Istantanee di viaggio, dall’Italia all’Australia passando per il Belgio. Intervista a Federica Lia

In questo post parlo con Federica Lia di istantanee di viaggio. Federica Lia è una viaggiatrice, una blogger (istantaneediviaggio), partecipa al programma di Momondo Open World travellers e anche lei, come Francesco nella scorsa intervista (qui e qui) , ha una prospettiva molto interessante da condividere. Andiamo a scoprirla.

Federica Lia, viaggiatrice

Federica viaggia da tempo. Come avrete modo di leggere ha vissuto per qualche tempo in Belgio, a Leuven, ma poi, nel 2017, decide di partire e andare in un posto un po’ più lontano, in Australia. Nessun dramma strappalacrime, nessun futuro rubato o recriminazioni contro la casta, semplicemente il buon vecchio desiderio di cambiare aria e vedere cosa c’è di bello là fuori. Nei miei viaggi ho sempre accarezzato l’idea di vivere e/o lavorare nel paese in cui viaggiavo, ma in nessun caso questi pensieri si sono trasformati in realtà. Sarà che sono pigro, sarà che sono nato in settembre sotto il segno della vergine, ma in ogni caso l’idea del trasferimento è sempre e solo rimasta un’idea. Mi piace molto quindi sentire l’opinione di chi non ha solo viaggiato ma vissuto all’estero ed ha poi trascorso anche 2 mesi zaino in spalla attraversando il sud-est asiatico.

1 – Scusa ma muoio dalla voglia di chiedertelo. Com’è vivere in Australia? e quali sono le maggiori differenze culturali rispetto all’Italia e all’Europa?

Ciao Andrea e grazie di avermi dedicato uno spazio in questo tuo fantastico progetto. Com’è vivere in Australia? Ogni persona a cui lo chiederai ti darà una risposta diversa. Per me è stata un’esperienza fantastica. Io ho vissuto a Melbourne per un anno e se ne avessi avuto la possibilità sarei rimasta più che volentieri. Il bello di questa città è il suo essere eclettica e l’avere a “portata di autobus” tanti possibili scenari tutti diversi tra loro: dai grandi grattacieli della City alle spiagge cristalline, dai selvaggi paesaggi di montagna ai magnifici vigneti della Yarra Valley. Ogni giorno si ha la possibilità di scoprire qualcosa di nuovo. Culturalmente parlando invece  trovo che gli australiani siano mentalmente più aperti, perlomeno in città, Melbourne infatti è una metropoli multietnica ed accogliente. L’Australia  è un paese in continua crescita ed evoluzione dove viene dato molto spazio ai giovani e a differenza dell’Italia c’è una possibilità di crescita personale e lavorativa nettamente superiore.

2 – Te l’avranno chiesto mille volte ma non posso esimermi dal farlo anche io. Per quale motivo hai lasciato l’Italia? e per quale motivo hai scelto l’Australia?

In realtà la prima volta che ho lasciato l’Italia è stata nel 2012 quando, dopo aver concluso i miei studi, decisi di trasferirmi a Leuven, in Belgio, dove già da qualche anno lavorava il mio ragazzo. Scelsi di lasciare l’Italia e trasferirmi all’estero per fare nuove esperienze e col desiderio di crescere e migliorarmi, è stato proprio in quegli anni inoltre che è nata la mia passione per i viaggi. Per quanto riguarda l’Australia non so esattamente come sia nata l’idea di trasferirci lì, ricordo solo che il Belgio iniziava a starmi stretto e mi sono ritrovata a guardare video su youtube e leggere ogni articolo possibile su questa terra lontana finendo così con l’innamorarmene e, dopo essermi informata bene su come funzionasse il visto, ho deciso di fare questo grande passo.

Federica Lia, Istantanee di viaggio. Hobbiton, Nuova Zelanda.
Federica Lia, Istantanee di viaggio. Hobbiton, Nuova Zelanda.
3 – A proposito, hai qualche consiglio sulla questione dell’ottenimento del visto per l’Australia? C’è qualche aspetto che ti ha fatto “impazzire” diciamo?

