Il luogo dell’incontro / intervista a Cristina è quello, gettonatissimo, del Sunset bar alla darsena di Rimini. L’orario è da aperitivo. Questa volta infatti l’intervista non sarà tramite email o Skype ma vis a vis.
E non c’è dubbio che, di persona, le cose siano sempre molto più interessanti. La chiacchierata oggetto del post di questa settimana, con Cristina, si sviluppa infatti in modo molto naturale. Si parte e si finisce come se fosse una chiacchierata tra due amici (non vogliamo esagerare? diciamo conoscenti 😉 ) che non si vedono da un po’ di tempo e si mettono al passo con i propri viaggi e le proprie vicende.
Questo è il modo che preferisco per parlare di viaggi. Non si tratta semplicemente di fare domande, ma di un confronto, di ascoltare storie e di raccontarne. Il tutto con il viaggio come tema centrale. Non solo però, perché in questi casi non ci sono barriere e tra persone curiose ed intelligenti il flusso del dialogo può prendere direzioni impreviste e piacevoli.
Cristina ha affrontato tre tipi di viaggi e già questa è una cosa piuttosto interessante. Ha viaggiato infatti per lavoro, per piacere (da sola e con amici/amiche) e con Viaggi Avventure nel Mondo (di cui abbiamo già parlato con Alessandro Salvatori in questo post e poi anche in quest’altro).
Si parte!
Ovvio che, come al solito, tutte le foto che corredano l’intervista sono di Cristina!
1 – Allora Cristina, cominciamo con il dire che tu, specie ultimamente, hai viaggiato molto per lavoro. Che differenze trovi rispetto al viaggio per piacere?
Per lavoro c’è un grosso pro. Quello per cui, con un po’ di difficoltà e spendendo un po’ di energie in più, puoi riuscire a coniugare qualche momento di visita della città con, appunto, l’aspetto puramente lavorativo. Ogni tanto, anche se sei stanca morta, riesci ad organizzare qualche cena o un’uscita in centro città ad esempio. Anche per gli hotel io ho sempre cercato, nel limite del budget, di trovarne uno che non fosse troppo isolato.
Certo, devi sempre tenere presente che un viaggio lavorativo non dura una settimana ma 3/4 giorni. Tu ti fai 12 ore di volo, un bel po’ di fusi orari e poi hai 3 notti e 4 giorni di lavoro piuttosto intenso. Proprio per questo ho cercato sempre “d’integrare”, di ritagliarmi un piccolo spazio per me stessa.
Inoltre, per lavoro, ho viaggiato spesso sola ed è stata una cosa positiva. Sicuro che per me vale il detto meglio sola che male accompagnata…anche se ho dovuto affrontare l’imbarazzo dei pranzi, e delle cene, in solitaria.
Sai che non sei la prima a dirmelo. Io sono abbastanza timido eppure per me non è stato mai un problema mangiare da solo.
Secondo me la cosa dei pasti solitari mette molto in difficoltà. Credo che, specie noi italiani, abbiamo nel sangue un certo tipo di socialità e abitudini. All’inizio ero in difficoltà perché questa nostra socialità italiana è fatta molto di cibo e bevande e di condivisione. A New York e a Washington il momento del pasto era tragico. Cercavo dei posti semplici, dove mangi velocemente e punti a far passare il tempo più rapidamente possibile.
Quando poi ho iniziato a viaggiare da sola per lavoro, solo allora ho pensato che, dentro il mio budget, dovevo trovarmi un bel posto dove cenare, specie dopo una lunga giornata di lavoro. Perché cenare a quel punto diventa un momento necessario per staccare.
2 – E dove sei stata in viaggio per lavoro?
La prima volta mi hanno mandata a Pechino, a dicembre, ed era un freddo maledetto. Tre notti ma sono riuscita a spostare il volo di ritorno all’una di notte invece che alle 13 e quindi l’ultimo giorno, il 4°, l’avevo quasi libero. In questo modo sono riuscita a fare un’escursione alla muraglia cinese che è una cosa eccezionale!
