Peloponneso cosa vedere, ecco il tema di questo post.
La Grecia è una meta classica del turismo europeo, italiano in particolare. Il paese ellenico è anche uno di quelli che vuole accelerare sul green pass europeo, in modo da garantire ai turisti vaccinati, a quelli che hanno già avuto il COVID e a quelli che hanno un tampone negativo, la possibilità di movimento senza controlli o quarantene all’arrivo. D’altronde il turismo è un settore trainante per l’economia greca (come per quella italiana) e quindi l’attenzione del governo è alta.
Anche se per noi l’estate 2021 sarà soprattutto a base di vacanze italiane, credo che qualcuno, magari in luglio o agosto, farà un salto ad Atene, nel Peloponneso o magari su qualche isola. So let’s go!
Peloponneso cosa vedere, una lista
Come detto, la Grecia è un classico, insieme alla Spagna, delle ferie estive, specie italiane. Quello che però viene sempre in mente sono le isole greche: Santorini e Creta, Mikonos, Kos, Rodi e qualche altra. Ebbene non è stata questa la direzione in cui ci siamo mossi. Noi siamo andati nel Peloponneso.

Non voglio perdermi in grosse ciance. Il Peloponneso è più grande di quanto possiate immaginare, per cui potremmo partire con un piccolo elenco in modo da focalizzare subito la nostra attenzione sui punti chiave:

- si arriva in aereo, ovviamente, ad Atene. Potreste anche arrivare a Kalamata, o a Patrasso in traghetto. Tenete presente che gli aerei, in questo periodo, potrebbero avere prezzi vantaggiosissimi. In ogni caso non forzate le tappe e godetevi un po’ il posto dove atterrate. Ad a Atene è impossibile non fermarsi almeno qualche giorno, anche se la si conosce bene.
- Dopo Atene vi consiglio di raggiungere Nafplio da cui potete fare base per raggiungere diversi luoghi del Peloponneso.
- Dopo Nafplio potreste dover scegliere. La parte nord ovest del Peloponneso, con Olimpia, Patrasso, la dolce Arcadia e la gola di Kalavryta, con il suo notevole treno che vi permetterà di raggiungere la costa a Diakopto, oppure la parte sud del Peloponneso, con le sue tre “dita” che si tuffano nel mare mediterraneo.
La mia scelta è caduta sulla seconda opzione. In parte perché il tempo era quello che era e da Nafplio è più semplice raggiungere le dita, in parte perché molto di quello che di notevole c’è nel Peloponneso, quello che i bravi travel blogger indicherebbero come “le 7 cose da vedere del Peloponneso” (importante è che il numero sia dispari, non chiedetemi perché), si trovano proprio in questa parte della Grecia.
Peloponneso cosa vedere, partiamo da Nafplio
1 – Storia
Se sono riuscito a trasporre un po’ della mia classica voglia di scoprire ed esplorare luoghi strani, remoti e più o meno misteriosi, in questo viaggio in Grecia, molto merito va alla bella Nafplio e, ovviamente alla storia della Grecia e del Peloponneso.

Nafplio non è molto conosciuta dalle nostre parti ma tra il 1831 e 1833 è stata la prima capitale della Grecia e poi:
- tra le sue strade è stato ucciso il primo Primo Ministro greco, Kapodistrias (scusate la ripetizione).
- Ci sono un pario di chiese molto belle tra cui una, quella all’uscita della quale Kapodistrias fu ucciso, che ha due stelle di David nel pavimento (motivo? non mi è dato saperlo). Inoltre è visibile, nel muro esterno, il punto dove è andato ad incastrarsi il proiettile che ha ucciso il primo ministro.
- si possono visitare due fortezze. Una, poco sopra la città, di cui rimangono qualche muro, qualche bastione e un paio di hotel inseriti con ardimento capitalistico all’interno della fortezza. Il risultato è abbastanza simile al nostro concetto di ecomostro. La seconda fortezza, Palamidi, è invece sulla cima della montagna che domina la città, raggiungibile in macchina o con una estenuante salita di un migliaio di gradini.

