Ripartire. Cosa significa esattamente questa parola?
Per alcuni potrebbe anche assumere i contorni di una provocazione. Se infatti la paura di un apocalisse pandemico se n’è andata abbastanza in fretta e “andrà tutto bene” si è rivelato, a grandi linee almeno, una previsione essenzialmente corretta, sappiamo però che il diavolo sta nei dettagli e sono questi a prolungare lo “stato di emergenza”.
Di economia non mi occupo, di produzione industriale nemmeno, quello che im interessa di più è il turismo. I viaggi insomma. Considerando questi ultimi potrebbe essere il caso di ripartire in Italia, molti l’hanno fatto, alcuni potrebbero aver pensato di ripartire in Europa. Pochi potrebbero avere l’ardore di lanciarsi in un viaggio intercontinentale.
Io, complice la fine prematura della mia stagione (una breve storia che non sto a raccontarvi per non annoiarvi) sono pronto a far parte di quest’ultimo gruppo e riprendere in mano lo zaino. Quando esattamente è ancora da capire ma l’intenzione c’è.
Un blog di viaggi (quasi) senza viaggi
Il titolo coglie un dilemma in cui molti di quelli che conosco si sono dibattuti. Parlare di viaggi durante la pandemia, avere nuovi contenuti e nuove idee in questo periodo è stato, ed è, molto complicato. L’estate 2020 ha offerto uno spiraglio di normalità con il viaggio in Grecia (da cui sono arrivati tre articoli di cui vado particolarmente fiero Peloponneso cosa vedere, cosa vedere ad Atene e il mio preferito, Peloponneso misterioso) ma poi siamo piombati nuovamente nella seconda, terza e quarta ondata e gli spostamenti sono stati nuovamente limitati.
A buona ragione badate bene. Bisogna accettare le cose che non si possono cambiare. Per fortuna mi sono rimasti i libri (alcuni articoli in rigoroso disordine Il cappello di Vermeer, Diavoli stranieri sulla via della seta, Sostiene Pereira)
Ripartire, lo scenario ad agosto 2021
Ora però le cose stanno cambiando. I vaccini e la variante delta stanno facendo un testa a testa per vedere chi riuscirà a spuntarla e la mia puntata è tutta sui vaccini.
Il mio ottimismo viene però minato da un dato. Complice la variante Delta, un po’ in tutto il mondo i contagi stanno risalendo nuovamente. L’unica area che sembra non aver preso questa strada è l’America del Sud, forse complice il fatto che sta andando verso l’estate (certo, ci sarebbe poi da discutere della situazione africana ma i dati sono troppo pochi per dire veramente che cosa stia succedendo).
L’Asia e i paesi che come l’Indonesia e la Thailandia sembravano essere riusciti a contenere la diffusione del virus sono adesso estremamente in difficoltà (la Thailandia ha toccato i 20.000 casi ieri e l’Indonesia viaggia sui 40-50.000), ragion per cui non mi sembra il caso di andare a complicarsi la vita (e a complicare la vita dei sistemi sanitari di quei paesi) con un viaggio da quelle parti.
Il mio sogno di vedere Hong Kong e Macao rimarrà tale ancora per un po’, visto che entrambi i paesi sono chiusi al traffico turistico internazionale.
La legislazione italiana in materia di viaggi
Bisogna considerare poi la legislazione italiana in materia di viaggi all’estero. In questo campo vorrei provare a rendere semplice una cosa complicata :
- In Italia, se siete vaccinati, potete muovervi senza problemi (meglio due dosi ma anche una basta).
- Se siete vaccinati e volete viaggiare in Europa potete stare abbastanza tranquilli (al massimo potrebbe essere necessario fare un tampone ed avere risultato negativo).
- Se invece, voi malandrini, volete fare un viaggio turistico intercontinentale, allora siamo messi maluccio. Per lo stato italiano potete andare in Albania, Arabia Saudita, Armenia, Australia, Azerbaigian, Bosnia ed Erzegovina, Brunei, Canada, Emirati Arabi Uniti, Giappone, Giordania, Libano, Kosovo, Moldavia, Montenegro, Nuova Zelanda, Qatar, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Repubblica di Corea, Repubblica di Macedonia del Nord, Serbia, Singapore, Stati Uniti d’America, Ucraina, Taiwan, Regioni Amministrative Speciali di Hong Kong e Macao. Non male in teoria. Peccato che in pratica bisogna considerare anche le politiche d’ingresso che questi Stati applicano agli italiani. La Thailandia ad esempio ha le frontiere in teoria aperte ma oltre ad un numero di casi in forte aumento e a proteste contro il governo autoritario di Prayut Chan O Cha dovreste considerare il visto da richiedere in anticipo e poi sarete soggetti anche a 14 giorni di quarantena. L’Australia, la Nuova Zelanda, Singapore, Taiwan, gli Stati Uniti, Macao e Hong Kong sono chiusi al turismo. Il Canada invece, da settembre, dovrebbe eliminare la quarantea per i vaccinati. A questo indirizzo potete vedere una mappa con le restrizioni.
