Questa settimana si torna sul terreno del “turismo post coronavirus” nella strana estate 2020, con un’intervista al Direttore del Camping Verona Village, Alessandro Mosca.
La stagione estiva 2020 e turismo all’aria aperta
Le domande che ci stiamo facendo su questa stagione estiva 2020 sono semplici, eppure è piuttosto difficile trovare una risposta. Come ci muoveremo? dove potremo andare? Quali saranno le regole da rispettare e che impatto avranno sulle nostre ferie? È chiaro che l’ombra lunga del coronavirus, dopo averci accompagnato per una buona parte d’inverno e tutta questa primavera, si allunga anche su questa stagione.
Inoltre non posso nascondervi che il settore dei campeggi e del turismo all’aria aperta è un settore che mi sta a cuore. Ci ho lavorato per circa venti anni e credo che sia tanto sottovalutato quanto in espansione, almeno prima dell’Apocalisse.
L’obiettivo di questa chiacchierate rimane quindi sempre quello di capire come i professionisti del settore si stanno attrezzando per permettere a tutti di fare una bella vacanza anche in questa estate 2020.
Partiamo con l’intervista ad Alessandro Mosca, direttore del Camping Verona Village
In questo post, come in quello dove ho intervistato il direttore del gruppo Hoy Hotels e in quello sul trasporto aereo, oltre che a parlare del turismo estivo, faremo delle previsioni. Ovviamente, come i più arguti mi hanno fatto notare, le previsioni le fanno due tipi di persone: quelli che sbagliano sapendo di sbagliare e quelli che sbagliano non sapendo di sbagliare.
Ne abbiamo già parlato di questo problema. In ogni caso credo che senza esagerare, e affidandosi a persone serie ed esperte, si possano fare delle valide analisi. Senza sottovalutare i problemi ma anche senza creare drammi (credo che ci abbiano già pensato altri) e puntando a dare un’idea di quello che gli addetti ai lavori stanno facendo per adeguare il proprio modello di business alla nuova bestiaccia.
Mettetevi comodi, si parte.
1- La prima domanda sta ormai diventando un mio classico. Come hai passato questa quarantena? come è andata in Veneto e in particolare nella zona di Verona?
L’intero periodo della quarantena l’ho trascorso all’interno del campeggio, fortunatamente con Noemi, la mia compagna (per motivi di lavoro non viviamo nella stessa città, come sai) la quale è rimasta bloccata qui a Verona con me al momento della chiusura totale.
Qui, tutto sommato, la situazione è stata “gestibile”, anche se Verona, tra le città del veneto, ha avuto non pochi grattacapi per via del virus. A causa della vicinanza con Brescia molti lavoratori si spostano giornalmente tra le due province e per questo il numero di contagiati è stato uno dei più alti in Veneto. Fortunatamente adesso sembra tutto procedere nella giusta direzione.
2 – A questo punto è sicuro che la stagione estiva 2020 parta in ritardo. Aggiungiamo poi il fatto che la primavera, importante per il turismo all’aria aperta, è stata completamente persa. Evidenziato il quadro negativo, che stagione pensi possa essere? ci sarà qualcosa da salvare?
Il nostro è un city camping, pertanto non avremo la possibilità di una ripartenza più o meno immediata sul mercato leisure. Dopo una chiusura forzata in casa per più di due mesi, dentro la propria città, tutti sentono l’esigenza di spostarsi verso il mare. In più, con ingressi contingentati nei musei non tutti hanno voglia di rischiare di non potervi accedere per raggiungimento numero massimo. Chi andrà in vacanza, preferirà il mare o la montagna.
Il risvolto della medaglia, per noi, è il mercato business. Con la ripartenza delle attività produttive e con il voler recuperare il tempo perso durante il lockdown, ci saranno molti più lavoratori in giro quest’estate nella nostra zona e noi siamo già pronti ad ospitarli.