Tra le cose da vedere a Nafplio c’è poi una chiesa nella roccia, un leone intagliato nella montagna a memoria dei soldati bavaresi morti di tifo (nel caso non lo sapeste il primo re della Grecia indipendente venne scelto dalle potenze europee nel 1831 e i capoccioni imbellettati non ebbero idea migliore che scegliere Ottone di Baviera, che divenne a quel punto, abbastanza intelligentemente, Ottone di Grecia. Molti dei soldati che si portò dalla Baviera, 3500 ragazzoni teutonici, fecero un brutta fine a causa di una epidemia di tifo) e poi ancora un bel museo archeologico (con un’armatura micenea integra) e un centro storico incantevole, pieno di ristoranti e negozi di ottimo livello.
Per approfondire potete sempre andare a vedere il post sul Peloponneso misterioso.


2 – Nafplio spiagge
Se alcuni di voi sono interessati più ai tuffi nel mare Egeo che al triste destino dei bavaresi colti dall’epidemia in terra straniera (anche se, vuoi mettere la Grecia con la Baviera? poteva andargli peggio, magari Ottone poteva diventare re del Belgio. Morire lì sarebbe stato triste davvero), dicevo, se preferite i tuffi nel mare a quelli nella storia, non temete perché da Nafplio potete facilmente raggiungere una serie di spiagge fantastiche.
Nella parte opposta del promontorio su cui sorge la città si trova infatti una prima spiaggia di sassi, frequentata in quanto vicina alla città e dotata sia di servizi a pagamento che una parte gratuita. Si tratta di Avranitia Beach.

Da Arvanitia beach parte poi un sentiero semplice, percorribile a piedi e in bici, che vi porterà ad un paio di piccole e riparate spiaggette come Neraki beach, per poi terminare con una spiaggia “riminese”: tanta sabbia, alcuni servizi a pagamento e moltissimo spazio dove rilassarsi. Si tratta di Karathona. Il sentiero si percorre in circa 40 minuti.

Peloponneso cosa vedere, Grecia storica. I dintorni di Nafplio.
Oltre alla bellezza della città stessa Nafplio è un punto di partenza per l’esplorazione di quello che questa parte del Peloponneso ha da offrire. Molto. Nell’ordine direi Micene, Tirinto ed Epidauro.
Peloponneso, la Micene di Agamennone
In particolare Micene si trova a 25km da Nafplio, la città di Agamennone, la città che darà il nome ad una civiltà, quella Micenea, così evidentemente diversa dalla Grecia e dalla Roma classica. Il percorso è per lo più piatto, solo nella parte finale si trova uno strappetto di un paio di km al 10% di pendenza.

Micene sorge su una collina e quello che rimane sono rovine e, ovviamente, la conosciutissima porta dei leoni. Sul sito troverete anche un museo interessante e il fantastico tesoro di Atreo, una tomba a cupola scavata dentro la montagna semplicemente incredibile.


Micene si può raggiungere in autobus (sebbene in questo periodo i collegamenti non siano molti, a meno di non prendere l’autobus che va ad Atene, questo però ferma a circa 3km dal sito archeologico), in auto (contate 30-40 euro per l’affitto giornaliero da uno dei tanti locali) e, solo si siete alti fino ad 1,8 m, anche in bicicletta. L’altezza è un punto fondamentale. Io con i miei due metri mi sono accontentato di un triciclo e al 40°km sotto il sole i risultati si sono visti. Serve che vi precisi la necessità di non partire, come il sottoscritto ha fatto, nelle ore più calde della giornata, specie in estate?




Grecia, Peloponneso, Tirinto (Tyrins)
Meno, molto meno conosciuta di Micene ma altrettanto rappresentativa della vita ai tempi dei Micenei, è l’acropoli dell’antica città di Tirinto.
I resti di Tirinto, principalmente le enormi mura dell’acropoli, la porta d’ingresso, uno splendido passaggio coperto e le rovine che si trovano sull’acropoli stessa, si trovano davvero a pochi chilometri da Nafplio, diciamo tra i 3 e i 4.


La cosa importante che però vi voglio segnalare non sono tanto le mura e l’acropoli, arrivando da Argo o da Atene sarebbe davvero difficile non notarle, ma una “piccola” tomba a Tholos che si trova 1,5km dal sito principale, in un aranceto a fianco di una strada non asfaltata.

All’ingresso troverete un cancello e in genere sarete soli. Non sono un tipo troppo romantico o che si lascia trasportare eccessivamente dalla fantasia, eppure trovarsi da solo, dopo aver lasciato la bici all’ingresso e percorso a piedi il corto sentiero che attraversa l’aranceto, davanti all’entrata di questa tomba costruita 3400-3500 anni fa, ed avere tutto il tempo per osservare, pensare e immaginare come potrebbe essere stata la vita e cosa significasse la morte, ai tempi dei micenei, ha un che d’impagabile.

