Ibn Battuta, il più grande viaggiatore del medioevo. #iorestoacasa #raccontastorie

Adesso che non si può viaggiare tu ci parli dei viaggi di un grandissimo viaggiatore come Ibn Battuta? Si, voglio farlo perché prima o poi tutto questo finirà e ci ritroveremo forse in un mondo differente ma nel quale il viaggio continuerà ad esistere.

Ibn Battuta non c'entra. Questo è uno dei classici post di Instagram. Self Help un tanto al chilo ma che contiene certamete una parte di verità.
Ironico? un po’. Provocatorio? forse. Perdonatemi . Ibn Battuta non c’entra. Questo è uno dei classici post di Instagram. Self Help un tanto al chilo ma che contiene certamete una parte di verità.

Chi era Ibn Battuta?

Dovete sapere che Ibn Battuta è il più grande viaggiatore medievale.

Da italiani abbiamo sentito ripetere più volte il nome di Marco Polo e, successivamente, quello di Colombo, Vespucci o Verrazzano. Ibn Battuta è invece un nome quasi sconosciuto, ma vi confesso che se potessi fare un salto indietro nel tempo morirei dalla voglia di fare gli stessi viaggi che Battuta ha fatto.

Ibn Battuta al Cairo.
Ibn Battuta al Cairo.

Ibn Battuta nasce nel 1304 a Tangeri e a 21 anni, dopo aver fatto studi per diventare giudice, lascia il Marocco e parte per il pellgrinaggio a la Mecca (obbligatorio almeno una volta per ogni musulmano), passando per il Cairo. Visita l’Iraq e poi scende lungo la costa africana verso la Tanzania.

L’india e la Cina

Tornato a La Mecca decide di raggiungere l’India ma non con un “comodo” passaggio via mare, bensì attraversando la Turchia, la Bulgaria, l’Ucraina e passando per Astrakhan, a nord del Mar Caspio, per arrivar einfine a Kabul e Delhi.

Potrebbe essere già abbastanza, ma il nostro giudice (si manteneva in viaggio come giudice della legge islamica e lavorò per il sultano di Delhi, tra gli altri) decide che la Cina merita. Allora riparte via mare verso Chittagong (odierno Bangaldesh), passa lo stretto di Malacca e poi arriva in Cina con Pechino come tappa finale.

Un’altra pandemia. Di peste.

Già che siamo in tema possiamo dire che vide gli effetti della peste sia in Cina che in Marocco, quando tornò nel suo paese nel 1347. I suoi genitori morirono e lui non si fermò, decise di andare in Mali, nella leggendaria Timbuctù.

Un'immagine recente di Timbuctù, Ibn Battuta la raggiunse nel 1353. Foto tratta da desiwriterslounge.com
Un’immagine recente di Timbuctù, Ibn Battuta la raggiunse nel 1353. Foto tratta da desiwriterslounge.com

Ritrornò infine a Tangeri nel 1354, arzillo 50enne che comincia a dettare le storie dei suoi viaggi.

Ibn Battuta viaggi e passaporto

Per tutto questo viaggiare dobbiamo però dire che non andò mai nel cuore dell’Europa. Ovviamente non perché non fosse interessato a Roma o alla Francia medievale, ma, semplicemente, perché ad un musulmano non era permesso.

Potè andare in Spagna, a Granada, allora controllata dagli islamici. E potè attraversare anche l’impero bizantino, Costantinopoli, la Bulgaria e l’Ucraina viaggiando in pratica introno al Mar Nero. Prima della caduta di Costantinopoli, nel 1453, quello che rimaneva dell’Impero Romano D’Oriente aveva intensi rapporti commerciali e diplomatici coon i musulmani.

Ipercorsi di Ibn Battuta. Immagina tratta da britannica.com
I viaggi di Ibn Battuta. Immagina tratta da britannica.com

Il viaggio medievale

Non facciamo però l’errore di trasformare il nostro viaggiatore medievale in un eroe moderno politicamente corretto e cosmopolita. Ibn approfitta di molte donne schiave, si crea una sorta di harem viaggiante e lascia per strada molti figli durante i suoi viaggi. Inoltre non era particolarmaente aperto di mentalià e infatti quando visita luoghi in cui le donne hanno una certa (piccola) libertà rimane colpito. Non è poi un fan dei costumi discinti dei popoli che vivono ai tropici.

Insomma, un uomo del suo tempo, tra l’altro un giudice, un interprete della legge coranica. Essenzialmente, e senza dubbio, un conservatore. Molto curioso però.

Il manoscritto di Ibn Battuta, Rihla

Detto questo, il suo manoscritto “I viaggi” (Rihla), pur essendo in parte realizzato copiando scrittori precedenti e contemporanei, rimane un importante pezzo di letteratura medievale, specie per capire usi e costumi di una vasta parte del mondo nel XIV secolo.

Ibn Battuta morì nel 1369 a Tangeri, città in cui è possibile vedere la sua tomba.


La storia di Ibn Batuuta è finita però io vi suggerisco di proseguire con un libro bellisssimo, “I ragazzi di Barrow” oppure, se volete ridere un po’ vi suggerisco i miei episodi imbarazzanti in viaggio e Yes Theory ed “Era meglio se stavo a casa” .

Se volete fare un viaggio in Italia vi consiglio la Riviera Romagnola e, in particolare, la Rocca di Montefiore Conca.

Infine, se avete bisogno d’ispirazione, in questo post vi parlo del perché dovete andare in Caucaso

Magari vi interessa leggere i post Oslo cosa vedere e Copenaghen cosa vedere

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *