ESTA Stati Uniti, la mia esperienza: un lungo, lungo transito

ESTA Stati Uniti. Tre parole che vi potrebbero tenere impegnati per molte, molte ore. Volare negli USA, anche prima della pandemia, non è sempre una passeggiata.

Prima cosa dovete ottenere l’ESTA, e poi ci sono le lungaggini e i tempi morti del controllo passaporti (e bagagli), gli episodi imbarazzanti e le clamorose dimenticanze che fanno parte di uno spaccato non spesso presentato da blogger o scrittori di viaggi (due eccezioni andando a memoria: l’interessante, ma non entusiasmante, raccolta di disavventure di viaggio “Era meglio se stavo a casa” Ed. FBE, e un breve, ma divertente, racconto di Sepulveda su un complicatissimo ritorno a Bilbao da Istanbul).

Eppure questi momenti spiacevoli sono legati inestricabilmente al viaggio. Mi spingerei anzi a dire che sono la parte più consistente del “viaggio” e anche se non ne costituiscono la parte più fascinosa possono essere comunque interessanti.

Transito Stati Uniti, l’ESTA e quello che rimane del COVID

Cominciamo dall’inizio.

Per arrivare o anche solo fare transito negli States dovete ottenere il “visto elettronico” ESTA , cosa di per sé piuttosto semplice che però può essere un pensiero per più di una persona.

Per rendervi la vita più facile qui di seguito ho messo giù una piccola guida. Tenete presente che tutta la procedura elettronica è molto semplice e veloce. Più lunga e problematica è invece quella che vi aspetta all’arrivo in aeroporto. A meno che non siate tra i fortunati e il computer vi lasci passare. In ogni caso, andiamo con ordine.

ESTA Stati Uniti? JFK o Miami! New York, e in particolare l'aeroporto JFK, è un classico punto d'ingresso, e di transito, per tutti gli Stati Uniti. In genere i prezzi sono molto bassi e ci sono spesso offerte allettanti. Anche Boston non scherza però
ESTA Stati Uniti? JFK o Miami! New York, e in particolare l’aeroporto JFK, è un classico punto d’ingresso, e di transito, per tutti gli Stati Uniti. In genere i prezzi sono molto bassi e ci sono spesso offerte allettanti. Anche Boston non scherza però

Per viaggiare negli Stati Uniti è necessario presentare un certificato vaccinale (doppia dose o singola se avete fatto Johnson&Johnson. In caso contrario dovete effettuare un test covid negativo (non mi è chiaro se rapido o PCR) o un certificato di gurarigione.

Arrivo, transito e ESTA Stati Uniti. Prepararsi

Il sito viaggiare sicuri, gestito dal Ministero Degli Esteri, lo conoscerete sicuramente, è una fonte d’informazioni preziosa e aggiornata (anche se in qualche caso apprensiva, ma ne ha tutte le ragioni per esserlo perché noi turisti/viaggiatori siamo gente strana) per tutti i paesi del mondo.

Vengono fornite informazioni sulla sicurezza, strade, sanità e, per quello che ci riguarda in questo specifico caso, anche sulle formalità doganali all’ingresso e all’uscita. Il sito della Farnesina deve quindi essere consultato non solo quando si va negli Stati Uniti, ma per qualsiasi paese abbiate in mente di visitare.

Parentesi che potete saltare se non vi interessano le storie strane

In Georgia ho incontrato un ragazzo australiano che aveva deciso di fermarsi qualche settimana nel Somaliland (stato non riconosciuto che occupa la parte nord della Somalia, al confine con Djibouti). Le informazioni in merito alle formalità doganali non erano molto precise, fatto sta che all’arrivo ha dovuto assoldare due “guardie del corpo” il cui scopo era palesemente solo quello di prendersi 20 dollari al giorno dato che erano spesso strafatte di qat.

Come mai poi il ragazzo avesse deciso di far sosta nel Somaliland nel corso del suo giro del mondo è una domanda a cui non saprei rispondere (o forse si ma la cosa si farebbe lunga).

Perché ve l’ho raccontato? Perché insomma, seguitemi, non proprio tutte le informazioni possono essere trovate sul sito della Farnesina, a volte bisogna arrivare sul posto. Inoltre, se avete dubbi, ci sono una caterva di forum come zingarate.com , turistipercaso.it o blog (ma guarda un po’).  Occhio che le informazioni siano aggiornate e nel dubbio scegliete la fonte più istituzionale.

ESTA Stati Uniti e transito

L’Electronic System for Travel Authorization è una “creatura” giovane, essendo nata nel 2009. Si tratta di un’autorizzazione elettronica per viaggiare negli USA, utilizzabile solo da parte dei cittadini di alcuni paesi e da richiedere attraverso un processo in genere indolore ed online.

Passaporto, timbro d'ingresso negli Stati Uniti
ESTA Stati Uniti. Passaporto e timbro d’ingresso. il timbro lo avrete anche se dovete fare solo un transito.