Grecia, Peloponneso, Epidauro
La terza meta storica del Peloponneso che potete, dovete, raggiungere da Nafplio, è la città di Epidauro. Si trova a circa a 25km dall’ex capitale della Grecia e la strada è un po’ più in saliscendi rispetto a quella che porta a Micene. In bici si può fare ma solo partendo la mattina presto. Per il ritorno, verso le 14-15 del pomeriggio, che Dio vi abbia in gloria.
Epidauro è principalmente famosa per il teatro, utilizzato ancora oggi, ma la città, che sta venendo lentamente restaurata/ricostruita, era in realtà un luogo di cura dedicato ad Asclepio, dove le persone da tutta la Grecia si recavano per chiedere l’intervento divino e vedere i malanni scomparire. Troverete le rovine di un ostello, varie cliniche, bagni, anche una basilica cristiana, e potrete leggere come avvenivano le cure.


Interessante il fatto che gli elementi fondamentali di questo processo di guarigione fossero l’acqua, il sonno, l’attività fisica e… l’intervento divino.
Epidauro ha anche uno stadio, simile al Panathinaikon di Atene ma molto più piccolo e solo in parte restaurato. Troverete anche un piccolo museo che raccoglie alcuni pezzi particolarmente pregiati (ricordate, nei musei sempre la mascherina).


Peloponneso cosa vedere, ci muoviamo verso Sparta, Mystra e l’Impero Bizantino
Avete letto bene. Sparta e l’Impero Bizantino sono infatti finiti ad essere vicini, non temporali ma di certo geografici.
I collegamenti, in questo periodo di scarso turismo e allarme sanitario, sono pochi, per cui abbiamo deciso di affittare un’auto. Per un modello piccolo, con l’assicurazione base, potete spendere qualcosa come 30 euro al giorno e 200 per la settimana.
La nostra prima tappa è stata Sparta. L’antica rivale di Atene, la città i cui guerrieri bloccarono l’Impero Persiano alle Termopili, è oggi un paesone di 30.000 abitanti con tutto quello di cui una città moderna ha bisogno ma assai poche tracce della gloria passata. Vicino a Sparta si trova però un vero gioiello del Peloponneso.
Mystras, antica capitale dell’Impero Bizantino
Sto parlano di Mystras (o Mistra in italiano). Se vogliamo usare un paragone esagerato Mystra è un po’ la Macchu Picchu del Peloponneso (e per me una delle cose più affascinanti viste in questo viaggio nel Peloponneso, al punto che avrei voluto, più che inserirla nell’elenco “Peloponneso cosa vedere” farne un articolo dettagliato). Una città che in realtà non è mai stata perduta, in quanto abitata più o meno fino al 1800, ma che nei tempi moderni è diventata un po’ troppo complicata per viverci e allora la maggior parte delle persone ha preferito scendere a valle e finire nella moderna Sparta.
Oggi Mystras è un incredibile museo a cielo aperto, una città sul fianco di una collina dominata da un castello crociato, lentamente reclamata dalla vegetazione e che può vantare alcuni pregevoli esempi di arte tardo bizantina.


Anche in questo caso è difficile spiegare che cosa si prova a scarpinare sul fianco della collina, muoversi tra i vicoli di quella che una volta, diciamo intorno al XIII sec., era una delle città più importanti dell’Impero Bizantino in Grecia.
E qui arriviamo proprio al nostro convitato di pietra, l’Impero Bizantino. Non lo conosciamo molto. A scuola si studia poco, liquidato come una brutta copia dell’Impero Romano che finì male quando si trovò a battersi con il nascente Impero Ottomano.

Eppure in Grecia l’impronta Bizantina esiste, non è scomparsa, ed ha anzi lasciato tracce enormi e bellissime proprio come questa Mystra. La quarta crociata, il sacco di Costantinopoli e l’immobilismo europeo di fronte all’avanzata ottomana su Costantinopoli, sono momenti capitali della Storia che non vengono abbastanza evidenziati. Eventi che avuto la capacità di cambiare il corso della storia così come la conosciamo.

E l’Impero Bizantino era il protagonista di questi eventi. La sua struttura politica, i suoi eserciti, le sue città, hanno plasmato la storia della Grecia e anche la nostra Storia. Tanto che Mystra verrà ceduta agli ottomani nel 1460, sette anni dopo la caduta di Costantinopoli, nel 1453. L’ultima resistenza Bizantina si consumò, per lo meno, in un luogo bellissimo.
Mystras dettagli pratici
L’ingresso più semplice da raggiungere è quello ai piedi della collina. Da lì potete salire verso il castello e poi, ovviamnete, ridiscendere.

