Trujillo e la cultura Moche. Huaca del Sol e Huaca della Luna

Nel post precedente vi ho raccontato del mio arrivo a Trujillo, la dinamica, tosta e rivoluzionaria “capitale” del nord del Perù. Trujillo è un buon punto da cui partire alla scoperta di quelle che erano le civiltà che precedettero quella Inca. Parlo dei Chinor e dei Moche.

Di Chan Chan e dei Chimor ho accennato qualcosa sempre nel precedente post (tenete presente che tutto verrà trattato in maniera più ampia una volta che a casa avrò organizzato tutto il materiale foto e video) e quindi qui e ora vi vorrei scrivere qualcosa sui Moche.

I Moche

I Moche precedettero i Chimor, come arco temporale coprono infatti un periodo che va dal 100 a.C. al 700 d.C.. Sono particolarmente famosi per le loro ceramiche, estremamente dettagliate, ricercate, rifinite in maniera tale da raggiungere un livello artistico che non sarebbe mai stato più toccato dalle produzioni di altre civiltà nella zona. Se vi interessa la questione, e dovrebbe, perché la ceramica moche è qualcosa di artisticamente notevole, il museo Larco a Lima ne ha una collezione a dir poco straordinaria.

Esempio di ceramica Moche proveniente dal Museo L’arco di Lima
Altro esempio di ceramica Moche, questa volta dal Museo precolombino di Cusco.

Poco fuori Trujillo si trovava quella che secoli addietro era la capitale dei Moche, che si sviluppava ai piedi di una montagna posta circa 7km a ovest della città. Le abitazioni del popolo, di cui non rimane praticamente nulla, si trovavano tra quelle che sono oggi due huacas (luoghi sacri, luoghi cerimoniali) che rimangono il contributo architettonico più visibile e conosciuto della civiltà Moche.

Al momento la Huacas della Luna è stata scavata ed è visitabile, mentre per mancanza di fondi la più grande Huaca del sole non è stata scavata e non è aperta al pubblico.

Moche, Huaca della Luna
Moche, Huaca del Sole

Il biglietto si acquista prima dell’ingresso alla Huaca della Luna, nella zona dove si trova un gradevole museo, semplice e ben organizzato, e un’area con prodotti artigianali e bar. La visita, durante questo incerto periodo pandemico, è possbiile solo con una guida, compresa nel prezzo d’ingresso, a cui però si spera lasciate una piccola mancia.

Huaca della Luna

La cosa che più colpisce il visitatore sono senza dubbio le decorazioni policrome presenti su alcune facciate e su alcune parti interne di questa sorta di piramide a gradoni che si è andata allargando e alzando con il passare del tempo. Ogni generazione e ogni leader Moche faceva infatti allargare la base della piramide e ne aggiungeva un gradino. In questo modo i livelli più bassi e vecchi sono stati ricoperti e preservati dagli interventi costruttivi successivi.

Moche, huaca della Luna. Partendo dal basso il primo livello rappresenta guerrieri sconfitti e soggiogati, portati in parata. Al secondo livello abbiamo rappresentazioni di sacerdoti moche e al terzo una delle divinità moche.
Una delle parti della huaca in cui i colori si sono mantenuti meglioha per oggetto una serie di rappresentazioni di una delle tante divinità moche.

Inutile dire che i colori e le immagini restituiscono qualcosa d’incredibile, una visione del mondo, della civiltà e dell’arte dominata dall’idea della potenza degli dei e dalla necessità degli uomini d’ingraziarseli o di placare l’ira divina grazie a sacrifici.

In questo luogo infatti venivano fatti sacrifici umani, dopo combattimenti rituali, che differivano tra loro a seconda che il sacrificio fosse fatto per eventi eccezionali come inondazioni, terremoti o El niño oppure facesse parte di un “normale” ciclo di sacrifici.

Vorrei lasciare una mia piccola valutazione, un mio pensiero su questo tema. So che non è facile giudicare il passato con gli occhi di oggi. I Moche cercavano di dare spiegazioni ad un mondo che non comprendevano e non capivano e a loro sembrava che il sacrificio di una vita umana fase una cosa ragionevole da fare. Sembra paradossale che di una cultura complessa e articolata come quella Moche, l’unico resto architettonico oggi visitabile sia una struttura cerimoniale dedicata ad un culto religioso senza alcuna base reale, probabilmente protratto nel tempo per preservare la base di potere di un’élite sul resto del popolo. E badate bene, questo vale per quasi tutte le religioni conosciute. Enormi sforzi e sacrifici, per creare templi dedicati alla venerazione di divinità che non esistono ma che, pur non esistendo, esercitano una grande influenza sulla vita di decine di migliaia di persone. E io, come tantissimi altri, sempre in prima fila per visitarle.

Una panoramic atotale del complesso della huaca della luna

Moche e Trujillo, conclusione

In ogni caso, la cultura Moche, le huacas e i sacrifici rimangono qualcosa d’importante, da tenere presente questa, sia per i peruviani, che per noi stessi.

Il piacere di girovagare per il paesaggio desertico di quella che una volta era la capitale Moche, arrivando a “toccare” la Huacas del Sole, rimane un piacere unico. Infine, se devo confessarlo, ho preferito queste due huacas alla un po’ dispersiva Chan Chan.

Detto questo direi che è ora di muoversi, vi parlerò prossimamente di Trujillo, una città che mi è piaciuta assai, in un altro post dedicato solo a lei. Per ora chiudo e vi lascio al prossimo appuntamento: Chachapoyas e i guerrieri delle nuvole.


Articolo sui Moche quasi concluso. Vi lascio un po’ di altri post se avete voglia di continuare a legge

prime impressioni su Lima

– le rovine di Chan Chan

– la sierra e Huaraz

turismo e politica

viaggi e rimorsi

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