Copenaghen cosa vedere mi chiedete? Ho delle idee molto precise in materia, forse un po’ strane, ma prima di buttarci a pesce sulla capitale danese, sapete che cosa mi è stato suggerito da molti di voi dopo l’uscita di questo post introduttivo su Copenaghen? la maggior parte dei messaggi e delle email (a migliaia? a centinaia? lascio a voi immaginare) mi suggeriva di dire qualcosa di più approfondito ma senza citare Amleto e il marcio.
Vi capisco. Amleto e il marcio hanno un po’ rotto .
Poi avrete visto che mi sono convinto ad utilizzare il termine italiano Copenaghen. Non mi fa impazzire usare il termine italianizzato ma i motori di ricerca dettano legge per cui… (a proposito, nemmeno sul Sole 24 Ore sono riusciti ad astenersi dal citare il marcio (qui il marcio è nell’occhiello, proprio sopra Danske Bank).
Copenaghen cosa vedere. Si cominicia
Dall’aeroporto al centro e poi si cammina
Prima cosa, pur arrivando tardi raggiungere il centro città è stato semplicissimo, dato che la metropolitana arriva fino all’aeroporto.
Certo, il biglietto costa circa 4,5 euro (prezzi pre-covid badate bene) ma in fondo non è tanto se si parla del costo totale per raggiungere la propria sistemazione partendo dall’aeroporto. Ovviamente ci sono i biglietti giornalieri (o per più giorni) che vanno da 11 a circa 40 euro e sappiate che i bambini fino a 12 anni viaggiano gratis.
In ogni caso io sono un camminatore, la città mi piace respirarla, con tempo bello o brutto, per cui non ho mai pensato di prenderla, la metropolitana. Inoltre il mio appartamento su Airbnb era leggermente fuori dal centro (quartiere peraltro carino, Norrebro) in un’area comunque non coperta dalla rete della metropolitana, per cui un caro vecchio autobus o dovevo camminare.
Copenaghen, cosa vedere con la city card
Se siete dei veri professionisti dei musei e fan del trasporto pubblico potreste anche pensare alla Copenaghen Card che dà accesso a praticamente tutti i musei e al trasporto pubblico per 1-2-3-5 giorni.
I prezzi sono a mio parere un po’ alti (da 54 a 121 euro) e per valerne la pena dovreste visitare 2/3 musei o attrazioni al giorno (si, sono compresi anche i Tivoli Gardens, i giardini con il luna park).
L’area metropolitana di Copenaghen è in effetti piuttosto grande (circa 1,6 milioni di abitanti), ma il centro cittadino, quello in cui 90% dei turisti si muove per visitare musei, attrazioni, mangiare e sorseggiare costosi caffè, è piuttosto raccolto. Si va dal Queen Louise bridge a est, fino a Christiania a ovest e dal Kastellet a nord fino ai Tivoli Gardens a sud A proposito dei Tivoli Gardens, tutti li consigliano ma per me sono solo un luna park con sovraprezzo per un non precisato motivo, li ho evitati).
I musei di Copenaghen da vedere? diversi ma senza esagerare
Per quanto riguarda i musei ne ho visitati meno del solito, solo due. Se non sapete nulla della Danimarca o dei Danesi potrebbe essere interessante quello Nazionale, che ripercorre la storia della Danimarca con una certa dose di sana umiltà e poi nell’ultimo piano ha un’interessante ala dedicata al passato recente e al costume danese.
Più o meno ogni due ore c’è anche una visita guidata chiamata “Meet the danes” con una guida che vi parlerà solo ed esclusivamente della storia e del costume danese dagli anni ’40 ad oggi. Altri luoghi assolutamente da visitare sono il Rosenborg Slot (con i gioielli della corona. E che gioielli. No, non li ho fotografati) e il Christianborg Slot (con i saloni da ricevimento della regina e del governo).
Sia il Rosenborg che il Christianborg Slot non li considerei musei ma castelli o residenze proprio nel centro della città (e dove si svolgono anche funzioni di rappresentanza e/o amministrative).
Spazio ad un paio di foto
Gli amanti di The Queen potrebbero andare ad Amalienborg
Coloro che sono affascinati dalla monarchia e si trovano a Copenaghen non possono non vedere Amalienborg, dove si trova l’attuale residenza della regina (che ha recentemente abdicato, per cui credo si debba parlare di Re) e dove potrete fare il solito video del cambio della guardia.
L’unica riflessione che Amalienborg mi ha solleticato, da persona completamente a digiuno di titoli o conoscenze aristocratico/monarchiche, è che tutto sommato sembra quasi una residenza sobria. Poi, ovviamente, va a capire gli interni (anche Amalienborg dovrebbe essere visitabile e c’è pure un museo).
Ultima nota per gli appassionati è riservata al Museo del Design Danese. Pur trovandosi in fase di ampliamento ha alcune cose interessanti ed è certamente pieno di spunti per chi si interessa di grafica o più in generale di design.
Vorrei adesso arrivare al sodo, inteso come uovo, perché con la cucina in Danimarca si fa sul serio.