3 – Da quello che ho visto su IG il Camping Verona Village ha già riaperto. Come vi siete preparati per questa apertura? Quali pensi saranno le problematiche più rilevanti da affrontare?
Esatto, non appena ci è stato possibile abbiamo riaperto il cancello così da poter essere disponibili ad accogliere tutti i lavoratori con necessità di alloggio. Sono stati due mesi parecchio impegnativi per poter capire ed organizzare questa ri-apertura. Come prima misura adottata, abbiamo dimezzato la disponibilità di piazzole, così da poter garantire la distanza richiesta tra gli equipaggi. Cerchiamo anche di spingere tutti i nostri ospiti ad effettuare il check-in online, da sempre disponibile nella nostra struttura, così da evitare sovraffollamento in reception. Abbiamo delimitato le aree all’interno dei bagni, in modo da far rispettare la distanza minima di 1 metro tra gli ospiti che dovranno farne uso, e predisposto dispenser con gel idroalcolico a tutti gli accessi, partendo dal cancello d’entrata sino al parco giochi per bambini.
L’area esterna del bar è stata ampliata con l’installazione in pianta stabile di una tensostruttura, che durante l’estate sarà aperta lateralmente, così da poter distanziare i tavoli tra loro. Tutte le aree comuni verranno sanificate giornalmente, le più frequentate ed al chiuso, invece, 2 volte al giorno. Le case mobili, infine, verranno utilizzate a rotazione, così da permettere la sanificazione accurata ad ogni cambio.
La problematica più rilevante sarà sicuramente rassicurare le persone. In questi due mesi in molti ci hanno domandato come ci saremmo organizzati per la riapertura ed ho riscontrato molta confusione a livello informativo. Bisognerà far capire a tutti, non solo ai nostri ospiti, che l‘infezione non è così semplice da contrarre se si rispettano le regole stabilite. Si passa dalle folle nelle piazze senza mascherine né distanziamento, alla convinzione che il virus si possa contrarre semplicemente entrando in un bagno pubblico. Questo sarà il lavoro più duro.
4 – Una questione tecnica che molti in privato mi hanno confessato trovare molto preoccupante. Cosa succederà se si dovesse verificare un caso di coronavirus all’interno della struttura? la Regione Veneto ha delle linee guida?
Questo è un aspetto importante. Le strutture open air, da questo punto di vista, devo dire siano le più fortunate. Ogni equipaggio ha il suo spazio, ha la propria casa, pertanto l’isolamento è molto più semplice da attuare. Nel caso in cui l’equipaggio non disponga di un bagno privato, qualora si presentasse un caso sospetto se ne fornirà uno esclusivo. Diversamente (sia casa mobile che camper) si potrà procedere all’isolamento dell’equipaggio interessato, con conseguente comunicazione alle autorità competenti e immediata sanificazione delle aree comuni.
Una volta intervenute le autorità, queste procederanno con visita medica dell’equipaggio interessato e dei possibili contatti avuti all’interno della struttura e, se necessario, inviteranno gli interessati al rientro a casa. Se si rispettano le regole, anche in questo caso il rischio di diffusione risulta minimo.
5 – Mostri sacri come Airbnb e booking.com, che sembravano destinati a una crescita senza fine, ora cominciano ad accusare difficoltà. Alcuni ritengono che il modello Airbnb possa essere in crisi più di quello di booking per via degli appartamenti privati. Altri, tra cui anche il direttore del gruppo Hoy Hotels, Andres Gozzi, ritengono che dopo un periodo di assestamento una certa clientela di tipo familiare preferirà comunque gli appartamenti. Tu cosa ne pensi?
Sono pienamente d’accordo con il direttore del gruppo Hoy Hotels. Adesso si pagano le conseguenze del lockdown, quindi i vari rimborsi e cancellazioni hanno messo in difficoltà anche loro. Quest’estate sarà dura per tutti, visti i livelli di competitività raggiunti sino a Febbraio 2020; ad ogni modo sono sicuro che il modello Airbnb ne uscirà più che bene da questa crisi.