Dopo sono andata 3 volte a Shangai, di cui la prima è stata certamente la più bella. Siamo andati al “mercato dei falsi” ed è stata una esperienza molto particolare. A parte questo direi che Shangai la prima volta non può che lasciarti a bocca aperta.
Sono stata anche in Russia, due volte a san Pietroburgo e una a Mosca. Ammetto che la Russia mi è piaciuta molto. Una volta, a San Pietroburgo, sono riuscita ad attaccare 5 giorni di ferie ed è stato bellissimo.
Mi hanno mandato anche negli Emirati, ad Abu Dhabi, a Monaco di Baviera e a Birmingham. Nell’ultimo anno sono stata anche in Francia, a Lione e Lille e in Turchia, a Istanbul.
Scusa, una curiosità. Quale lingua hai usato maggiormente?
Inglese. Io il russo l’ho studiato ma non lo so benissimo. In Francia, chiaramente, ho parlato francese.
3 – Prima mi dicevi che hai fatto anche diversi viaggi con Avventure nel Mondo. In questo periodo mi sembra molto gettonato ma io non ho mai partecipato ai loro viaggi. Alessandro Salvatori ci ha già raccontato la sua esperienza e tu cosa ci puoi dire della tua?
Io con Avventure sono stata in Libia, prima della guerra, poi in Nepal, a Cuba e in Messico. Mi sono trovata sempre bene tranne che in Messico e lì, per un po’ di anni, ho smesso di utilizzare Avventure. Poi ho fatto un altro viaggio l’anno scorso, alle Lofoten, 8 giorni. Mi sono trovata bene, ho trovato un bel gruppo ed è stato molto positivo.
Con Avventure dipende molto dal coordinatore, è lui che tiene le redini del gruppo.
4 – Non ti nego che, come ho già detto ad Alessandro, a me l’idea alla base di Avventure mi mette un po’ in difficoltà.
Certo, può incidere il fatto che tu sia o meno predisposto a socializzare. Certamente ci possono essere caratteri meno adatti a questo tipo di viaggi. Bisogna un po’ impegnarsi per stare nel gruppo. Poi in Libia e Nepal avevo anche dei miei amici che partecipavano al viaggio.
C’è anche da dire che in genere il programma di un tipico viaggio di Avventure è piuttosto serrato. Di buono c’è che vedi molte cose, di contro che forse hai meno tempo per rilassarti e per apprezzare un luogo particolarmente bello più a lungo.
5 – Dove hai viaggiato da sola?
Ultimamente, nel 2017, ho fatto Toronto, Detroit e Chicago.
Allora te lo devo chiedere. Com’è Detroit ? (N.d.R. per chi non lo sapesse Detroit, una delle capitali dell’industria dell’auto americana, negli ultimi 30 anni ha vissuto una terribile crisi che ha portato alla chiusura di molte industrie, a un crollo verticale del reddito pro capite e del numero degli abitanti. Il tessuto sociale e gli spazi si sono degradati e sono anche diventati enormi rispetto all’attuale popolazione, passata da 1,6 milioni negli anni ’60 ai 600 mila attuali. L’amministrazione cittadina si è così ritrovata a fare i conti con una situazione pressoché mai affrontata da altre comunità cittadine)
A Detroit io avevo dei parenti, mia mamma è infatti originaria di Detroit. Inoltre avevo anche un’amica, ferrarese, che si è sposata con un americano di Detroit e allora sono stata da loro e mi hanno portato in giro. Certo a Detroit se non hai la macchina non fai molto. La metro non c’è e i miei parenti mi hanno sconsigliato di usare i mezzi pubblici.
Detroit è un’ America un po’ diversa. A chi va per la prima volta negli States non consiglierei Detroit. Vedi che è stata fatta apposta per le auto, con strade enormi a 4 corsie, che poi diventano a 3 e a 2 quando arrivi nei quartieri residenziali.