Voi non esagerate, fate una pausa e poi tornate riposati.
Copenaghen cosa vedere? no, mangiare!
New nordic
Parlare di Danimarca senza affrontare il tema della cucina, in particolare New Nordic, mi sembra impossibile
Il manifesto della cucina New Nordic è stato concepito nell’ormai lontano 2004 e aveva 10 semplici punti che potete trovare qui e che in maniera semplice si possono riassumere con: attenzione alle materie prime locali, alla qualità dei prodotti, al modo in cui vengono coltivati/pescati/lavorati e infine una particolare considerazione degli aspetti etici e salutari legati al consumo di determinate materie prime.
L’aderenza a questo manifesto ha portato il Noma a vincere il titolo di miglior ristorante del mondo per 4 anni di fila e ha trasformato Copenaghen in una delle capitali mondiali del buon (etico?) cibo. A me sembrava abbastanza incredibile ma è effettivamente così e i 19 ristoranti stellati ne sono un esempio.
Inoltre, al di là di quello che possiate pensare delle stelle Michelin, non si può negare che un certo tipo di approccio alla ristorazione, presente nei ristoranti di alto livello, e che può anche prescindere dalla cucina New Nordic in sé, possa poi fare da traino anche per tutti gli altri, alzando il livello medio della ristorazione. Kebabbari compresi.
E oggi come se la passa la cucina New Nordic?
Di tempo ne è passato abbastanza e i principi della cucina New Nordic si sono diffusi a macchia d’olio nel mondo dell’alta cucina, al punto da diventare quasi ovvi. Col senno di poi sono tutti bravi, lo sapete.
Ad ogni modo, il panorama culinario di Copenaghen è assai interessante e per la prima volta mi sono trovato al di fuori dell’Italia con la sensazione che se avessi mangiato in un ristorante italiano non sarei rimasto deluso (no, non l’ho fatto). La sensazione di non rimanere delusi deriva, lo devo ammettere, anche dai prezzi dei ristoranti. Che tutto sia un po’, o molto, più costoso rispetto all’Italia non credo vi giunga come cosa nuova, i paesi scandinavi sono famosi per l’elevato costo della vita.
Solo per fare un esempio un cappuccino e un croissant da Coffee Collective (peraltro ottima catena di bar/caffé presente in vari punti di Copenhagen) costa circa 9/10 euro al cambio attuale. Ovviamente alcune cose costano mooolto di più, mentre altre hanno prezzi simili (i supermercati o il menu degustazione in un ristorante stellato che avevo praticamente sotto casa, il Relae, che parte da 67 euro per arrivare 130, senza vino ovviamente).
Cucina New Nordic, ma quanto mi costi?
La questione della Danimarca costosa, ma potremmo estendere la cosa anche alla Norvegia, alla Svezia e alla Finlandia, è un dibattito che si ritrova su diversi blog, alcuni pronti a dire che non è assolutamente vero, che si può viaggiare con relativamente poco, altri a fare dei lunghi piagnistei su quanto sia venuta a costare la birra ieri sera (9,50 euro un bicchiere di birra chiara da 0,33l per la precisione).
Non voglio dare certezze o risposte semplicistiche ma certo il discorso sui prezzi alti ha un suo fondamento, sebbene ci sia modo di limitare i danni (purtroppo ho troppa poca esperienza di Copenhagen per darvi consigli non ovvi sulla questione. Non mi tirerò invece indietro per quanto riguarda Oslo, di cui ho più esperienza).
Copenaghen cosa vedere, il Madklubben
Torniamo a noi. La scelta del ristorante in cui andare a mangiare sabato sera è quindi caduta su Madklubben, un ristorante che fa una buona cucina e ha prezzi abbordabili. Di ristoranti Madklubben ce ne sono diversi e io, più che altro per questioni di posizione, ho scelto il Bistro Deluxe. Qui un menu di tre portate parte da circa 32 euro, compresa l’acqua, ma in questo caso la scelta è abbastanza limitata. Se volete avere più margine diciamo che una cena vi verrà a costare circa 40 euro a persona, senza vino.
Quella del vino è poi davvero un capitolo a parte. Se fate un abbinamento menu cibo-menu vino i prezzi della cena probabilmente raddoppieranno, se volete un calice il prezzo viaggerà intorno ai 9-10 euro e se volete una bottiglia difficilmente potrete spenderne meno di 30.
Nota post COVID. Ovviamente tutti questi numeri potrebbero essere variati in maniera considerevole vuoi per via del COVID vuoi per via dell’inflazione che ha cominciato a manifestarsi nel 2022. Quindi prendeteli con beneficio d’inventario.
Ma insomma, la cucina è bbona?
Vi ho annoiato con un po’ di numeri, lo so, adesso passiamo al gusto. Insomma, al di là del prezzo, valeva la pena? a mio parere assolutamente si. La zuppa iniziale era gustosa, la torta di funghi saporita, con quella punta di prezzemolo che rendeva il tutto interessante e il dolce, una torta alle pere, non troppo dolce. Lo rifarei tutte le sere? no, tanto che una sera ho mangiato a casa, approfittando della cucina dell’appartamento che ho affittato.