Tutta la città è costruita sul fianco di una collina e il castello la domina dall’alto. Specie con il sole battente sarà una bella faticaccia arrivare in cima, per cui portatevi acqua, molta acqua. Inoltre all’interno della città ci sono diverse chiese e monasteri con splendidi affreschi, avere del vestiario adeguato ad entrare in una chiesa credo sia un’ovvietà.

Oltre alle chiese sta venendo restaurato il palazzo dei despoti, imponente struttura a metà della collina, alcune case di semplici abitanti, e quasi tutte le chiese. Prendetevi il vostro tempo e godetevi almeno 4-5 ore di passeggio rilassato.
Da Mystras al porto di Koroni. Peloponneso cosa vedere…si torna al mare.
Tappa successiva è il porto di Koroni, sul dito più occidentale dei tre del Peloponneso. Koroni è un incantevole borgo di pescatori con tutto quello che un turista può desiderare. Per arrivarci da Sparta attraverserete un passo montano di notevole bellezza per scendere poi a Kalamata, la città più grande della zona.
Credo che Kalamata sia un bella città dove potreste anche fermarvi per un paio di giorni. Ci sono spiagge e collegamenti con varie località, oltre che con Atene. Se però siete amanti delle piccole cittadine in riva al mare allora Koroni è perfetta per voi.

Dominato da una fortezza veneziana, Koroni offre ristoranti in riva al mare, spiagge e tutta la tranquillità che potreste desiderare, specie in questo periodo. L’impressione è che normalmente il numero di turisti sia molto, molto più alto, ma anche in questo caso il ritmo lento non fa che giovare a questo piccolo paesino.

Peloponneso cosa vedere, Kalamata e il Mani
Da Koroni abbiamo poi deciso di andare verso Areopoli, la città che può essere considerata come il capoluogo del Mani.
Per arrivare ad Areopoli avremmo dovuto attraversare Kalamata e questa ci è sembrata una ottima occasione per fare una passeggiate nel centro della città.
Kalamata ha circa 50.000 abitanti ed è indubbiamente il centro più grande nel sud del Peloponneso. C’è amche un aeroporto internazionale, praticamente chiuso al momento del nostro passaggio. Il centro storico di Kalamata è piacevole, dominato dalla fortezza che si trova nella parte nord della città. Per arrivarci si percorrono una serie di strette viuzze che piene di negozi, bar e ristoranti, non particolarmente esteso ma rilassante.
Il Mani al mare, Kardamili
Da Kalamata circa 80km ci separavano da Areopoli ma, sorpresa sorpresa, non ci saremmo arrivati in giornata. Il Mani è un territorio impervio e non molto fertile, le torri che troverete lungo le pendici delle montagne una volta non erano lì come b&b ma come veri e propri luoghi di difesa dagli attacchi dei vicini. Oggi le cose non sono più così e le ragioni turistico ricettive hanno la maglio sulla violenza fra clan nemici per così dire, e per i turisti è un piacere.

Infatti le spiagge sono eccezionali, i piccoli centri come Kardamili, dove alla fine ci siamo fermati per la notte, sono molto belli ed è davvero affascinante passeggiare tra le viuzze strette ed acciottolate. Anche qui la mancanza di turismo si fa sentire pesantemente. Molte strutture sono chiuse e i pochi turisti sono per la maggior parte greci.
Areopolis e la baia di Itilo
Da Kardamili si può poi raggiungere in poco tempo Areopoli, una cittadina di 10.000 abitanti con un bellissimo centro storico che sorge a qualche chilometro da una baia incantevole, Itilo. Arrivando da Kardamili si vedono un certo numero di hotel, SPA e resort di alto livello, segno che il territorio del turismo di massa lascia spazio ad un turismo a più alta disponibilità economica. Da uomo di terra non posso che provare a convincervi a fermarvi ad Areopolis. Il cibo, come al solito, è notevole, i prezzi sono giusti e il centro storico permette di fare un salto indietro nel tempo.


