Anversa cosa vedere. Molte cose cari amici e amiche. Intanto diciamo che sono appena tornato da un viaggio prenatalizio in Belgio (stranamente più caldo dell’Italia) e vi voglio raccontare cosa vedere ad Anversa. L’occasione era un ghiotto (economico) volo della Brussels Airlines che da Bologna mi ha portato a Bruxelles e poi da lì a visitare un po’ di città delle Fiandre.
Anversa cosa vedere. First things first – partenza
Parto dall’aeroporto di Bologna. Per arrivarci c’è:
- il famoso Aerobus da 6 euro per 6 km
- l’autobus 91 che fa, più lentamente, lo stesso percorso per 1,50 euro (si, è vero, ci dovete aggiungere un piccolo tratto a piedi ma volete mettere la soddisfazione?).
- Oppure il minimalista ma costoso Marconi express (12 euro solo andata), che in 7 minuti vi porta dalla stazione centrale all’aeroporto. Nonostante il costo vi confesso che adesso opto sempre per questo.
Quello dei sovrapprezzi per raggiungere gli aeroporti è un tema che mi è caro, letteralmente.
Comunque il volo è indolore. Niente di sofisticato, a bordo non è offerto nulla da mangiare, ma si tratta di 90 min, quindi direi che si può resistere. Lo spazio per le gambe è più di quanto ne abbia mai avuto, probabilment perché l’aereo, un Avro-RJ100, è in servizio da molto molto tempo, grosso modo da quel lontano passato in cui i passeggeri non venivano strizzati e stipati come sardine (due parentesi, la prima per dire che sullo stesso tipo di aereo aveva fatto il suo ultimo, sfortunato, viaggio la squadra di calcio della Chapecoense, e la seconda per dire che sui poggiagomiti c’erano ancora i posacenere).

Dall’aeroporto di Bruxelles (si, direttamente dall’aeroporto) ho preso il treno per Anversa e in men che non si dica sono arrivato alla casa della famiglia che mi ha ospitato. No, niente Couchsurfing, ho scelto Airbnb.
Anversa cosa vedere, sporchiamoci le mani

Che dire di Anversa? Confesso di essere combattuto. Chiariamo subito gli equivoci. La città è bella, viva (eccetto la mattina presto, ma questo è un classico del Benelux, anche a Rotterdam, in Olanda, è la stessa cosa) e piuttosto grande. Il quartiere in cui mi trovavo, Borgerhout, era tipicamente residenziale e a forte densità di immigrati, il che forse riusciva a dare un po’ di colore al paesaggio. Forse.
La Meir, una strada pedonale che parte dalla stazione centrale e arriva quasi al Grote Markt, è piena di negozi luccicanti e palazzi rococò con fregi in oro. Il Grote Markt è spettacolare. Nel periodo natalizio è poi affollatissimo (anche per via dei mercatini) e, di sera, è illuminato in maniera spettacolare (forse hanno esagerato con le luci di di natale sullo Stadhuis ma sono gusti). Qui sotto ci sono un paio di foto giusto per capire di cosa sto parlando (lo so, non rendono giustizia, chiedo venia).


Oltre a tutto questo sfoggio di seicentesca ricchezza traslata nel XXI secolo, in centro ci sono poi un paio di musei davvero interessanti. Il Platin-Moretus è uno di questi.

Si tratta della residenza seicentesca del tipografo e bibliofilo Christhope Plantin, oggi dichiarata patrimonio dell’umanità. Il palazzo mantiene molti degli arredi originali e racconta con dovizia di particolari tutto il processo di stampa. In tempi di crisi dei giornali e pubblicazioni digitali merita una visita anche solo per vedere gli interni della residenza.

Altro museo che vi suggerisco è il MAS, Museum Ann de Stroom. La struttura è facilissima da riconoscere, un parallelepipedo di mattoni rossi e vetro che offre un mix di mostre temporanee e collezioni permanenti esposte in maniera moderna e mai noiosa. I giudizi sull’architettura li lasciamo agli esperti del settore perché è il contenuto del museo che ci interessa.

Il MAS mi ha deliziato, primo perhcé apprezzo sempre un museo dove si espongono water ( in questo caso il water di Leopoldo II, quello del Congo, e dove si parla di cibo, cannibalismo, morte, meditazione. C’è anche uno spazio-studio per gli studenti, al 9° piano, e una terrazza aperta al decimo con una vista notevole su Anversa.


Se a qualcuno interessa, vicino al MAS (quando si dice unire utile e dilettevole) c’è il quartiere a luci rosse, piuttosto triste e assai meno glamour di quanto non credessi.
Mangiamo qualcosa?
Nota dolente riguardo al cibo. A parte il molto pubblicizzato “The Jane“, due stelle michelin, ristorante migliore del mondo nel 2015, e prezzi consequenziali, il resto del panorama non è così brillante. Prezzi piuttosto alti, piatti principalmente di carne e patatine fritte come se piovesse. Non saprei davvero cosa consigliare se si esclude Falafeltof, vicino alla cattedrale, che offre, indovinate un po’ falafel e patatine fritte a prezzi convenienti.

Nulla da dire sulle birre, ottime, e sul cioccolato, ma d’altronde dov’è che trovate del cioccolato cattivo? (Sud America e Stati Uniti, lo so).
A questo punto forse vi chiederete perché sia combattuto. Il fatto è che quando viaggio vado alla ricerca del diverso, del fascino dato dal confronto con chi vive in maniera differente dalla nostra. Non vado alla ricerca del bello. Anzi, spesso è nel brutto che trovo la mia realizzazione. Credo che solo dal contrasto tra il classico tran tran casalingo e un mondo alieno che procede per la sua strada senza conoscerti, possa nascere la vera soddisfazione del viaggio.
Per intenderci, il mercatino di natale con la cioccolata calda, bambini scorazzanti e palline di natale da 37 euro non è quello che cerco.
Anversa è pulita, sicura, funzionale, ricca, con un porto che è ancora oggi tra i più importanti del continente. Va benissimo se volete fare un weekend tranquillo ma non mi ha lasciato in bocca quel sapore dolce/piccante che ti ricorderai per molto tempo.
Adesso che sapete cosa vedere ad Anversa, che ne dite di passare a Bruges e Gand/Gent?
Oppure, se volete cambiare Stato vi propongo
E poi, fantasia, cosa vedere a Copenaghen