Gli appartamenti sono sicuramente una soluzione che attirerà un pò tutti, sia le famiglie che i gruppi di amici. Il non dover entrare a stretto contatto con estranei all’interno di luoghi chiusi, avrà un valore notevole per tutto il 2020. Anche noi del Camping Verona Village abbiamo iniziato la collaborazione con Airbnb, proprio perché con le nostre case mobili vogliamo offrire la sicurezza del giusto distanziamento tra sconosciuti. Ovvio, però, che anche con il giusto distanziamento sociale potremo conoscere persone nuove, ad esempio chiacchierando da una veranda all’altra…
6 – Per i campeggi, e più in generale il turismo all’aria aperta, vedi alcune particolari difficoltà e/o alcuni vantaggi in questa ripartenza?
Sicuramente per il turismo all’aria aperta la possibilità di ampi spazi a disposizione è un gran vantaggio, così come il poter alloggiare a distanza di sicurezza dagli sconosciuti ed il vivere, appunto, all’aria aperta, condizione necessaria per le varie riaperture. Come difficoltà, sicuramente la maggiore sarà dover andare incontro alle “tasche” dei viaggiatori. Purtroppo il periodo del lockdown ha anche fatto sì che la capacità di spesa di tutti si sia abbassata, così come la possibilità di poter effettuare un viaggio. Il problema più grosso sarà appunto la scarsità di domanda.
7 – Verona, come d’altronde anche Rimini (dove abbiamo lavorato e studiato N.d.R), hanno creato un turismo fieristico/congressuale. Questo lo prederemo completamente nel 2020. Quale pensi possa essere l’impatto di questa scomparsa? E quando potrebbe ritornare?
Per Verona l’impatto sarà notevole. Il rinvio al 2021 del Vinitaly ha annullato il nostro “ferragosto”, quindi il danno è difficile da quantificare. A questo si aggiunge il rinvio della stagione lirica al prossimo anno. Diciamo che questo 2020 sarà tosto e noi accettiamo la sfida senza farci demoralizzare. La ripresa del turismo fieristico e congressuale ci si augura avvenga già in autunno, ma è ancora un’ipotesi.
8 – Non ci saranno stranieri, o saranno molto pochi, ma ci saranno gli italiani. Questi secondo te potranno compensare la mancanza di tedeschi, francesi, spagnoli e di tutti i turisti provenienti da altri paesi?
In base alle richieste ricevute in quest’ultimo periodo ed anche grazie a qualche prima prenotazione ricevuta dopo il lockdown, non mi sento di escludere pesantemente il mercato tedesco o straniero in generale.
Ad ogni modo, per una città come Verona, la mancanza del turismo estero difficilmente riesce ad essere compensata dal turismo italiano. Non per carenza di cultura in Italia, ma per un mero aspetto numerico. In un solo anno di vita abbiamo già avuto ospiti provenienti da tutti i continenti. In proporzione vorrebbe dire che almeno il 60-70% degli italiani dovrebbe trascorrere le proprie vacanze in una città d’arte senza andare al mare… direi molto difficile, anche vista la carenza di eventi per questa stagione.
9 – Il Camping Verona è una realtà nuova, e di eccellenza, nel panorama del turismo all’aria aperta del Veneto. Un anno come questo cambia i vostri programmi e i vostri obiettivi?
Diciamo che per noi questo era il primo vero anno di lavoro, avendo aperto per la prima volta in assoluto nel 2019, con il tuo grande aiuto! Le cose sino al 23 Febbraio andavano a gonfie vele, ma da quella data tutto è cambiato. I vari programmi hanno subito una brusca frenata e purtroppo anche i nostri obiettivi annuali si sono ridimensionati. Questo però non vuol dire che non siamo già a lavoro per il 2021.
