I muri che dividono il mondo di Tim Marshall

I muri che dividono il mondo. Questo libro di Tim Marshall è stata la lettura che mi ha accompagnato nella prima parte di questo lockdown a base di panettone e coprifuoco.

Era da tempo che non parlavo di libri qui sul blog e dato la carenza di materiale derivante da viaggi (con i tempi che corrono anche un’escursione fino al panificio può essere considerata un’avventura), credo sia buona cosa concentrarci sulle cose interessanti che ci capitano sottomano e questo libro è sicuramente una di queste.

Come al solito visto che a google piace tanto e a voi non dispiace, vi indico qualcuno dei punti che toccheremo in questo articolo:

  • Chi è Tim Marshall? e quali altri libri ha scritto
  • Di cosa tratta esattamente questa sua seconda fatica “I muri che dividono il mondo”
  • Quali sono gli elementi più interessanti e quali meno di questo lavoro
MIcene porta dei leoni
Ok, lo so che non è proprio adeguato ma questa è la miglior fotodi un muro che avessi per cui accontentatevi. Micene, porta dei leoni e mura della cittadella.

I muri che dividono il mondo: sono tanti, sono pochi, sono in aumento?

Il titolo spiega solo in parte l’argomento di questo libro. Come avrete intuito si parla di nuovi e vecchi muri che dividono Nazioni, Stati, che separano religioni diverse e, ovviamente, cercano di tenere lontani i poveri dai ricchi.

La cosa interessante di questo libro però è che non si parla solo di muri, cioè non si parla solo delle strutture fisiche, di quanto sono lunghe, cattive, spregevoli o degradanti. Non solo almeno. La questione muro viene usata nel tentativo di spiegare la storia che ha originato la divisione di cui il muro rappresenta l’aspetto più visibile e, a volte, inumano.

Sebbene i muri in se possano essere semplici o complessi (dall’articolato sistema di difesa israeliano che separa la Striscia di Gaza e la Cisgiordania dal territorio dello stato ebraico fino a semplici recinzioni, come quelle che separano l’Ungheria dalla Serbia) i motivi storici, geografici e culturali che ne hanno motivato la costruzione possono essere risalenti e molto interessanti da scoprire.

Ecco che allora il muro serve per entrare nella storia di uno o due popoli confinanti che hanno avuto un’evoluzione storica molto differente e la cui vicinanza è oggi diventata fonte di tensioni.

Chi è Tim Marshall

Ma chi è il nostro Tim Marshall?

Tim Marshall è un giornalista che ha lavorato per vent’anni a Sky News come editor diplomatico e corrispondente estero. Da qualche anno si è dato alla scrittura, prima con “Le 10 mappe che spiegano il mondo” e poi con questo “I muri che dividono il mondo”.

Da anni gestisce anche un blog sulla geopolitica molto gettonato, The What and the Why.

Il muro buono, il muro brutto e il muro cattivo

Come ogni buon libro anche questo ci fa fare un viaggio in un mondo complesso, un mondo nel quale i muri servono ad evitare l’ingresso di coloro che sono ritenuti indesiderabili, ma allo stesso tempo serve a forgiare un’idea, spesso in chiave nazionalistica, dello Stato che costruisce il muro.

Per farla più semplice. Non volendo che “altri” arrivino nel territorio del mio Stato finisco inevitabilmente anche per definire me stesso. In questo, la tesi di Tim Marshall è che i muri servano a definire cosa siamo noi almeno tanto quanto a tenere fuori gli altri.

Per Tim Marshall i muri non sono il male cementificato, per così dire, e non vanno visti solo negativamente. Rispetto ai grandi stravolgimenti e ai grandi spostamenti di persone che stanno avvenendo, e sono sempre avvennuti nel mondo, i muri non rappresentano certo soluzioni finali ma almeno possono temporaneamente allievare un problema, evitando che un paese percorra una deriva nazionalistica e/o populistica a causa dei molti partiti politici che sanno sfruttare problemi e paure per guadagnare un vantaggio elettorale (ogni riferimento a cose italiane è puramente casuale).

Costa rica, playa Samara

In soldoni, i muri che dividono il mondo non sono una soluzione ideale ma possono essere utili, almeno per Tim Marshall.

Per quello che vi può interessare le mie opinioni finali

Una decina di giorni fa ho pubblicato un post sui libri da regalare ad un viaggiatore per natale. Se lo leggete vedrete che “I muri che dividono il mondo” non era nella lista e adesso vi spiego perché.

La prosa di Tim è scorrevole, il libro è facilmente comprensibile e contiene anche un certo numero di informazioni interessanti. Di negativo però c’è che forse è anche un po’ troppo semplice, almeno se siete interessati alla geopolitica o vi tenete quotidianamente informati sugli avvenimenti mondiali.

La parte sulla grande muraglia cinese, ad esempio, è molto interessante, quella sulla divisione tra India e Pakistan anche, ma quando ci si avvicina all’Europa o agli Stati Uniti le notizie sono già conosciute, a meno che non abbiate vissuto sotto una roccia, e Tim Marshall non aggiunge molto di suo, non ci sono analisi o rivelazioni importanti.

Un’ultimo appunto che mi sento di muovere. Non viene mai citato il fatto che una società sana e forte, sicura di se stessa e in espansione, non ha mai costruito muri. Pensate se agli americani del 1800 fosse venuta l’idea di costruire un muro per separarsi dagli indiani o dai messicani. Sarebbe stato impensabile.

Non l’hanno fatto perché l’ovest, e in parte il sud, erano visti come luoghi dove gli Stati Uniti avrebbero potuto svilupparsi e prosperare. La frontiera non faceva paura, era la speranza di un futuro migliore (è vero che di danni, con l’espansione a ovest e a sud, gli americani ne hanno fatti molti, compresi il genocidio dei nativi americani, però qui il punto è capire il rapporto con il muro).

Pre me il problema più grande dei muri è proprio questo. La loro costruzione, e vale ad esempio anche per i romani, segnalano la crisi di un modello di società, segnalano la fine di un sogno e l’inzio della paura.

Conslusione su I muri che dividono il mondo di Tim Marshall

Non pensate che non abbia apprezzato il libro. Mi è piaciuto, muovo solo qualche minimo appunto , ma il libro è sicuramente una buona introduzione alla geopolitica, un buon punto di partenza per le persone curiose che vogliono esplorare il mondo che ci circonda.


Bene giovani e meno giovani, il post sul libro “I muri che dividono il mondo” è finito, andate in pace.

Prima però vi presento una serie di link che potrebbero interessarvi :

Le vie della seta di Frankopan

Una guida per diventare nomadi digitali, edita da EDT

Sovietistan di Erika Fatland

Illuminismo adesso di Steven Pinker

La scoperta della natura di Andrea Wulff, un libro sul geniale Humboldt

Infine, avete visto la foto della porta dei leoni dei Micene, se vi interessa potete fare un salto al post Peloponneso cosa vedere

Pura vida

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