Per sapere cosa vedere a New Orleans lasciatevi guidare dal motto Laissez les bon temps rouler. La frase simbolo di New Orleans ricorda a tutti che bisogna godersi la vita o che almeno bisognerebbe provarci. Non so se voi ci stiate riuscendo ma certo fare un viaggio nella città più famosa della Louisiana è un buon punto di partenza.
L’atmosfera di New Orleans è qualcosa di davvero particolare, a metà tra lo stregonesco, il lussurioso, e la mezza trappola turistica. In ogni caso qualcosa che non può lasciarvi indifferenti, specie se la vedete per la prima volta di notte.
Cosa vedere a New Orleans. Musica e uragani
E poi c’è la musica che informa e plasma la città, jazz ovviamente ma anche molto altro.
Louis Armstrong e James Booker, il Mardi Gras, i Saints, la Jambalaya, il Po-boy e il Gumbo, ma anche Deepwater Horizon e il più grande disastro ecologico della storia dell’umanità, Rita e sopra-tutto, Katrina (non donne ma nomi di uragani).
New Orleans, The big easy
La storia di una delle più famose città degli Stati Uniti unisce tragedia e commedia, disperazione e speranza, fascino e un pizzico di stregoneria, pardon voodoo.
Nonostante tutto The Big Easy, la più settentrionale delle città caraibiche, è ancora lì, sorprendente concentrato di tutto quello che di buono e di cattivo ha fatto l’umanità.
Katrina ha certo messo in ginocchio una città che ha visto diminuire il numero di residenti da quasi 500.000 a 255.000, ha sommerso le leggendarie vie del quartiere francese che fanno da sfondo al Mardi Gras e alla “House of The Rising Sun”, ma non è riuscita, Katrina la donnaccia, a spezzare la città.
Alla fine New Orelans è rimasta lì, con i suoi vicoli bui un po’ europei e un po’ caraibici, con i suoi negozietti di souvenir, i suoi musicisti e artisti di strada.
Un prima e un dopo Katrina
Non c’è dubbio che ci sia un prima e un dopo. Non c’è dubbio sul fatto che le ferite inferte da Katrina non siano state le prime e nemmeno le ultime. Militari e “private contractors” chiamati dal governo federale a “sorvegliare” la città ne hanno combinato d’incredibili, episodi tutti ben ritrattei nel commovente libro “Zeitoun” di Dave Eggers.
Però oggi, un po’ nascosta tra gli strip bar di Bourbon Street, i negozi di souvenir di Canal Street e i grattacieli della downtown, l’aria che hanno respirato Robert Johnson e Louis Armstrong c’è ancora.
Molte brutte storie sono state raccontare su New Orleans e sulla sua presunta pericolosità. La mia esperienza, per quel che vale, dice che con un po’ di accortezza si possono evitare molti problemi ma a scanso d’equivoci possiamo dire che il quartiere francese e Algiers sono molto tranquilli (e turistici), mentre il Louis Armstrong Park e St. Louis Cemetery sono luoghi considerati malfamati e pericolosi. A voi la scelta.
Come arrivare a New Orleans
Purtroppo non ci sono voli diretti di linea per New Orleans. Sia che partiate da Roma o da Milano, dovrete fare scalo da qualche parte negli States (e allora, la butto lì, perché non fermarsi qualche giorno invece di qualche ora?). La Delta Airlines propone uno scalo a New York o Atlanta, l’American Airlines ne propone uno a Chicago, la United Airways uno a Washington (tenete presente che quesi scali possono variare e che i prezzi sono tutti intorno agli 800 euro con partenza da Roma).
La mia scelta è stata quella di atterrare a Miami e muoversi in macchina attraverso la Florida (il Panhandle e The man from Tallahassee), l’Alabama, il Mississippi e, infine, la Louisiana.
Per questi generi di viaggi sembra sempre di avere molto tempo a disposizione ma vi confesso che i cinque giorni che avevamo (ero questa volta con un amico) volarono, complice la sosta ad Orlando di due notti. Detto questo vi consiglio di andare con più calma per apprezzare il Golfo del Messico e l’atmosfera del Sud degli Stati Uniti.
Entriamo nel dettaglio, cosa vedere a New Orleans.