In realtà ottenere il primo visto è semplicissimo, è rimanere il secondo anno che è più complicato perché dovresti fare 88 giorni di farm. Io ho fatto richiesta per il visto e dopo poche ore era già stato accettato. Un consiglio che posso dare invece è di andare preparati. Molti ragazzi, soprattutto giovani, prenotano un ostello e sono convinti di sistemarsi in due giorni, ovviamente non è così, ci vuole un pochino di più e anche un po’ d’impegno, poi si lamentano che l’Australia è cara, che non si trova nulla ecc…Insomma, ci vorrebbe un articolo solo su questo argomento.

4 – Vedo che, come sottotitolo del tuo blog, hai questa frase di Rabelais tratta dal libro “Cercando Alaska”: “vado a cercare un grande forse”. Una volta ho sentito una frase di Corto Maltese che diceva “Io non trovo niente, mi accontento di cercare” e me ne sono innamorato. Anche nel tuo caso si tratta di un riferimento alla mancanza di certezze? che, tra l’altro, io credo sia una cosa positiva.

In un certo senso si. Andare alla ricerca di un “grande forse” l’ho interpretato come il bisogno  di inseguire e ricercare  qualcosa che non sappiamo esattamente cosa sia, un po’ come fare un salto nel vuoto senza sapere cosa ci aspetta ma sapendo che perdere tutto rischiando è meglio di non cambiare niente restando fermi e vivendo una vita fatta di pura monotonia. Il mio “grande forse” era il bisogno di cambiamento, di lasciare tutto e partire per ritrovare me stessa.

5 – Il mio primo blog l’avevo aperto nel 2005, per raccontare un viaggio tra amici. Poi ho cominciato a pensare che i viaggi si fanno, non si raccontano. Alla fine invece mi ritrovo qui, a collaborare con Momondo e a scrivere in un blog. Tu per quale motivo scrivi un blog?

L’idea del blog “istantanee di viaggio” mi venne un paio di anni fa, volevo condividere la mia esperienza in Australia ed i viaggi fatti fino a quel momento. Purtroppo poi, un po’ perché sono una schiappa con WordPress un po’ per mancanza di tempo (ero molto presa dal lavoro) lo misi da parte.  Quest’anno invece ho ricominciato a scrivere qualche articolo e mi sono iscritta ad un corso di scrittura e social media marketing che inizierà a Febbraio, spero davvero di riuscire finalmente a condividere le mie esperienze di viaggi low cost e fai da te.

6 – Andiamo sul classico. Tre cose che ti piace fare in viaggio e tre cose che odi.

Quando viaggio amo fotografare, è il mio modo di collezionare ricordi e non parto mai senza la mia amata fotocamera. Amo cercare posti che non tutti visitano, quelle piccole gemme nascoste che solo le persone del posto conoscono e che trovi solo se sai dove cercare e ovviamente adoro provare il cibo locale, sono decisamente una buona forchetta! Cosa non mi piace? Sono una piccola dittatrice dei viaggi e odio l’idea di passare tutta la giornata a letto o in spiaggia, detesto perdere tempo ed arrivare impreparata. Lo so, in questo momento starete tutti compatendo il mio povero fidanzato ( 😀 ) [Vi confesso che sono abbastanza simile nel modo di viaggiare N.d.R.]

