Un nuovo post e un nuovo libro, “Atlante dei paesi che non esistono più” scritto da Gideon Defoe ed edito da Feltrinelli. Vorrei dire che il libro l’ho letto ma in realtà sarebbe più corretto dire che me l’hanno letto. Non fatevi idee strane, si tratta semplicemente di uno dei primi libri che ho ascoltato tramite Audible.
Non voglio qui far troppa pubblicità al colosso di Bezos e a tutte le sue articolazioni tentacolari e intrattenitrici, però vi voglio dire che mi sta piacendo, sia Audible che, per tornare sul tema, il libro “Atlante dei paesi che non esistono più”.
Atlante dei paesi che non esistono più, introduzione
Il libro è strutturato come tanti altri usciti in questi ultimi anni (tra gli esempi di cui vi ho parlato su questo blog vi ricordo Terre Scomparse di Bjorn Berge o Atlante immaginario di Edward Brooke-Hitching):
- una scrittura semplice e scorrevole
- capitoli corti che invogliano alla lettura
- alcune informazioni/statistiche generali sullo stato in questione in apertura e poi la storia vera e propria
Credo sia molto interessante notare che nell’introduzione del libro stesso l’autore si soffermi più di un attimo a cercare di capire come si potrebbe definire il concetto di paese (inteso come stato o nazione). Il concetto di Paese, Nazione, è fondamentale per decidere se includere o meno una storia in questo libro. Alla fine, coerentemente con il tono allegro del resto del libro, l’autore conclude che i criteri sono mille e nessuno, anche gli esperti potrebbero discutere a lungo per cui tanto vale partire.
Se saltiamo la questione di cui sopra possiamo certo dire che lo schema di questo genere di libri è ormai collaudato e in generale viene mischiata molto bene Storia, storie, aneddoti e geografia, il tutto confezionato in maniera tale da non stancarvi. Sarà anche questo il caso?
I contenuti
Si tratta di 5 capitoli principali, suddivisi a loro volta in circa una dozzina di piccoli capitoli. Si va dai regni creati da esploratori, opportunisti, avventurieri e scavezzacollo, fino alle “ragioni geopolitiche” e qualche semplice ma strano errore cartografico.
Geograficamente si passa dalle giungle del Borneo, all’Umbria, dalla Lituania alle foreste tropicali del Centro America, fra rivoluzioni, malintesi, arroganza, razzismo, guerre e guerriciole, intrighi di ogni tipo e tanta, tantissima, smisurata ambizione.
La cosa però particolarmente bella di questo testo è la scrittura frizzante, appuntita e goliardica, dotta ma non noiosa, che lo scrittore Gideon Defoe utilizza. Non si fa infatti alcun problema a prendere in giro, demitizzare, ridicolizzare, smascherare, tutte le avventure ardite e le imprese che sulla carta sembrano essere incredibili (mi viene in mente, a proposito, un’autodescrizione fascinosa che Gabriele D’Annunzio fa di se stesso, al che Defoe riporta la succinta descrizione del vate che fece Hemingway : “un coglione”).
Insomma, il libro scorre via in maniera molto ma molto veloce, lasciandovi però una serie di spunti che poi magari potreste approfondire da altre parti.
Atlante dei paesi che non esistono più, conclusione
Direi che non ci sono dubbi, questo si tratta senza dubbio di un libro da leggere, assolutamente consigliato e che non solo vi divertirà, ma vi lascerà anche qualche informazione che poi potreste decidere di approfondire e magari finire in qualche tana del bianconiglio che vi sorprenderà.
Quindi Gideon Defoe e il suo Atlante dei paesi che non esistono più, edito da il Saggiatore, è assolutamente promosso, per quello che potrebbe valere un mio voto chiaramanete…
Il post a questo punto è finito, se volete qualche suggerimento in tema di libri :
Se invece volete qualche suggerimento in materia di viaggi:
Un salto a Ho Chi Minh City