Beirut cosa vedere. Sembra semplice, anche perché la ricetta ha pochi ingredienti:
- un po’ di storia, magari prendendo in considerazione la vicina Byblos (escursione in giornata) e il Museo Nazionale
- mare e lungomare con la scintillante corniche e i suoi beach club
- vita notturna il cui centro varia tra Rue Hamra, Rue Goraud e qualche distretto/quartiere che va alla grande per qualche mese.
Il problema però è che se gli ingredienti sono semplici la torta che ne salta fuori è un bel casino. Come quasi tutto d’altronde in Libano. Fate le facce stupite, occhi sgranati, rughe che si formano sul volto, poi le cose peggiorano, una bandiera gialla e una verde, l’immagine di un kalashnikov. Hezbollah!
So a cosa state pensando. Ma a Beirut non c’è la guerra? A Beirut c’era la guerra e mai come in questo caso la differenza tra passato, presente e futuro, è una differenza che si vede e si tocca, distesa un po’ languida e un po’ abusiva, tra raggi del sole feroci che anche ad Ottobre non lasciano scampo.
Recentemente alle conseguenze della guerra in Siria si è aggiunta l’esplosione nel porto della città, avvenuta il 4 Agosto, che ha scosso le fondamenta di un sistema già estremamente fragile. Da quel momento le cose sono peggiorate e Beirut, come tutto il Libano, è precipitata in una crisi economica e sociale da cui sembra difficile uscirne.
Beirut cosa vedere. Ricordate la linea verde?
La linea verde, Israele e le bombe, il devastante conflitto in Siria, quello sotterraneo (e politico) tra cristiani, musulmani sciiti e sunniti per il potere, politico ed economico, sotto una bandiera religiosa che era ed è tutt’al più banderuola. Bisognerebbe certo ammettere che tutto questo sistema tribal/familiar/religioso è una delle cause dei problemi libanesi ma come turisti, probabilmente, ne sentirete solo parlare.
Perché al di là delle problematiche socio-politiche di cui i turisti hanno poche colpe e, e ancora possibilità di risolvere, è vero che da qualche anno il Libano prova ad attrarre turisti in cerca di quel pizzico di magia alla “Mille e una notte” che solo il Medio Oriente è capace di regalare.
Se l’Europa garantisce un po’ di costoso romanticismo a qualche coppia in cerca di una spinta per rotolare tra le braccia dell’amore eterno (o di un buon legale), il Medio Oriente regala quel pizzico d’avventura unita alla passione e alla gentilezza di popoli che abitano le stesse colline da millenni e solcavano i mari quando la lupa che allattò i famosi fratelli non era nemmeno un’idea.
Il Libano, chi è costui?
Dimensioni e posizioni geografiche che si fanno storia, il Libano è grande quanto l’Abruzzo e Beirut ne è il centro e l’ombelico. Beirut è il Libano ma il Libano non è Beirut.
Forse non a tutti piacerà (per fortuna) perché Beirut è un po’ anarchica, disordinata, caotica, calda ma come tutte le città ferite e non uccise è vitale e dinamica, pericolosa e inebriante come il terzo rum e cola della serata (bere sempre con moderazione?).
Per capirla si dovrebbe arrivare, farsi travolgere, lasciarla per qualche giorno trovando “rifugio” nella campagna libanese (magari nel nord islamo/sunnita) e poi tornare per sedersi al luccicante centro commerciale Beirut Suq e domandarsi come fanno le donne libanesi ad essere così belle. Infine ricordate che l’ospitalità libanese è leggendaria e ha buon ragione di esserlo.
Come arrivare
Relativamente facile. Da Roma o Milano si può prendere un volo Turkish, Middle east, Egyptair o Alitalia per un prezzo che va tra 400 e 500 euro in alta stagione.
Altra possibilità è offerta da Pegasus Airlines. Si parte da Bologna o Bergamo, si fa scalo a Istanbul e poi si arriva a Beirut, il tutto a partire da 220 euro*.
Beirut cosa vedere e magari fare
Gli “altri” arabi vanno (andavano? ora c’è pure la concorrenza della scialba Dubai) a Beirut a fare quello che non possono fare in patria. Beirut è europea e mediorientale, qualunque cosa questi termini vogliano dire. È aperta e multiculturale: bar, ristoranti, discoteche, pub, fra Rue Monot e Rue Goraud si possono trovare tutti i drink della movida di Rimini, Riccione, Roma o Milano (ma con personaggi notevolmente più interessanti, specie il personale ONU in licenza).
Chi la cerca può trovare la cultura millenaria dei fenici e della mezzaluna fertile senza troppa difficoltà. Il bel museo nazionale è poco distante dal centro, lungo la tristemente nota linea verde, le storiche Byblos, Beiteddine, Tiro e Sidone sono a poche ore, al massimo, di distanza.
Non posso non consigliarvi di visitare ogni quartiere: Acrafieh, Ras Beirut, Gemmayzeh (pronunciato Gemmeisia, con la s lasciva), Hamra, Rue Verdun e se ne trovate altri che io mi sono dimenticato non abbiate paura ed esplorate, sempre con attenzione e rispetto.