Non si può che partire dal quartiere francese, l’alpha e l’omega di ogni viaggiatore che passi a New Orleans. Un quadrilatero abbastanza ampio, pieno di negozi, bar, ristoranti, con al centro il Museo della città e del Mardi Gras (in Jackson Square), il Museo del Voodoo e poi Chartres Street, Royal Street, St. Ann Street…
Nel vecchio quartiere francese si percepisce l’influenza della dominazione… francese, avete indovianto! Più complicato è cercare di cogliere l’influsso spagnolo su una città che è sempre stata difficile da governare.
All’interno del quartiere s’impone l’allegra frenesia serale di Bourbon Street, affiancata ai locali più tranquilli che si possono trovare sul lungofiume, in Decatur Street.
All’insegna del … caso!
Il consiglio è di girare per tutte le strade, lasciarsi condurre dal caso, dalla gente, dai rumori, qualcosa di bello vi aspetta dietro quasi ogni angolo.
La downtown, piuttosto ristretta in confronto a quella di altre città, offre alcuni musei interessanti (su tutti il Contemporary Arts Center e l’Ogden Arts Museum) e anche il garden district e uptown meritano una visita per le antiche case ottocentesche molto ben conservate.
Se vi rimane del tempo un salto ad Algiers (si prende il traghetto che parte da Canal Street perché è dall’altra parte del Missisipi) vale la pena di farlo.
Sembra ovvio ma vorrei precisarlo, se riuscite ad essere a New Orleans per il martedì grasso probabilmente sarete in grado di vedere la festa di carnevale più pazza e grandiosa a nord dell’equatore (ovviamente in questo periodo tutto, dal volo all’albergo ai ristoranti, costa un po’ di più…).
Dove dormire
La scelta, a mio parere, non può che cadere sul quartiere francese. Molti hotel di buon livello, prezzi interessanti e servizio più che all’altezza. Chi vuole andare sull’economico può provare con le camerate o le camere singole del Marquette House International Hostel, chi vuole salire un po’ può provare con la raffinata decadenza e la posizione assolutamente centrale dello Chateau Hotel in Chartes Street (qui si va tra gli 80 e 180 dollari).
Ottima reputazione anche per il Cornstalk, un B&B un po’ troppo lussuoso ma tranquillo (stessi prezzi dello Chateau). Ai miei tempi non esisteva ma adesso, se fossi in voi, valuterei con attenzione l’ipotesi Airbnb.
Dove mangiare
Negli States non è sempre facile trovare una buona cucina a buon prezzo. New Orleans è però capace di distinguesi anche in questo. Le profonde influenze francesi e creole/caraibiche si fanno sentire, trasformando la cucina locale in un miscuglio assai godibile di sapori e odori.
Più che un luogo vi potrei consigliare una serie di piatti. Si comincia con il po’boy, un sandwich ben farcito a base di carne, pomodori, insalata e cetrioli. Si prosegue con la famosa jambalaya (qualcuno ricorda il film “Ogni maledetta domenica”?), un piatto a base di riso, pollo, salsiccia e pesce (manca qualcosa?). Finiamo con un bel beignet, il cui nome lascia poco spazio all’immaginazione (e no, non si tratta di un errore di battitura).
Fossi in voi proverei anche qualche localino informale dove una vecchia cuoca vi preparerà l’hamburger della casa. Se ne trovano diversi vicino a downtown/Canal e allora capirete la differenze con un hamburger di qualche catena.
Fate un salto al Café Du Monde (Decatur Street) e, se volete spender un po’, al K-Paul’s Lousiana Kitchen (Chartres Street).
Concludiamo e proseguiamo
Detto questo direi che il post su cosa vedere a New Orleans è finito. Se gli Stati Uniti vi interessano si potrebbe proseguire con un viaggio nel Midwest americano di Last Chanche U, oppure andare al nord e scorpire cosa vedere a Boston.
C’è poi l’opportunità di varcare il confine verso Toronto.
Cosa succede se fate il transito negli Stati Uniti?
Oppure vi spiego perché dovete fare un viaggio in Caucaso.
Infine perché non leggere qualcosa di più generale su come viaggiare e spendere poco?
L’articolo, in versione non aggiornata, è uscito sul numero 9 di Sensi Magazine.