Che dire della cascata di Gocta? Chi mi conosce sa che non sono un vero e proprio appassionato di bellezze naturali. Mi trovo assai più a mio agio nel traffico romano o, per quanto riguarda il Perù, nel traffico di Miraflores, intento a raggiungere un bar per un buon aperitivo, piuttosto che su un sentiero di trekking.
Eppure, nonostante questa scarsa propensione da outdoorsman, devo dire che l’escursione alla cascata di Gocta è stata uno spettacolo eccezionale e anche piuttosto emozionante. Quindi cominciamo dall’inizio.
Da Chachapoyas a Gocta
Il punto da cui si parte è sempre Chachapoyas. Ne abbiamo già parlato nel post precedente (Chachapoyas Kuelap): i tour organizzati in gruppo sono, almeno per adesso, il modo migliore e meno costoso per andare a dare un’occhiata a quello che si trova nel dipartimento di Amazonas.
Attualmente (parlo di settembre – ottobre 2021) sono disponibili tre tour: quello per Kuelap, di cui abbiamo già parlato, quello per Gocta, di cui parliamo proprio in questo post, e quello per i sarcofagi di Karajia (pregevole esempio di sepolture tipiche dei Chachpoyas, i guerrieri delle nubi). Tutti i tour costano tra i 100 e i 120 soles (20-25 euro) e comprendono una guida, il pranzo (potrebberpo esserci extra a seconda di quello che ordinate) e i biglietti d’ingresso a parchi o altro.
In particolare questa escursione verso Gocta prevede un trasferimento verso Cocachimba in pulmino da 16, una lunga camminata verso la cascata (12 km tra andata e ritorno), pranzo e ripartenza. Diciamo dalle 9 alle 18.
Da Cocachimba alla cataracta di Gocta
Come tutte le cose belle, anche la cascata di Gocta bisogna sudarsela. Esatto, avete proprio capito bene, pure il sottoscritto si è fatto la camminata verso la cascata e, badate bene, senza far ricorso ai cavalli.
L’andata è semplice, si sale un po’ all’inizio, diciamo per i primi 1,5-2 km, e poi si scende su un sentiero ben tracciato, dove i punti di ristoro sono diversi.
L’arrivo alla cascata, dopo 3 ore e mezza di camminata circa, è spettacolare. Gocta è infatti alla fine di una valle a orma di ferro di cavallo quasi incontaminata. Inoltre Gocta non è l’unica cascata, se ne possono vedere altre specie nella parte finale del sentiero e, davvero, mano a mano che ci si addentra nella foresta, si ha la netta sensazione di entrare in una sorta di paradiso perduto, un moderno Jurassic Park dove tutto è possibile.
Certo, è pur vero che in questo Jurassic Park (nota a margine che non c’entra nulla con tutto il post…Jurassic Park è uscito 31 anni fa) al posto dei dinosauri ci sono soprattutto turisti affamati di selfie, pronti a lanciarsi nell’acqua gelida o a improvvisare trashissimi balletti per un video tik tok, ma pretendere qualcosa di diverso sarebbe come chiedere di vivere in un altro mondo. Questo è quello che abbiamo, è bello, per cui facciamocelo andare bene.
Una volta giunti ai piedi della cascata e indosssato il vostro poncho o impermeabile, perché ce ne siete portato uno vero? verrete investiti non da un getto ma da una nebbiolina fatta di particelle di acqua nebulizzate. Piccole, infinitesime particelle che però, avvicinandovi verso la cascata saranno così tante da togliervi quasi il respiro. Tutto è umido e piuttosto freddo ma c’è indubbiamente una certa energia, un’energia che porta molte persone a pregare, meditare o fare yoga.
Si, perché si respira un’aura un po’ New Age in questa cascata, un’aura che nel post pandemia (?) sembra ammantare le pratiche spirituali di un certo numero di persone. Sono meno di coloro che ricercano il selfie da tamarro conquistatore della natura, ma sono pur sempre un gruppo riconoscibile, specie per via del saluto al sole.
Il mio saluto al sole
Io il mio saluto al sole l’ho fatto con una birra, seduto su un roccia a bere e chiacchierare con Felipe, un simpatico peruviano che parlava anche un ottimo italiano.
Il duro però arriva in questo momento, passata la meditazione e il balletto su Tik Tok dovrete infatti tornare indietro. Il ritorno. Si tratta di farsi 4,5 km in salita e qui molti turisti si affidano ai cavalli, che per 30-50 soles fanno il proprio dovere senza lamentarsi dei chili di troppo dei turisti.
Io tengo duro e dopo un paio di soste ritorno a Cocachimba verso le 15, pronto per il pranzo.
Cascata di Gocta, le mie impressioni finali.
A Cocachimba troverete bastoni per aiutarvi nella camminata, cavalli se non ve la sentite di fare i 12 km a piedi (6+6), impermeabili e ovviamente snack, acqua, bibite e cibo.
A me piace viaggiare leggero per cui mi sono portato solo una bottiglia d’acqua e ho comprato la birra strada facendo. L’impermeabile, o un cambio di vestiti, è necessario se vi avvicinate alla cascata e vi fermate per un po’ a … meditare.
Il sentiero è ben segnato e in fondo semplice, ma il ritorno richiede un po’ d’impegno. I cavalli, se pensate di non farcela, sarebbe meglio contattarli all’andata.
In conclusione la cascata di Gocta è stat aun’altra sorpresa offerta da Chachapoyas, una sorpresa davvero splendida, che vale senza dubbio la lunga camminata necessaria per raggiungerla. In ultimo posso suggerirvi di non rimanere impantanati nelle classifiche. Alcuni parlano di Gocta come terza cascata più alta del mondo, altri come sedicesima, altri diciannovesima. Come direbbe Jeremy Clarckson “let’s not get bogged down by which one si the biggest waterfall” and…enjoy the natural show.
Il post sulla cascata di Gocta direi che è finito. Se volete leggere ancora vi metto qualche suggerimento:
Lima è pericolosa? e poi cosa vedere a Lima
Quito, la capitale dell’Ecuador e il suo treno dei vulcani
Trujillo e le bellezze al bagno nel nord del Perù
Machu Picchu, una vera meraviglia
Visci Maurizio , insegnante di geo turistica ist turist
Ho letto con molto interesse questo articolo e mi piacerebbe avert
Ciao Maurizio, con molto piacere se posso aiutarti dimmi pure.