Copenaghen cosa vedere. Una partita al Telia parken
Altro capitolo è quello della partita domenicale. I più interessati al calcio sapranno che il Copenaghen ha battuto ai rigori l’Atalanta eliminandola dalla corsa in Europa League.
Ritrovandomi la domenica con il Copenaghen che se la vedeva in casa con il Nordsjaelland mi sono detto, perché non partecipare all’evento (non sono un grande appassionato di calcio ma chi mi conosce sa che mi piace andare allo stadio. Ho fatto un post su come acquistare i biglietti della Premier League qui e uno su come acquistare i biglietti del Bayern Monaco) ?
Acquistare i biglietti per la Superliga danese non è complesso come acquistare i biglietti per la Premier League o per la Bundesliga. Pur potendoli acquistare on-line, per poi entrare allo stadio con il biglietto sul cellulare, ho deciso di andare a prenderli allo store del Telia Parken (che sarebbe lo stadio, a poca distanza dal centro).
Morale della favola? Bello stadio, vittoria sofferta del Copenhagen per 2-1, caffè e hot dog a fine primo tempo (contrariamente a quello che pensavo il prezzo finale della cosa è contenuto, un bel posto a circa 30 euro).
Una boccata di Christiania
Ultimo ma non ultimo… la cara Christiania.
Il fu quartiere anarchico/libertario di Copenaghen è ancora molto frequentato dai turisti ma non ha in me acceso un particolare fuoco. L’hashish si vende ancora nella centrale pusher street (pur essendo illegale in Danimarca), i caffè fanno il loro dovere e diversi artisti hanno le proprie gallerie/atelier nei dintorni.
La cosa interessante, più che vederla a passo svelto, sarebbe fermarsi un po’ e cercare di capire come funzionano le cose adesso. Gli abitanti pagano le tasse? sembra di si. Usufruiscono dei servizi che il resto di Copenaghen ha oppure si autorganizzano? sembra la prima. Come si fa a scegliere di abitare a Christiania? Purtoppo le risposte che ho trovato sono dei “sentito dire” e voci indirette. Se qualcuno avesse in merito dettagli diretti mi piacerebbe sentirli, perché così sembra più un’attrazione turistica che una comune anarchica.
Forse non ci crederete, ma tra le cose da vedere a Copenaghen non posso non mettere il Noma, IL ristorante
Detto questo il Noma è alla fine dell’area occupata da Christiania, il che mi sembra paradossale e un po’ assurdo. Poi, sempre il nostro Noma, si trova dietro al mega progetto copertina di BIG , l’inceneritore con pista da sci sopra.
Sul sito dell’azienda che si occupa della costruzione e della gestione dell’inceneritore, i proclami sono entusiastici ma già l’idea di chiamarlo Amager Resource Center mi sa molto di camuffamento. Sarò malfidato, lo so, ma piazzare uno dei gioielli della corona del capitalismo pseudo eco-sostenibile proprio accanto a Christiania, che dovrebbe avere un approccio assai diverso in materia, mi sembra uno spunto di discussione interessante. Per non parlare della serra del Noma. Come al solito non trovo risposte ma sollevo domande.
Varie ed ineventuali
Potrei parlarvi di un sacco di altre cose molto molto classiche. L’Hygge, le biciclette, il Nyhavn (classico canale con barche e case in legno, fa molto foto da cartolina), i Tivoli gardens (un luna park nel centro), ma eravamo partiti dicendo che in questo post su Copenaghen cosa vedere avrei cercato di evitare il banale. Tutto ciò di cui sopra è la summa della banalità applicata a Copenaghen. E con questo non voglio dire che non li ho visti o che non li dovete vedere. Anzi. Sono centrali all’esperienza di Copenaghen turistica, ma per fare questo non vi servono certo le mie indicazioni.
Molte volte, letteralmente, vi basterà seguire le mandrie (almeno pre coronavirus). Per percorrere terrreni battuti non vi serve una guida ma solo voglia e un po’, nel caso di Copenaghen un po’ molto, di denaro. Au revoir.
5+1 consigli per risparmiare a Oslo.
Volete continuare il viaggio nella Scandinavia? allora vi consiglio Oslo, quartieere per quartiere, Stavanger o Bergen.
Se invece siete interessati a proseguire il discorso sul design non posso che mandarvi in direzione di questo post su Paula Scher.
O magari che ne dite di un post su cosa vedere ad Atene.
Ciao a tutti!
non dici nulla sulle bicilette? ci sono piste ciclabili ovunque e si possono raggiungere molti luoghi molto in fretta con le bici. Io le consiglio!
Ciao Ale!
In effetti è vero, le bici sono ovunque e si possono affittare a partire da una dozzina di euro. Personalmente continuo a preferire la camminata in una città dove tutto è nuovo, ma se si vuole vedere (o si ha tempo di vedere) qualcosa fuori dal centro, allora ne vale la pena. Occhio ai segnali però 😉