Non vi faccio un elenco caso per caso, ma diciamo che non sono molti gli Stati che vi faranno entrare senza problemi, anche con il doppio vaccino. Per questo motivo un viaggio turistico intercontinentale risulta essere davvero difficile da organizzare.
Viaggi intercontinentali alla prova pratica
Tutto questo vale se come motivazione del viaggio avete “turismo”, dato che per motivi di salute, familiari, di studio o assoluta urgenza, potete sempre spostarvi.
C’è anche da segnalare che sui forum di viaggio ho sentito ripetere più volte un certo discorso correlato all’implementazione della legislazione italiana. Nessuno controllerebbe le ragioni del viaggio, specie se fate scalo in Europa. Volo Roma – Parigi e poi Parigi – Cancun. Il controllo passaporti sul volo Roma – Parigi non c’è e poi anche se un carabiniere controllasse i documenti, certo non telefonerà in Messico per sapere i motivi del vostro viaggio (fidanzata/o? studio? lavoro?). Di conseguenza molti ritengono impossibile che qualcuno vi blocchi dicendovi “no, tu devi rimanere in Italia”. Rimane certo la questione della quarantena al ritorno, ineludibile (10 giorni).
Il discorso ha una sua logica molto “da strada”, immediata e pratica. Non mi trovo sempre d’accordo con questo approccio ma ognuno è responsabile delle sue scelte e spero sempre che mostri il dovuto rispetto nei confronti di un pandemia e dei sistemi sanitari dei paesi che sta andando a visitare.
Il problema, comunque la pansiate, è che se per turismo non potete ufficialmente andare in un certo paese, nessuna assicurazione coprirà il viaggio. Arrivati nel paese di destinazione un’assicurazione potrebbe essere necessaria, molti Stati l’hanno resa obbligatoria per potere entrare, e forse alle guardie di frontiera basterà vedere il vostro foglio stampato senza indagare oltre, ma se davvero vi dovesse succedere qualcosa, allora sarete soli, perché il vostro viaggio è sconsigliato dal Ministero degli Esteri.
So che molti di voi se ne fregano bellamente dell’assicurazione. In alcuni paesi gli interventi sanitari costano così poco che molti non ritengono importante assicurarsi. Da uomo pigro, ed invecchiato precocemente, non capisco il ragionamento, ma se potrei anche darvi una pacca sulla spalla in condizioni normali, mi risulta difficile farlo con una pandemia. Potrebbe essere un gioco da ragazzi prendersi una febbriciattola di qualche giorno, febbriciattola che vi farà passare 4 giorni nell’ospedale San Juan De Dios a San José, la caotica capitale del Costa Rica. E a quel punto il conto potrebbe aggirarsi intorno ai 6-7.000 euro anche senza alcun tipo di intervento, figuriamoci se vi devono fare una fasciatura.
Ma io voglio ripartire…possibili soluzioni?
Allora come fare? ci sono soluzioni, specie per te che sei così vecchio e prudente e vuoi andare in Peru con tutto te stesso? Si potrebbe tornare sui banchi di scuola. Era infatti da tempo che volevo approfondire il mio spagnolo e quale migliore occasione di una scuola nel paese dove volete andare in viaggio (se non l’aveste capito, nel mio caso Lima)?
Certo, la scuola vi occupa del tempo e dovete rimanere in una città. Ha anche un costo, basso, ma sempre un costo è. Inoltre se interrompete i corsi l’assicurazione interrompe la copertura. Ovvio che dovete soppesare i pro e i contro.
In alternativa potreste decidere di scegliere un paese dell’elenco D che ha requisiti d’ingresso gestibili (magari tampone ok ma quarantena all’arrivo no, oppure vaccino e quarantena in Italia al ritorno).
Incertezze che rimangono
Certo, le possibili soluzioni non sono ideali. Presentano problemi e spesso sono difficili da gestire per chi ha le classiche 2 settimane di ferie. Inoltre c’è sempre il problema della possibile quarantena al ritorno che si somma ai frequenti cambiamenti di legislazione, alle scartoffie (più o meno digitali), alle nuove ondate, restrizioni, coprifuochi, mascherine, gel sanificanti vari, proteste, caro benzina, caro alimenti, crisi politiche, incertezza, chi siamo? dove andiamo?
D’altronde i tempi sono incerti e se si vuole viaggiare bisogna prendere quello che passa il convento. Voi che dite, siete pronti a ripartire o aspettate ancora?
Il post su aggiornamenti e ripartenze è ormai finito. Se avete volgia di leggere qualcosìaltro vi lascio con:
Viaggi e rimorsi, i rimpianti di un viaggiatore
Turismo consapevole, viaggi e politica
La storia del mondo in 12 mappe, dai babilonesi a google maps
Il cappello di Vermeer, libro di Timothy Brook
I templi Khmer di Phanom Rung e Muang Tam