Quando, bazzicando qualche forum e/o blog online, sono capitato su un articolo che parlava di Norchia come della Petra d’Italia, non ho potuto che fermarmi per capire esattamente di cosa si stesse parlando.
Sono stato a Petra, quella giordana, (ne parlo nel post cosa vedere in Giordania) e non potrei dire altro se non che si tratta di una vera meraviglia. Ci sono rovine e resti archeologici, principalmente romani, nabatei e bizantini e sono tutti di assoluto rilievo, ma forse la cosa più spettacolare è il contesto: un paesaggio desertico misterioso e spettacolare e un sito di dimensioni ragguardevoli.
Il mix tra le due cose fa che, nonostante i tantissimi turisti, si mantenga un’atmosfera magica, a tratti quasi anche intima, tra il visitatore e il territorio.
Per questo motivo ero piuttosto sorpreso che anche in Italia ci fosse qualcosa di simile e mi fosse sfuggito. D’altronde però, se nei boschi dell’alto Lazio si nasconde una piramide quasi sconosciuta (la poco conosciuta e intrigante piramide etrusca di Bomarzo), forse poteva essermi sfuggita anche una, magari piccola, Petra italiana.
Intro ma non troppo
In effetti, grande spoiler, non è proprio così. Chiamare Norchia la Petra D’Italia sarebbe come paragonare i due chilometri che fate in bici per andare al mare ad una delle tappe del Giro d’Italia. Lasciamo perdere allora? No, continuate a leggere perché nonostante il titolo di Petra d’Italia sia un po’ troppo clickbait, vale la pena di proseguire.
A mio parere Norchia merita di essere visitata e, caso fortuito, in parte per le stesse ragioni per cui la Petra giordana merita di essere visitata. Insomma, lo spettacolo è in ogni caso notevole.
Se vi ho convinto, se siete ancora qui a leggere, possiamo adesso entrare un po’ nel dettaglio.
Norchia, la Petra d’Italia, cosa vedere
La città etrusca di Norchia (nome originale forse Orclae) era una città che gravitava attorno alla potente Tarquinia ed era abitata ai tempi degli Etruschi, dei Romani e nell’alto medioevo (anche se nel periodo romano doveva essere poco più che un piccolissimo villaggio).
Si trovava sulla via Clodia e quello che oggi rimane visibile sono soprattutto le tombe scavate nella roccia, che occupano un’intera parete. Escluse queste tombe dell’antica città etrusca non ci rimane molto. Anche del periodo romano non possiamo ammirare grandi vestigia ma quello che invece possiamo vedere sono alcuni ruderi piuttosto evocativi del periodo medievale, in cui la cittadina venne dotata di una chiesa e di una fortezza (periodo tra 1200 e 1400 diciamo).
I resti di queste due strutture si possono vedere sulla scarpata opposta rispetto alle tombe etrusche. Del castello che sorvegliava la piccola valle rimane un muro e poco più, della Chiesa di San Pietro (XII secolo), rimane in pratica solo una parte dell’abside. Da questo lato della scarpata si possono vedere anche un colombaio e un fossato risalente al periodo etrusco.
Norchia è davvero interessante?
Come avete capito quello che possiamo ammirare a Norchia sono solo ruderi, parziali frammenti di quello che una volta doveva un villaggio piuttosto anonimo su una via di comunicazione prima trafficata poi caduta lentamente in disuso.
Non di meno queste rovine emanano un certo fascino, un fascino che raramente mi è capitato di percepire altrove. Parte di questo è dovuto al mistero del luogo che oggi è quasi in stato di abbandono, lontanissimo dalle rotte turistiche più importanti, al punto che probabilmente quando passeggerete per il psoto sarete probabilmente soli.
Camminare osservando tombe etrusche a dado (su due livelli, con finte porte) e, se avete il coraggio di farlo, anche avventurarsi per brevi tratti all’interno delle stesse (fate molta attenzione e valutate se vale la pena farlo, in fondo non c’è nulla e non si trova nulla di particolarmente affascinante), mentre in sottofondo avete il piacevole rumore di un ruscelletto che scorre lento a fondo valle, è davvero rilassante e piacevole.
L’atmosfera, il contesto in cui questo sito è immerso valgono davvero, come si dice in questi casi, il prezzo del biglietto. In questo, più che nel valore e nella maestosità delle rovine archeologiche, è possibile trarre un parallelo con la più famosa e clebrata Petra del Medioriente.
La fine di Norchia e del post
La necrpoli etrusca di Norchia, come tantissimi altri luoghi della Tuscia, è stata una piacevole sorpresa. La zona che va da Viterbo a Saturnia è infatti piena di resti archeologici e di città antiche, romane e medievali, che sono poco conosciute ma molto interessanti per gli appasionati di storia e anche solo per chi vuole fare una passeggiata nel passato.
Che luoghi come questo siano quasi sconosciuti dice molto della quantità di patrimonio storico archeologico che la nostra penisola può vantare. Un patrimonio così grande e diffuso che anche un luogo che in qualsiasi altro paese sarebbe valorizzato e protetto, rimane per lo più nascosto e sconosciuto. Badate bene, non mi sto lamentando. Si tratta di qual cosa di inevitabile, come è quasi inevitabile che per il mondo intero una civiltà affascinante come quella degli Etruschi rimanga nascosta dietro l’ombra romana.
A Norchia però non c’è solo la Storia e l’acrcheologia, c’è anche, per fprtuna, la natura, certamente non selvaggia ma nemmeno completamente addomesticata, in quello stato Foscoliano di continuo divenire in cui noi umani, ci accorgiamo piuttosto in fretta, siamo solo un mattoncino di tufo.
Il post su Norchia, anche conosciuta come la Petra d’Italia, è finito. Se ci siete stati fatemi sapere la vostra e se avete ancora un po’ di curiosità :
Sul tema etrusco vi suggerisco le vie cave di Sovana
Ancora in Italia, andando sul periodo medievale, la rocca di Montefiore Conca tra amori e fantasmi
Se invece volete qualcosa del Sud America vi suggerisco cosa vedere a Bogotà e il parco archeologico di San Agustin
Oppure, se amanti del K-Pop stylke vi dico la mia su cosa vedere a Seul