Olanda, Indonesia, rivoluzioni e colonialismo

Revolusi di David Van Reybrouck, oggi si parla di questo libro.

La frequentazione con David Van Reybrouck, attraverso libri s’intende, risale al bellissimo Congo, uscito nell’ormai lontanissimo 2016. Così, quando mi sono ritrovato in una solitaria, assolata e afosa domenica di luglio a cercare refrigerio in uno dei pochi luoghi capace di rilassarmi all’istante, una libreria nel caso ci stiate pensando un po’ troppo, insomma entrando in questa libreria non ho potuto fare a meno di notare Revolusi, il nuovo libro di Van Reybrouck, e ovviamente ho dovuto farlo mio. Si comincia con la Revolusi.

Di cosa parliamo quando parliamo di Revolusi

Questa volta il nostro autore lascia quel Congo che noi abbiamo fatto diventare il cuore di tenebra dell’Africa, e ci porta in Indonesia: dalle instagrammabili spiagge di Bali, Giava, Sumatra, alla giungla di cemento di Giacarta (o se preferite Jakarta, la capitale che sembra verrà spostata nel Borneo), fino alle remote lande dell’isola di Papua Occidentale.

Revolusi di David Van Reybrouck, copertina del libro
Revolusi di David Van Reybrouck, copertina del libro

In questo volume Van Reybrouck ci racconterà la storia degli ultimi 200 anni di questo paese, a partire dalle spezie e i portoghesi, per arrivare agli olandesi e ai giapponesi (il cui breve periodo di controllo dell’isola lasciò diverse importanti conseguenze). La creazione delle Indie Orientali Olandesi, una colonia enormemente più grande dei Paesi Bassi e anche, almeno dal punto di vista delle risorse naturali, enormemente più ricca, lanciò i piccoli Paesi Bassi nel ristretto grupppo delle grandi potenze coloniali e, una volta entrati, gli olandesi fecero di tutto per rimanerci.

Revolusi di David Van Reybrouck. Una cartina dell'Indonesia tratta da worldmeters.info.
Revolusi di David Van Reybrouck. Una cartina dell’Indonesia tratta da worldmeters.info.

Ecco che, dopo la fine della seconda guerra mondiale, per gli inascoltati nazionalisti indonesiani si apre la Revolusi del titolo che è quindi la lotta, la rivoluzione, che ha portato il popolo indonesiano ad opporsi alla dominazione olandese e finalmente a dichiarare l’indipendenza nel 1945 (ma sarà effettiva solo dopo il 1949 e le due “azioni di polizia dell’esercito olandese”. Non penso di aver fatto uno spoiler, ma se non ne eravate al corrente chiedo venia).

Qua da noi, e anche in Olanda, di colonialismo se ne parla, convenientemente, molto poco. Gli stessi olandesi sono il popolo europeo dove la percentuale maggiore di persone ritiene che il proprio periodo coloniale sia stato un bene per i colonizzati, all’insegna di quel “occidente con una missione civilizzatrice” che è un pensiero assai duro a morire, sebbene chi se ne intenda sappia bene che non è mai stato così.

Gli olandesi, pur forse senza gli eccessi degli italiani brava gente che gassavano gli etiopi, hanno fatto i loro danni, hanno torturato, ucciso, inflitto dolore e morte ad un paese che non ne voleva sapere nulla di cantare Het Wilhelmus per la regina Guglielmina. Addirittura la lotta contro il fascismo giapponese e il nazismo tedesco, che unirà per breve tempo alcuni indonesiani e alcuni olandesi, non sarà sufficiente per creare un rapporto paritario dopo la fine della seconda guera mondiale

La scrittura

Al solito Van Reybrouck usa lo stile che gli si riconosce: dotto senza essere saccente, arguto senza essere snob, dettagliato senza diventare pedante. In mezzo a tutto lascia molto spazio alle parole dei testimoni senza lasciarsi trascinare nel melodramma o nella disperazione di coloro che in effetti hanno vissuto momenti terribili.

Revolusi di David Van Reybrouck, foto dell'autore
Revolusi di David Van Reybrouck, foto dell’autore

Il libro Revolusi di David Van Reybrouck è quindi facilmente leggibile pure se lungo, circa 550 pagine, e addirittura si sentirebbe la necessità di qualche capitolo in più e non di qualche capitolo in meno (il che, penso, è sempre un buon segno).

La mia conclusione su Revolusi di David Van Reybrouck

Il libro è molto interessante, anche perché ci racconta di una nazione che conosciamo un poco solo se ci siamo stati in vacanza e di un periodo storico, dal 1700 al 1950, che non è generalmente molto trattato.

Due, forse, i difetti. Il primo è che al contrario di Congo, nel quale la narrazione si spingeva ai nostri giorni e raccontava molti fatti inquietanti e oscuri ma utili a capire il mondo e in particolare l’Africa di oggi, questo Revolusi si ferma invece al 1950, al momento in cui l’Indonesia otterrà l’indipendeza ed entrerà quasi da subito nel gruppo dei paesi non allineati.

Joop Hueting
Revolusi di David Van Reybrouck. Joop Hueting, il soldato che nel 1969, alla tv olandese, denunciò alcuni dei crimini commessi dall’esercito in Indonesia

Questo è davvero un peccato perché la storia indonesiana rimane sempre molto interessante, anche tra gli anni ’50, ’60 e ’70, con la furia anticomunista, i colpi di stato, la dittatura di Suharto, i problemi con l’integralismo islamico e il fatto di essere il paese musulmano più popoloso del mondo. Ovvio che potrebbe essere in arrivo un altro volume che copre un periodo storico così lungo e travagliato ma mi sarei aspettato che l’arco temporale fosse completo, così come lo era in Congo.

Il secondo difetto non è forse un vero e proprio difetto ma un punto di vista un po’ forzato. Si tratta dell’interpretazione molto forte che Van Reybrouck da della Conferenza di Bandung (la prima conferenza Asia – Africa che legherà il suo nome all’anticolonialismo e ai paesi non allinesti), quasi che questa sia il punto da cui tutte le lotte di liberazione africane, afro americane e asiatiche siano partite. Un po’ eccessivo.

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Revolusi di David Van Reybrouck. Foto del primo Presidente Indonesiano Sukarno, il nazionalista carismatico che guiderà il paese all’indipendenza.

Al di là di queste piccolissime cose direi che tutti coloro che sono interessati alla storia dovrebbero buttarsi senza dubbio su Revolusi, perché, come al solito, anche in questa Storia ci sono molte lezioni da imparare


Il post su Revolusi di David Van Reybrouck è finito, se volete proseguire nella lettura vi do qualche spunto:

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