Un’altra differenza sono le aree verdi. NYC, Chicago, Philadelphia, anche Washington, hanno molti spazi verdi dove puoi sviluppare una certa socialità, organizzare eventi, passeggiare, rilassarti. A Detroit queste aree non ci sono. L’unica cosa avvicinabile è un’isola che si trova sul confine con il Canada, Belle Isle. Il problema è che anche in questa area verde possono passare le auto. Quindi mancano spazi per la socialità e poi se hai un figlio dove lo fai giocare?
Certo stanno cercando di riqualificare delle aree. Il quartiere dove viveva la mia amica era carino. Però giri e vedi una miriade di edifici abbandonati, non solo case ma anche edifici grandi come scuole e industrie. Abbandonate con le assi inchiodate alle finestre e il giardino incolto pieno di erbacce. E sono tanti gli edifici lasciati così.
6 – Toronto ti era piaciuta?
No. Io a Toronto avrò fatto 5/6 giorni e l’unica cosa che mi è piaciuta è l’isola sul lago (Ontario) davanti alla città, Ward’s Island. Quella mi è piaciuta molto, con le sue casette, le sue spiagge, la possibilità di fare passeggiate.
Per il resto Toronto mi sembra una copia di una città americana senza lo spirito americano. Non mi sembra proprio una città canadese.
Certo, tieni comunque presente che nell’ostello dove sono stata mi ero trovata molto bene, abbiamo fatto delle serate divertenti, ma la città in se non mi ha davvero colpito. Hai visto Chicago?
No, non sono mai stato a Chicago. Ho sentito che ci muore un sacco di gente però (detto in tono scherzoso). Il capitolo sicurezza negli States può riservare sorprese…
Allora, quando ho detto che andavo a Chicago da sola mio zio mi ha guardato preoccupato, perché c’è molta criminalità. Però non parliamo di microcriminalità ma di spaccio, corruzione…cose che non colpiscono il turista medio. A parte questo, Chicago è proprio bella.
Poi, è vero che in America basta che attraversi una strada e ti ritrovi in un quartiere totalmente diverso. Mi è capitato a Miami ad esempio. Io ero a Wynwood e, dopo aver attraversato una strada che adesso non mi ricordo nemmeno, mi sono ritrovata in una zona dove avevo paura. Mi sono girata e sono tornata indietro correndo. Avevo attraversato un confine invisibile che separava due mondi. Quelli da una parte stavano dalla loro parte e gli altri uguale. Mi ha un po’ scioccato.
Un’altra avventura mi è capitata prendendo un autobus. Sale un senzatetto, un po’ fuori di testa ma non pericoloso, pittoresco. Poi sale un altro senzatetto che non era proprio in sè, ed era anche aggressivo. I due cominciano a dirsele e poi quello più tranquillo tira fuori delle forbici enormi. Io li ho guardati, terrorizzata, e sono corsa verso la cabina dell’autista e le ho chiesto di aprire la porta. Lei ha fermato l’autobus, ha aperto e io sono uscita seguita poi da altra gente.
Eravamo in mezzo a questa highway, con niente altro intorno se non macchine e cemento e ci siamo incamminati per 20 minuti buoni verso la fermata successiva dove abbiamo ritrovato lo stesso autobus, con a bordo solo il senzatetto più tranquillo. La polizia era arrivata e si era portata via l’altro. Io mi sono seduta vicina ad un omone di origine cubana e ho proseguito.
Non hai mai pensato di prendere il taxi?
Sai, avevo tempo e poi il taxi, per il tragitto che dovevo fare, avrebbe richiesto un bel po’ di soldi, non era uno spostamento breve.
7 – Non so se è una domanda corretta da farti, ho intervistato diverse donne ma mi sono reso conto di non averlo mai chiesto. Tu pensi che il viaggio, specie da solo/a, possa essere diverso per un uomo o per una donna?