Federica Lia, Istantanee di viaggio. Melbourne.
Federica Lia, Istantanee di viaggio. Melbourne.
7 – L’ho chiesto anche a Francesco, il fotografo viaggiatore a cui ho fatto l’intervista precedente, e lo voglio richiedere anche te. Parto dal presupposto che viaggiare mi ha reso umile. Mi ha insegnato che il mio posto nel mondo è insignificante e che le cose importanti, quelle per cui preoccuparsi davvero, non sono poi molte. Quando si parte per un lungo viaggio, qualcuno, magari i tuoi genitori o i tuoi amici più stretti tengono i contatti per qualche settimana, ti scrivono su FB o Whatsapp o IG, ma poi, alla lunga la routine quotidiana prende il sopravvento e tendono a “dimenticarsi” per così dire. Quando siamo a casa nostra abbiamo questa idea di essere un po’ al centro del mondo, tutto quello che capita capita a noi e intorno a noi, ma invece il mondo continua a girare anche se non ci siamo. Tu che cosa hai imparato prima vivendo all’estero e poi viaggiando?

Sicuramente ho imparato ad essere indipendente e a fare affidamento su me stessa prima che su chiunque altro. Mi sono sempre vista come una persona per pochi, avendo iniziato a viaggiare giovane ed essendomi trasferita all’estero molto presto, una scrematura delle persone nella mia vita è stata inevitabile, l’unico punto fisso nella mia vita è la mia famiglia. Ho capito che noi persone siamo come tante strade che si incrociano, ne percorriamo un pezzo assieme ed è fantastico, poi arriviamo ad un bivio ed ognuno prosegue per la propria strada. Capita che ci si perda di vista, che si rimanga in contatto ma non come prima, è normale, è la vita ed  proprio per questo che bisogna fare tesoro di ogni attimo ed ogni persona che, nella vita come in viaggio, ci ha lasciato qualcosa.

8 – Voglio lanciare una provocazione e vedere cosa ne pensi. Quando organizzo un viaggio e ne parlo con qualcuno, spesso mi dicono “beato te che puoi” oppure “ahhhh se potessi”, come se un viaggio fosse una cosa così difficile da fare o da programmare. Ebbene, io credo che in realtà a molti non interessi viaggiare. E lo posso capire, viaggiare può essere faticoso, stressante, costoso, spesso può succedere che ti trovi  da qualche parte, stanco e solo, e ti chiedi “ma chi cazzo me l’ha fatto fare?” e allora stare a casa è molto più semplice. In fondo, fino a 100/120 anni fa viaggiare era una specie di lusso per rampolli aristocratici annoiati. Se poi ad un cittadino della Parigi del 1860 avessi detto che volevi spendere i soldi guadagnati negli ultimi sei mesi per andare nel regno del Siam, ti avrebbero preso per pazzo. Tu cosa ne pensi, non è che questo mito del viaggio sia una sorta di moda non condivisa da tutti?

Ecco questo è il trittico delle domande che odio: “Ma sei sempre in giro?”  “Beata te che viaggi sempre, ma dove li trovi i soldi?” “Ma non hai paura di lasciare tutto e partire?” Le chiamerei le “Irri-tande” (ovvero le domande più irritanti di sempre). Come dice Francesco Grandis nel suo libro “Sulla strada giusta” la gente tende a proiettare le sue paure ed i suoi dubbi su di noi cercando così di scoraggiarci quando sentiamo il bisogno di fare qualcosa atipico e fuori dall’ordinario. Io ho smesso di ascoltarli e la risposta alle loro domande è semplice, ognuno da priorità a ciò che ama ed io amo viaggiare, che oltretutto come dici tu, oggi è veramente alla portata di tutti. È sicuramente un hobby che negli ultimi anni piace molto ma non penso che sarà una cosa passeggerà, al contrario, sarà un settore in continua crescita ed espansione. Le persone che non condividono questa “moda” secondo me semplicemente non vogliono lasciare il loro porto sicuro e sono spaventate da quello che non conoscono.