Il sito per compilare l’ESTA in autonomia

Il sito a cui fare riferimento è https://esta.cbp.dhs.gov/esta/ . Diffidate di agenzie e altri intermediari perché vi farebbero ovviamente pagare di più (al momento il prezzo è di 10 dollari + 4 di pratica amministrativa). Il sito è perfettamente tradotto anche in italiano per cui basta armarsi di passaporto elettronico e sana pazienza. Compilate i campi anagrafici e rispondete alle domande che vi vengono fatte. Più onestamente che potete, serve che lo precisi?

Nel corso del 2015 e del 2016 ci sono stati interventi legislativi del Congresso USA che hanno escluso dal sistema ESTA coloro che sono stati in Iran, Iraq, Siria, Sudan, Yemen, Libia, Somalia dal 2011 ad oggi. Se per caso avete fatto un salto a Teheran negli ultimi 5 anni dovrete richiedere un visto al consolato/ambasciata americano più vicino.

La situazione in carne ed ossa

Se ottenete l’autorizzazione ESTA STati Uniti sappiate che ha valore per due anni e che non vi garantisce comunque l’ingresso negli Stati Uniti.

Una volta scesi dall’aereo dovrete passare un primo screening automatico (inserendo i dati in un computer che vi farà una foto) e poi, in alcuni casi, il controllo di un ufficiale della US Custom&Border Protection. Quando mi sono ritrovato a viaggiare negli States sono stato, in entrambi i casi, attentamente perquisito prima di salire sull’aereo, non ho passato il controllo automatico del computer e sono stato mandato da un ufficiale in carne ed ossa che alla fine mi ha concesso l’ingresso.

Il processo, come da più parti riportato, è comprensibilmente lungo, molto noioso e un po’ degradante anche se le persone preposte al funzionamento del sistema si sono sempre mostrate cordiali e professionali.

Fate infine attenzione perché anche per il solo transito negli Stati Uniti è richiesto sia l’ ESTA sia il passaggio attraverso tutti i controlli sopra menzionati. L’ovvia conclusione è che avere un paio d’ore, o più, tra un aereo e l’altro aiuta (alcune volte vi faranno passare avanti, altre no).

ESTA Stati Uniti e transito: la mia esperienza

Adesso vorrei entrare un po’ più nella pratica e spiegare quali controlli vengono fatti e soprattutto cosa succede se “non piacete” a qualcuno.

L’aeroporto è un posto piuttosto strano. Personalmente lo amo e lo odio allo stesso tempo. C’è il piacere del viaggio, c’è il mix culturale e il gusto di “stare per” fare qualcosa che ci piace. Poi però ci sono i ritardi, i controlli, le file, le attese lunghissime, e i prezzi spesso esagerati. Inoltre i progetti su carta e i rendering 3D li fanno sembrare simili ad avveniristiche navicelle spaziali dove l’elenco dei servizi offerti è spesso così lungo che nemmeno si riesce a leggerlo tutto.

Foto di Tiff Ng da Pexels
ESTA Stati Uniti. Sarebbe bello se questo se fosse un aeroporto americano ma no, si tratta dell’aeroporto di Singapore, Changi. Si, questo è un aeroporto.

Qualcuno le definisce città e forse qualche nuovo aeroporto potrebbe meritarsi l’appellativo (anche qui, a memoria, Changi, Abu Dhabi, Toronto, Amsterdam, non male Francoforte). Però la realtà poi pretende il suo obolo e nella maggior parte dei casi aeroporto vuole ancora dire caffé cattivo a prezzi spropositati, addormentarsi o leggere su poltroncine scomode, Wi-Fi a singhiozzo, inveire contro i ritardi e negozi che vendono cose inutili a prezzi stratosferici.

Negli Stati Uniti in particolare, gli aeroporti sono arrivati ad essere cosa di tutti i giorni prima che qui da noi e questo si vede. In un posto che tratta il tema ESTA Stati Uniti, L’aeroporto in cui atterrate è parte dell’argomento. Nel mio caso, la mia esperienza si sviluppa soprattutto attorno a quello di Miami, la porta d’ingresso del Sud America, soprattutto per gli europei.

ESTA Stati Uniti. Mi-ami o non Mi-ami?

Non son l’unico a passare a Miami. Fare un transito negli Stati Uniti passando per Miami è infatti un classico. L’aeroporto di Miami non è però particolarmente avveniristico. È funzionale, in genere molto affollato (è un po’ la porta d’ingresso all’America del Sud per europei e statunitensi), i prezzi sono ovviamente alti e i servizi per i comuni mortali limitati ad hamburger, caffé e qualche opera d’arte buttata qua e là.

TRANSITO STATI UNITI. FOTO DI ADHITYA ANDANU DA PEXELS
ESTA stati Uniti. Foto dell’aeroporto di Miami. Foto di Adhitya Andanu da Pexels

Il mio volo da Quito era arrivato con 4 ore di ritardo (per via di una riparazione fatta con il nastro americano ma questa è un’altra storia, come si dice in questi casi) e la mia coincidenza, un volo Iberia verso Madrid, sarebbe partita in un’ora. I controlli però procedevano lentissimi. 1 o 2 poliziotti della U.S. C.B.P. (United States Custom and Border Protection) dovevano smaltire una fila di cui non si vedeva la fine.