10 – Avete pensato a qualcosa di nuovo per questa stagione? mi riferisco a condizioni, prezzi oppure offerte particolari
Sicuramente ci siamo adeguati anche commercialmente al cambiamento. Per tutto il 2020 le condizioni di prenotazione rimangono a tema “emergenza”, ossia con possibilità di cancellazione gratuita sino a 5 giorni dall’arrivo e possibilità di cambio date sino a 24h prima dall’arrivo, come anche è stato previsto uno sconto del 15% per chi soggiorna per più di una notte, valido anche per le piazzole. Da questa base, ed in base alla ripresa delle varie attività, vedremo di mettere giù qualche pacchetto. Erano già in programma, ma stiamo aspettando il momento della ripresa di tutti per iniziarne la commercializzazione.
11 – Come tutti i momenti di crisi, questa pandemia potrebbe offrirci la possibilità di cambiare qualcosa del vecchio modello turistico o, più in generale, modello di sviluppo, senza fare troppi drammi. Pensi che qualcosa di buono lo potremmo tirare fuori da questa pandemia?mi spiego meglio, ti piacerebbe che qualcosa cambiasse?
Come in ogni momento di crisi, anche in questo mi auguro si possa trovare il modo di tirare fuori il meglio da noi stessi.
Il Covid ha evidenziato quanto tutti siano fragili ed uguali. Anche se molto difficile, mi auguro che questa pandemia ci possa aiutare a valorizzare maggiormente l’aspetto umano nei rapporti di tutti i giorni, andando a modificare il classico modello di sviluppo economico e sociale.
Bisognerebbe che facessimo tutti un passo indietro, iniziassimo la ricerca del benessere interiore per anteporlo a quello della propria “tasca”. Partendo da questo, potremo avere anche più rispetto dell’ambiente che ci circonda, sviluppando nuovi modelli “sostenibili” di sviluppo.
Ad esempio, mi auguro che il modello lavorativo dello “smart working” diventi una pratica sempre più comune, così da poter riuscire, per esempio, sia a diminuire i flussi di traffico delle ore di punta, sia di garantire a chi lavora “da casa” una vita più rilassata, con tempi ed orari dettati dalla propria organizzazione per il raggiungimento dell’obiettivo, piuttosto che dal classico “Boss” che controlla se stai a battere sulla tastiera.
12 – Chiudiamo con un altro classico. Tre luoghi che consiglieresti a tutti di visitare e perché.
Eh eh… In questa classifica non posso non essere di parte. Al primo posto metto la mia cara Sicilia. Riuscire a trascorrere un periodo più o meno lungo all’interno della mia isola riesce a dare la dimensione di quanto bella e dannata possa essere una terra.
Al secondo posto non posso non mettere Rimini. Vivendo 10 anni nel capoluogo romagnolo ho imparato tanto e capito come possa esserci un’anima profonda dietro tutto quello che viene sempre visto come superficiale. La classica cartolina della riviera romagnola tutta spiaggia, feste e movida, termine tanto in voga in questi tempi, è solamente una piccola parte di quanto la romagna offre, partendo dalla storia della fondazione della città sino ad arrivare ai paesaggi dell’entroterra…uno spettacolo!!
Infine, ovviamente, Verona. Una città storica, ricca di arte, cultura ed in grado di stupirti ogni giorno.Vivo qui da poco più di un anno, ma credo che sia uno dei posti da vedere e vivere almeno una volta nella vita.
E anche questa volta siete giunti al termine dell’intervista con Alessandro Mosca. Se siete curiosi di leggere un’altra intervista sull’estate 2020, in questo caso al Direttore dl gruppo Hoy Hotels, potete andare qui.
Se vi interessa la questione del trasporto aereo potete andare a leggere questo.
Se invece volete una buona, vecchia, classica, guida di viaggio allora potete scegliere tra:
Viaggiare spendendo poco (ma nutrendosi di nutrie)
Era meglio se stavo a casa o qualche disavventura me la godo?
Un piccolo aggiornamento. A fine giugno sono riuscito a fare il mio primo viaggio all’estero post coronavirus!