Ulissefest 2018, Blogville e markette con la K

Tra l’8 e il 10 giugno 2018, in mezzo a lavoro, temporali e allegri imprevisti, ho seguito l’evento su viaggio e viaggiatori, Ulissefest 2018, organizzato da EDT e Lonely Planet.

Ulissefest, iniziamo dalla geografia locale

L’evento si è svolto all’inizio dell’estate riminese, tra il mare e il centro storico e già questo, a mio parere, è un punto forte. Il sovrapporsi degli incontri, con la conseguente necessità di dover scegliere a quale conferenza partecipare, è un piccolo prezzo da pagare rispetto alla possibilità di godersi il Grand Hotel, il Fulgor restaurato e il teatro degli Atti. Sarò di parte ma posso dire che in questi ultimi anni anche il centro storico romagnolo ha riconquistato il suo fascino soffocato negli anni da parcheggi, asfalto e palazzine.

LA LOCANDINA DI ULISSEFEST
La locandina di ulissefest

Blogville, Emilia Romagna e Costa Brava

La qualità degli interventi è stata in genere alta e le riflessioni che ne sono scaturite sono indice del buon livello della discussione. In particolare il progetto Blogville dell’APT Emilia Romagna e la campagna marketing congiunta tra APT Emilia Romagna e Costa Brava mi hanno stimolato alcuni ragionamenti (qui il link su blogville e qui quello sul progetto congiunto Emilia Romagna – Costa Brava chiamato  #Eurofoodtrip).

Sia #eurofoodtrip che Blogville sono progetti che coinvolgono blogger provenienti da tutto il mondo a cui è stato offerto un viaggio in Emilia Romagna e in Costa Brava con l’obiettivo di creare contenuti “autentici” da diffondere tra i follower, soprattutto stranieri.

Ulissefest, il nodo gordiano

Il mio ragionamento è questo: se i travel blogger, food blogger o qualcos’altro blogger, hanno un seguito consolidato, è per la loro onestà, spontaneità, capacità di raccontare, a parole e visivamente, in modo chiaro ma non eccessivamente semplificato, le mille sfaccettature di un paese o di una città.

La creatività di ogni singolo viaggiatore è libera di spaziare e raccontare il mondo da una prospettiva sempre diversa ma alla fine più o meno personale e, spero, poco commerciale. Se questo è vero, come possiamo accettare senza colpo ferire che questi blogger vengano reclutati in massa da agenzie di marketing per promuovere i più disparati prodotti, dal Parmigiano alle colline toscane passando per parchi divertimento, zaini e vestiti?

La marketta

Questo aspetto è a mio parere estremamente contraddittorio e, senza mancare di rispetto a nessuno, mi sembra proprio che qui si torni alla cara vecchia marketta, con la K ovviamente.

Capite che se vengo spesato e pagato (faccio un esempio) dalla regione del Sichuan cinese per andare in giro e scrivere sul mio blog italiano delle bellezze del Sichuan, sarà difficile che poi scriva dello sfruttamento dei lavoratori, dell’inquinamento, dell’abbattimento delle foreste o ancora, sarà difficile che scriva anche solo qualcosa di complesso, che possa magari mettere in ombra l’immagine da cartolina che dovrei trasmettere al mio, scarso a dire la verità, seguito.

Ora, il mio era solo un esempio, una provocazione (non conosco il Sichuan cinese per intenderci), però come si fa a scrivere della complessità del mondo se si viene pagati da qualcuno per idealizzare e vendere?

Questa contraddizione tra blogger e copywriter assoldato un tanto a follower, mi sembra che dovrà, prima o poi, creare un cortocircuito. O forse no, magari molti apprezzano la semplificazione, la riduzione della realtà a cartolina. Voi che ne dite?

Immagine tratta dalla campagna #eurofoodtrip, Costa Brava ed Emilia
Immagine tratta dalla campagna #eurofoodtrip, Costa Brava ed Emilia Romagna.

La strana bestia chiamata “scrittore di viaggio”

A parte questo, e tornando al nostro Ulissefest 2018, domenica mattina ho assistito ad un bel dibattito sulla specie “scrittore di viaggio”, sul fatto che esista o meno e sul fatto che ci si possa mantenere o meno scrivendo di viaggi.

Il tutto serviva ad introdurre il libro “Come diventare scrittori di viaggio” che uscirà ad agosto edito dalla EDT (la versione inglese è già in commercio e ne ho fatto un post qui). Inutile dire che anche qui il dibattito è aperto.

Per restare in tema, si è anche discusso del fatto che i libri e le scuole siano veramente utili per la formazione di scrittori, e in particolare scrittori di viaggio. Io sono più per l’inutilità di tutto quello che non stia in uno zaino, ma poi ognuno ha le sue idee ovviamente.

Insomma, come forse avrete capito, tutti spunti interessanti. Gli incontri erano gratuiti, la cornice impeccabile, per cui posso certo dire che Ulissefest 2018 è stato davvero un bell’evento.


Il post su Ulissefest è finito per chi vuole proseguire il viaggio lascio qualche link:

come viaggeremo nel 2021

come viaggeremo in aereo nel 2021

i muri che dividono il mondo e le 10 mappe che spiegano il mondo

10 libri per viaggiatori

2 commenti

  1. Il libro della LP su come diventare scrittori di viaggio non è male. Il punto poi è se uno vuole far diventare il proprio hobby un lavoro. Io non ne sarei troppo convinto.

    • Anche questa è in effetti è una bella riflessione. Viaggiare per lavoro (o dover fare senza necessariamente averne voglia) potrebbe non essere così divertente.

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