Se ti riferisci alla sicurezza, devo dire che non ho mai avuto problemi. Anche nella penisola Arabica, negli Emirati, non ho percepito nulla di differente, gli Emirati sono comunque molto aperti. Poi in Russia, Cina e altrove è andato sempre tutto liscio.
Anche quando viaggiavo con Avventure o da sola negli Stati Uniti, non ho mai avuto problemi particolari per il semplice fatto che fossi donna. Devo ammettere però che in alcuni paesi arabi non mi sentirei a mio agio da sola.
In Libia e Tunisia ci sono stata ma non da sola. Intendiamoci, non è che si tratti di avere paura che mi facciano qualcosa, più che altro gli spostamenti sono più complessi, specie se voglio uscire da sola di sera.
8 – Allora la mia classica domanda finale. 3 posti che consiglieresti assolutamente di vedere.
Ehh… gli Stati Uniti tutti.
Chicago forse è la città che mi ha impressionato di più, ma il bello degli Stati Uniti è che ogni posto ha il suo perché. Miami ha un suo mood che è diverso dalla California. Sebbene siano due località di mare si percepisce un clima differente. Boston è diversa da New York e magari a qualcuno può piacere più che New York. Poi ci sono i grandi parchi!
Fuori dagli Stati Uniti direi Cuba, dove io volevo comprare una casa! A Cuba si trova anche molta Storia, diversamente dagli Stati Uniti. Trovi un passato coloniale con una sua architettura e suoi edifici caratteristici, poi c’è la natura, le tradizioni musicali e in generale uno stile di vita che trovo somigliante con quello dell’italiano medio in vacanza. Musica, mojiti, allegria, socievolezza, un clima bellissimo. Forse qui sono anche di parte. Mia madre era americana e non ho radici cubane, ma io a Cuba mi sono sentita molto a casa.
Anche la Libia ai suoi tempi è stata un sogno. Più che la Libia, che adesso è impossibile visitare, direi a tutti di passare del tempo nel deserto. Un’esperienza che consiglierei a tutti, specie spostandosi in jeep e dormendo in tenda.
Se posso aggiungere un 4° consiglio mi viene da dire il Nepal. Io ho fatto il circuito dell’Annapurna, fai trekking e dormi nei rifugi. A me piace molto sia la montagna che il trekking e all’epoca ero molto presa da questa cosa, tanto che abbiamo anche preso l’aereo che vola vicino all’Everest in modo da poterlo vedere. Bellissima poi anche la valle di Kathmandu.
In generale però, al di là di questi suggerimenti, ci tengo a dire che non accetto chi dice che per essere un viaggiatore devi aver visto posti esotici o quasi irraggiungibili. Ho conosciuto una persona in un ostello che mi diceva che sei non sei stato a Rio de Janiero non sei un viaggiatore. Questo non lo posso accettare, può essere un viaggiatore anche chi decide di fare un giro dell’Umbria, che è bellissima.
Pur essendo attratto dal “diverso” e dall’estero non posso che concordare con te. Il viaggio, e questo l’ho già ripetuto diverse volte qui sul blog, non ha logica. Ognuno deve andare dove si sente di voler andare, non c’è giusto o sbagliato.
Anche perché va a momenti. Ci sono periodi in cui ti senti di voler andare lontano, attirato verso qualcosa di esotico, e altri in cui ti senti meglio visitando e scoprendo luoghi più vicini a casa.
E con questo è tutto. L’intervista con Cristina è stata piacevolissima e la ringrazio per la gentilezza e la spontaneità con cui ha parlato di viaggio e raccontato le sue mille esperienze in giro per il mondo. Alla prossima!
Se volete proseguire la lettura di altre interviste vi consiglio di cliccare qui e sentire cosa dice Irene del Canada.
Oppure potreste essere interessati a scoprire come non fare il transito negli Stati Uniti.
Oppure andare direttamente qui a Toronto e qui a Boston.