La frontiera americana e quella siriana

Arrivato il mio turno il poliziotto notò il visto siriano e mi fece cenno di seguirlo. Il controllo doveva essere approfondito.

Devo farvi una precisazione. Già sotto Obama chi era stato in Siria, Sudan, Yemen, Iraq, Iran, Libia e Somalia dopo il 1 marzo 2011, doveva chiedere un visto all’ambasciata previo colloquio e non poteva accedere alla procedura semplificata on-line (di cui abbiamo parlato qui). Il problema non è in genere enorme dato che questi paesi, Iran escluso, non sono propriamente destinazioni turistiche gettonatissime.

Damasco - dal centro alla periferia
ESTA Stati Uniti e Siria, un binomio interessante. Foto di Damasco – dal centro guardando alla periferia

Il mio visto siriano era però datato ott. 2010, quindi mi sentii autorizzato a fare una pacata rimostranza. Nessuno mi ascoltò.

Il poliziotto prese il passaporto, mi disse di seguirlo e mi portò in un altro stanzone con almeno 200 persone in attesa. A quel punto le speranze di non perdere il collegamento erano flebili. Però non era tanto quello a preoccuparmi quanto il fatto che nessuno mi spiegasse nulla e che il mio passaporto fosse scomparso in qualche stanza senza che io avessi modo di dire o fare alcunché.

ESTA Stati Uniti: transito = lunga attesa? si nel mio caso

Aspettai in quello stanzone per circa 3 ore, prima che un giovane poliziotto mi chiamasse, si rendesse conto dell’errore in merito alla data del visto, si “scusasse” e mi lasciasse uscire.

Lo so, si trattab di Toronto e non ha molto a che fare con il transito negli Stati Uniti. In quanto a controlli però anche il Canada non scherza. Quella volta però le lungaggini furono mitigate dalla bellezza gladiatoria della poliziotta che conduceva l'intervista. Se vi piace il tipo (guerriere di MMA per intenderci) allora sareste stati anche contenti.
Lo so, si tratta di Toronto e non ha molto a che fare con l’ESTA Stati Uniti. In quanto a controlli però anche il Canada non scherza. Quella volta però le lungaggini furono mitigate dalla bellezza gladiatoria della poliziotta che conduceva l’intervista. Se vi piace il tipo (guerriere di MMA per intenderci) allora sareste stati anche contenti.

Il controllo più “intenso”, per via del fatto che sono stato in Siria, me lo aspettavo. Il modo in cui si è svolto, quasi che noi 200 nella stanza fossimo colpevoli di qualcosa, lì senza avere idea di dove fossero i nostri documenti o di quanto tempo avremmo passato in quel posto, dove era vietato anche solo tirare fuori il cellulare, è assolutamente inadatto ad un paese come gli USA.

Qualcuno potrebbe tirare fuori la storia del garantire la sicurezza dei cittadini americani. Avrei un paio di risposte in merito ma non siamo su un blog politico per cui evitiamo.

ESTA Stati Uniti e transito: il segreto è non perdere la pazienza anche se si perde la coincidenza.

Uscendo fui ovviamente ricontrollato in altri due momenti, così come lo fu anche il mio bagaglio. Il tutto fece si che perdessi la coincidenza e venissi messo in lista d’attesa per vedere se si liberava un posto sull’ultimo volo della serata tra Miami e Madrid. Fui fortunato e alle 23, invece che alle 17, partii per Madrid. Arrivato qui ovviamente avevo perso la coincidenza originale per Roma e dovetti attendere 4 ore per il volo successivo. Alla fine non fu terribile, non voglio parlare di odissea. Un viaggio che doveva durare 23 ore divenne di 30,  cose che succedono.

Il punto più interessante, ed anche più inquietante, è però la parte relativa ai controlli dei documenti negli USA. Qui tutto il vostro viaggio è appeso agli umori del poliziotto di turno e l’eventuale attesa dovuta ad un secondo controllo può protrarsi indefinitamente.

Credo sia ovvio aggiungere che il concetto di transito, così come conosciuto negli altri paesi, negli Stati Uniti non esiste. Ogni volta che passate da quelle parti, non avrete alcun diritto d’entrare (o transitare), ma sarete sempre sottoposti ai controlli come se doveste fermarvi. Pensateci se dovete solo fare scalo per andare da qualche altra parte.


A questo punto direi che il post sull’ESTA Stati Uniti è finito, però vorrei darvi due suggerimenti.

Bene, adesso che ne dite di andare a New Orleans e scoprire cosa vedere? oppure nella bella Boston, city of Champions?

Potete anche passare il confine e scoprire cosa vedere a Toronto.

Oppure tornare in Europa: i quartieri da vedere a Oslo e anche cosa vedere ad Atene.

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