L’Impero Asburgico di Pieter M. Judson

In attesa di definire il mio prossimo viaggio, si spera in Perù (ne ho parlato nello scorso post, ripartire), questa settimana vi parlo di un libro. E il libro è una di quelle letture leggere da fare sotto l’ombrellone, tra il risveglio muscolare e la cocomerata… si tratta de “L’Impero Asburgico” di Pieter M. Judson.

Suona familiare? Sapevo che lo conoscevate anche voi. In fondo l’Impero Asburgico, per gli amici Impero Austro-Ungarico, rigorosamente con il trattino nel mezzo, è un vecchio frequentatore della storiografia italiana. Tutti i ragazzi che hanno studiato un po’ il risorgimento sanno che Radetzky e gli austriaci erano i nemici numero uno dei patrioti italiani nella seconda metà del 1800. L’impero Austro-Ungarico assumerà poi il ruolo di nemico, a fianco dei tedeschi, anche nella prima guerra mondiale.

L' impero asburgico di Pieter M Judson
Copertina de L’Impero asburgico di Pieter M. Judson

Che l’Austria fosse effettivamente un nemico o piuttosto un modello di società alternativo (come alcuni sembrano proporre), è una questione che sta venendo affrontata recentemente, non ultimo proprio da questo libro.

Le cose sono complesse e Judson cerca di scrivere una storia che metta, almeno un po’, le cose in chiaro. A partire dal 1200 fino al 1924, la parabola degli Asburgo, e del loro impero, è delineata in maniera molto dettagliata, soprattutto considerando la politica interna e gli aspetti socio culturali delle tante popolazioni che componevano l’Impero (Italiani, Galiziani polacchi e Ruteni, Ungheresi, croati, Sloveni…)

Ma chi era l’Impero Asburgico?

Nel periodo precedente la Prima Guerra Mondiale (1867 per i pignoletti) l’Austria era arrivata ad un accordo con l’Ungheria e quello che era conosciuto come Impero Asburgico cambiò nome per diventare Impero Austro-ungarico, a sottolineare un dualismo e una pari dignità che era poi riassunta nella figura dell’Imperatore Francesco Giuseppe, che fu incoronato nel 1867 anche Re d’Ungheria.

Impero Asburgico. Francesco giuseppe incoronato re d'Ungheria nel 1867
Impero Asburgico. Francesco Giuseppe incoronato re d’Ungheria nel 1867

Il libro evidenzia come il processo di nascita degli stati nazionali e di sviluppo del pensiero nazionalista, ha le sue radici nelle rivoluzioni del 1848, rivoluzioni che affermano i diritti dei popoli (o almeno di una parte del popolo) in contrasto con le aristocrazie, le consuetudini feudali e gli assolutismi. In quegli anni di rivoluzioni e di battaglie liberali vengono però anche gettati germogli che poi daranno frutti avvelenati prima, durante e soprattutto dopo la Grande Guerra.

Maria Teresa D'Austria
Un selfie di Maria Teresa D’Austria
Giuseppe II asbrugo
Un selfie di Giuseppe II Asbrugo

L’universalismo dell’Impero, che poggiava su sovrani come Maria Teresa D’Austria e Giuseppe II (che oggi passerebbero per reazionari e ultraconservatori ma allora erano illuminati e liberali), su strutture amministrative poco sviluppate, e su una nobiltà che tutto poteva, venne quindi abbandonato, a favore di una visione nazionalista e liberale che ha posto però l’Impero in una situazione complessa e difficile da districare: la scelta tra centralismo assolutista (molto difficile da sostenere) e federalismo liberal/nazionalista (che rischiava di ridurre a brandelli l’Impero).

La monarchia asburgica si trovò quindi al centro di un mondo che si stava disintegrando, incapace però di diventare protagonista in quello nuovo che stava nascendo.

La fine di tutto e di tutti. No, non esageriamo.

Le tesi per cui l’impero Asburgico sarebbe stato un impero liberale, capace di raggruppare popoli ed etnie diverse sotto la sua ala protettrice, opposto ad un mondo violento fatto di populismi, nazionalisti e nazionalismi, è una lettura parziale tanto quanto quella che vede nell’Impero solo un relitto di un’epoca andata, trascinatosi stancamente fino al 1918 senza avere un senso reale, senza essere capace di portare sviluppo e stabilità a quella parte dell’Europa che dopo la seconda guerra mondiale diverrà comunista.

Vienna notturna foto di Zoran Cindric
Tipica veduta notturna di Vienna nel 1903. Olio su tela. Foto di Zoran Cindric

Per questo rintracciare nell’Impero le ragioni di una presunta arretratezza dell’Europa Centrale, rispetto all’Europa Occidentale e al mondo anglo sassone, sarebbe ingeneroso e in ultima analisi falso. La lettura attenta delle cose, cosa che questo libro certamente fa, restituisce un quadro sempre molto più complesso, specie quando sono coinvolti molti popoli e un periodo storico piuttosto ampio.

La conclusione su Impero Asburgico di Pieter M. Judson

Vienna - Photo di Philippe Deus
Vienna, castello di Schonbrunn – Photo di Philippe Deus

Il libro mi è piaciuto molto. Si tratta di 600 pagine molto dettagliate, con un analisi molto approfondita della politica interna dell’Impero (a volte forse anche troppo per un semplice appassionato). La storia degli Asburgo e dell’Impero viene invece solo accennata per quanto riguarda la politica estera, le guerre e le battaglie. Per questa ragione non credo che possa interessare a tutti.

Credo però che questo libro porti un interessante punto di vista su un “nostro vicino”, un vicino che ha giocato una parte tanto importante nello sviluppo della nostra storia repubblicana.


Direi che il post Impero Asburgico di Pieter M. Judson è finito, seavete voglia di leggere altro vi consiglio:

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