Potrebbe essere diverso con le folle che normalmente attraversano questi posti ma il periodo è questo, lo ripeto per l’ennesima volta, quindi godiamocelo.
Peloponneso Grecia: Monemvasia
Un itinerario del Peloponneso che non prendesse in considerazione Monemvasia non sarebbe completo. Non dovete andarci ma dovete prenderla in considerazione. Monemvasia è la Portofino del Peloponneso, è un po’ una Mystras al mare magnificamente restaurata.
Anche in questo caso però la Grecia ha saputo sorprendermi. Monemvasia infatti aveva si un certo numero di turisti, ma questi non erano troppi. Aveva si un certo numero di alloggi fuori portata o costosissimi, specie quelli sull’isola vera e propria, all’interno della cinta muraria bizantina. Eppure era lo stesso bellissima, romantica e in qualche modo misteriosa.

Aspettate un attimo, forse voi non avete presente la situazione, forse non conoscete Monemvasia giusto? lasciate allora che vi spieghi.
Chi è o cos’è Monemvasia?
Monemvasia è un’isola a qualche centinaio di metri dalla terraferma e collegata a questa da una sola strada. Questo enorme scoglio roccioso, con un altopiano sulla cima, ha ospitato, per secoli, una cittadina di modeste dimensioni, tutta cinta da una spesso muro difensivo.
In cima allo scoglio, su un altopiano piuttosto grande a dire il vero, sorgeva poi la fortezza vera e propria, che fu Bizantina prima (si, esatto, ancora loro, infatti Mystras e Monemvasia erano i due luoghi chiave del Peloponneso bizantino, uno con funzioni amministrativo religiose, Mystras, e uno con funzioni commerciali difensive, Monemvasia), veneziana poi, successivamente turca e infine, dopo la guerra di liberazione, greca.

Quella che nel 1200/1300 era una base commerciale e difensiva è oggi un centro storico restaurato, abitato e in parte offerto ai turisti sotto forma di lussuose guest house, alberghi ricercati e ristoranti con viste piuttosto importanti.

Gefira
La nostra scelta è stata però quella di alloggiare sulla terraferma, nella cittadina moderna che sorge davanti all’isola, Gefira. Solo in parte sono state le ragioni economiche a spingerci a questa decisione. I prezzi infatti non erano molto differenti ma l’aria più greca e più dinamica della cittadina moderna era, per me, preferibile alla perfetta bellezza della cittadina bizantina. De gustibus.

Due consigli veloci nel caso vogliate fare la stessa scelta. Come ristorante un ristorante greco nel porto di Gefira: Ηδυσμα & Αρτυμα Μουσικό Τσιπουραδικο. Capisco che il nome non aiuti, così come non aiuti il menu solo in greco, ma la cucina creativa di questo ristorante è notevole e vale lo sforzo (tra l’altro il personale è gentilissimo).
Come alloggio siamo invece andati alla Aeolos Guesthouse. Personale super disponibile, camera con una certa personalità e vista bellissima, colazione ottima. Cosa volete di più?

Grecia Peloponneso cosa vedere: la fine del cerchio
Questo cerchio un po’ sghembo e decisamente non pianificato a tavolino, ci ha portato da Nafplio a Monemvasia ed ora, con un ritorno di circa 200km, ci riporterà di nuovo a Nafplio, dove sguazzeremo nelle acque cristalline del Mar Egeo per un altro pomeriggio prima di tornare nella capitale Atene (a cui, ovviamente, dedicherò un altro post).
Tutto il giro, Atene compresa, è durato circa 16 giorni. Non escludo che persone meno pigre del sottoscritto possano farlo in meno tempo, anche molto meno, ma vedrei molto complicato, ed inutile, scendere sotto i 10 giorni. Siamo in viaggio non in una corsa. Il ritmo rilassato della Grecia, dei greci e in particolare delle località marittime, si riassume in check out alle 12 e check in alle 15, colazioni luculliane e tantissima pazienza.

Quasi tutti, parlavano o comprendevano l’inglese e le strade, sebbene non autostrade, erano di una bellezza accecante, quasi che guidare fosse, per la prima volta anche per me, un esercizio rilassante.
Detto questo il post sul Peloponneso cosa vedere, e magari cosa fare, è finito. Come al solito vi aspetto su Instagram e nei commenti per dire la vostra. Un ultimo suggerimento. Specie in questa estate, se potete, viaggiate.
Se invecce avete voglia di leggere ancora vi suggerisco:
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Due libri, “La grande livellatrice” sulla violenza e diseguaglianze economiche e poi “Il vichingo nero” saggio/romanzo storico sui vichinghi, anzi, su un vichingo in particolare.