Non dovete avere paura nemmeno dei blindati e dei soldati fermi agli incroci autostradali e davanti alle sedi istituzionali, sono meno cattivi di quanto possano sembrare e hanno sempre un occhio di riguardo per i turisti, pardon, viaggiatori.
Ultima nota, a qualcuno potrebbe servire raggiungere l’ambasciata italiana. Bene, questa si trova fuori città, a Babda e non nella zona vicino al parlamento (tenete a portata di mano i 35 dollari per un taxi).
Dove dormire
Nota negativa, se pagate poco avrete poco e non saranno rari i casi in cui pur pagando per un buon trattamento ne riceverete uno pessimo. Qualche anno fa il settore “medio”, per prezzi e servizi paragonabile ad un nostro 3 stelle, non era proprio un settore sviluppato (dettaglio tecnico, si può pagare in dollari o lire libanesi).
Beirut (nel 2010) era ancora un cantiere aperto, pochi gli ostelli e quelli che si facevano pagare intorno ai 10-15 dollari richiedevano un certo spirito di sacrificio, molta pazienza e buona volontà.
Tradotto in pratica significa: notti caldissime, docce spesso freddissime, discoteche molto rumorose proprio sotto la vostra camera, guardiani che ci sono o, più spesso, non ci sono, clima generale di abbandono.
L’ultima edizione della LP è, come spesso le capita, lesta a trasformare delle topaie a buon mercato in “accoglienti ostelli dove si respira l’aria del Libano di una volta”, per cui occhio e fatevi sempre mostrare prima la camera, a voi l’ultima parola.
Nulla da dire se invece cercate qualcosa di un po’ più costoso, gli alberghi da 4 e 5 stelle abbondano, il servizio è ottimo, i prezzi non esagerati, ma per i viaggiatori zaino in spalla è dura. In ogni caso a Beirut e dintorni vale al legge per cui bisogna essere buon mercanti, non dimenticatevelo.
Dove mangiare
Il post sarà anche su Beirut cosa vedere ma il cibo, in medioriente è semplicemente eccezionale e non posso sorvolare su questa cosa. Sappiate che si tratta dell’unico viaggio in cui sono ingrassato.
Ammetto che tra le cose da fare, apprezzare la cucina libanese potrebbe essere in cima alla lista. Paradiso dei fumatori, da noi relegati in angoli bui all’esterno dei ristoranti, aggrappati a funghi elettrici che scaldano troppo o troppo poco, in Libano potrete mangiare, bere e fumare contemporaneamente e in quasi tutti i posti.
La cucina libanese è ottima: salse, hummus, tabbuleh, baba gannoush, mezze, olive, carne (non quella di maiale ma credetemi se vi dico che non vi mancherà), frutta, il tutto accompagnato con il pane locale.
In Libano i pranzi, specie se siete invitati da una famiglia locale, sono una cosa seria. Altro che i parenti e le nostre domeniche, tenetelo a mente.
Se voletevolete qualche nome vi conosiglio da Al-Falamanki, Acrafieh, Rue Damascus.
Beirut cosa vedere, aggiornamento 2020
Purtroppo i prezzi e le compagnie aeree che volano a Beirut erano aggiornati al momento della scrittura dell’articolo. Nel giugno 2020, fase post coronavirus, i collegamenti stanno riprendendo da parte di Middle east e Alitalia/ITA Airwyas. Consultate skyscanner per i dettagli.
Avrete sicuramente visto le immagini dell’esplosione che ha devastato il porto di Beirut (e non solo) il 4 agosto 2020. Ad un mese dall’esplosione le conseguenze sono terribili. Il numero di morti è arrivato a 190, i danni materiali ammontano a più di 4,5 miliardi di dollari e più di 50.000 case sono state danneggiate seriamente. Il porto, il più grande punto di ingresso di merci di tutto il paese, è stato praticamente raso al suolo.
Il tutto in un economia che era in bancarotta già prima dell’esplosione e con una classe politica incapace di esprimere un governo stabile e un percorso condiviso verso lo sviluppo e l’inclusione. Ai diecimila problemi si è aggiunto anche questo, purtroppo. Il popolo libanese però è fiero e forte e supererà anche questa sfida, specie se troveranno il modo di abbandonare una politica divisiva su base etnico/religiosa e familiare.
Noi, da turisti, possiamo solo fare la nostra andando ad ammirare le bellezze di una regione piccola ma incredibile. Non mollate libanesi!
Bene, l’articolo Beirut cosa vedere è finito. Aggiungo che se oltre a Beirut siete interessati a visitare altre parti del paese dei cedri, potete fare un salto a questo articolo “Libano cosa vedere in una settimana” che ho pubblicato a giugno 2020.
Per quanto riguarda il post su cosa vedere e fare a Beirut abbiamo finito, ma che ne dite di proseguire il biaggio con un viaggio a Tripoli Libano?
Oppure rilanciamo e andiamo a Damasco?
L’articolo, in versione non aggiornata, era stato pubblicato sul numero 3 di Sensi Magazine.