. Per non parlare poi degli influencer. Non so se tu l’abbia fatto o conosca il fenomeno, ma sarei curioso di sapere la tua opinione in proposito.

Ho solo due profili social ed uno, ultimamente, lo uso pochissimo. Pubblico solo foto dei miei progetti e/o cose fatte in giro e raramente qualcosa della mia vita privata o della mia famiglia. Questo è l’uso che faccio della rete. Conosco il fenomeno di cui parli a grandi linee ma non ne sono attirato.

12 – Infine, un grande classico. Che ne dici di darmi tre luoghi che per te ogni persona dovrebbe vedere e dirmi anche il perché?

Tre sono pochi, come faccio? anche perché adesso potrebbere essere questi tre, ma la prossima volta potrebbero essere altri tre…ok mi butto:

  • primo posto in assoluto il “Salar de Uyuni” in Bolivia. Un tour indimenticabile in un altro mondo. Deserti, lagune colorate, vulcani attivi, ostelli di sale, geyser ed il tramonto più rosso mai visto!
  • Al secondo posto il lago Inle in Myanmar, dove il tempo si è fermato e la cordialità della gente ti fa dimenticare di essere lontano da casa.
  • Terzo posto Machu-Pichu e le rovine Inca in Perù. Ho sempre desiderato visitarle e una volta giunto li ero come stordito dalla felicità e dalla sensazione di benessere.

E con questo è tutto ragazze e ragazzi. Rigrazio Francesco per la la disponibilità, la spontaneità e le bellissime foto. Ci si vede in giro!


L’intervista a Francesco Corsi è finita. Qui sotto vi lascio un po’ di link se avete ancora voglia di viaggiare:

A questo link potete proseguire la serie delle interviste. Parlo con Federica Lia di istantaneediviaggio.

Oppure potreste essere interessati a sentire la storia di Sarah Griffith e di come la sua passione per i viaggi le abbia cambiato la vita.

Oppure perché non scoprire cosa vedere a Bangkok oppure nella capitale thailandese del nord, Chiang mai.

Come arrivare al Phanom Rung e magari, già che ci siamo, anche al parco nazionale di Khao Yai.

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