9 – Siamo in un mondo dove i social media sono fondamentali e se non hai almeno tre profili social puoi essere, a torto o a ragione, essere considerato un luddista. Ammetto che io me la cavo molto male con i social e ancora peggio con i selfie o con i video. Inoltre non mi piace per nulla l’idea di farsi pagare o ricevere compensi, per attività di sponsorizzazione più o meno camuffata. Una volta si parlava di markette (con la k se ricordiamo Chaimbretti), mentre adesso si parla di creazione di contenuti o blogtour o forme più o meno velate di ricompense per andare in questo o in quel posto. Per non parlare della question influencer. Non so se tu l’abbia fatto o lo voglia fare e in caso positivo non voglio mancarti di rispetto, ma l’idea per me stona un po’ con lo stesso presupposto di un serio blogger o youtuber o Instagrammer, che vuole rendere gli altri partecipi di esperienze autentiche e non pagate. Tu cosa ne pensi?

Il mondo di instagram è diventato molto  più che un semplice portale dove condividere foto e momenti della giornata trascorsa, è un mondo dove promuovere se stessi ed il proprio business. Hai ragione quando dici che l’idea del blogger che sul suo profilo condivide solo ed esclusivamente prodotti sponsorizzati è un po’ triste e non risulta più autentico, alla fine una persona che viaggia dovrebbe raccontare un’esperienza reale con i suoi lati positivi e negativi, ma è vero anche che a volte si ha la fortuna di collaborare con enti del turismo per esempio e si ha l’opportunità di valorizzare il territorio o di sponsorizzare qualcosa in cui si crede e in questo caso trovo che sia una bellissima occasione collaborativa per entrambe le parti. Anche l’idea del blogtour mi piace molto, trovo fantastico che, grazie ad un social come Instagram, si abbia la possibilità di incontrare ragazzi e ragazze con la stessa passione e scoprire insieme a loro una nuova città.

Federica Lia, Istantanee di viaggio. Vietnam
Federica Lia, Istantanee di viaggio. Vietnam
10 – E alla fine, solita domandona difficilissima. Dimmi tre luoghi da vedere e perché.

Il Vietnam, perché è un posto unico che porterete per sempre nel cuore. Un paese che andrebbe visitato tutto, dal sud al nord, senza fretta. Le persone sono gentili, il cibo è delizioso ed i panorami che ospita sono incredibili, dalle meraviglie naturali come Halong bay e le risaie di Sapa, alle città caotiche ma ugualmente suggestive come Hanoi ed Ho Chi Minh.
Poi direi Melbourne. Se ne avrete il tempo amerete tutto di Melbourne, ne amerete la parte metropolitana e cosmopolita, i grattacieli,  la miriade di negozi di ogni tipo e la gente in continuo movimento. Amerete il contrasto dell’architettura, da un lato la parte moderna dei nuovi ed altissimi edifici, dall’altra costruzioni dallo stile vittoriano e case che sembrano uscite da un film, con le loro staccionate bianche e le fantasiose cassette delle lettere. Amerete il cibo, si avete capito bene, potrete trovare ogni tipo di piatto e cultura gastronomica. Amerete il fatto di essere sempre sorpresi, perché vi imbatterete per caso in posti che non vi aspettavate.
La Nuova Zelanda con i suoi paesaggi naturali incredibili, dove ci sono più pecore che persone, dove la cultura e la tradizione sono radicate nel cuore di ogni abitante e la gentilezza è di casa. Tra una gita ad Hobbiton (se siete un po’ nerd come me e amate il signore degli anelli), una degustazione di vini a Waiheke Island, uno spettacolo Maori a Rotorua ed un rafting nelle uniche grotte  al mondo coi Glow worms, non potrete far altro che perdere la testa per questa meravigliosa terra.

Con le tue descrizioni hai già cominciato a farmi(ci) sognare, specie la Nuova Zelanda, che rimane un mio pallino. Io ti ringrazio Federica, per il tuo punto di vista e il tuo racconto. Ci si vede in giro!


Chi è interessato può proseguire la serie delle interviste (qui e qui) con queste due chiacchierate che ho fatto con il mio amico Alessandro.

Oppure andare in:

Perché fare un viaggio in Caucaso

Budapest e le sue terme

Il bello di Copenaghen

Oslo cosa vedere quartiere per quartiere o magari la noncurante Stavanger, in Norvegia

And that’s all folks!

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